Moneglia: mare selvaggio, grotte e scogliere di Maurizio Ternavasio

Moneglia: mare selvaggio, grotte e scogliere UN IMPROVVISO ANGOLO DI LIGURIA DOPO SEI CHILOMETRI ININTERROTTI DI GALLERIE STRETTE E POCO ILLUMINATE Moneglia: mare selvaggio, grotte e scogliere WEEKEND . Maurizio Ternavasio A Moneglia non ci si capita per caso. Quei sei chilometri inintemotti di gallerie strette e poco illuminate che iniziano nei pressi dei cantieri navali di Riva Trigoso fanno storcere il naso anche al guidatore più smaliziato. Neppu�re si può optare a cuor leggero per la tortuosissima strada del Bracco, che consente di raggiungere l'ultimo co�mune della provincia di Genova dall'alto, anziché costeggiando il ma�re. Inutile dire che i pochi treni che fermano nella stazione immersa tra gli ulivi sono per lo più locali. Il neofita di queste parti, impe�gnato a stare al centro della carteg�giata nel tunnel in cui sino agli Anni Trenta correva il treno, e concentra�to per non farsi abbagUare dalla luce improvvisa e dalla bellezza di quei tratti di mare che di tanto in tanto interrompono la tensione della gui�da, è via via colto, oltre che dalla smania di arrivare, anche da una consapevolezza: dopo una tale pro�va di abilità automobilistica lo spetta�colo non potrà che essere entusia�smante. E una volta lasciata l'auto nei pochi posteggi a disposizione, egli constaterà che valeva la pena di giungere sin qui: l'atmosfera che si respira e la quiete che vi regna fanno di questo paese un curioso unicum nel panorama della riviera ligure. Anche se Genova dista poco più di cinquanta chilometri. In origine piccolo boi^o di pescato�ri nell'orbita della Repubblica di Genova, Moneglia deve il suo nome al latino «munire» in virtù delle numerose costmzioni militari, di cui molte tuttora visibili, poste a difesa del territorio. Non per nulla uomini e galere di Monilia furono impiegati nella battaglia della Meloria del 6' agosto 1284: sulla fiancata della chiesa di santa Croce sono tuttora visibili gli anelli delle catene divelte dal porto pisano dalla flotta locale. A Moneglia l'attività pescherec�cia di un tempo è solo più un ricordo. Luigi Pregante è l'unico che all'albeg�giare mette in acqua una barchetta e si avventura, mare permettendo, al largo di punta Baffe per calare le reti. In estate, quando ritoma verso la spiaggia, tonne di ragazzini e di adulti curiosi lo vanno ad aspettare per vedere se ha tirato a bordo un pesce luna, una piccola verdesca oppure un grosso pesce elefante. La natura qua, è davvero mozza�fiato: l'anfiteatro collinare che cir�conda Moneglia è, in tutte le stagio�ni, di un verde splendido che muta mille volte di tonalità e lucentezza a secondo del susseguirsi delle coltu�re. Cos�il castagno si amalgama con le viti e gli ulivi, e grandi macchie di pini marittimi intervallate da pian�te di fichi si mischiano alle bosca�glie di lecci e alla bassa vegetazione mediterranea. Chi si cimenta in una qualsiasi delle camminate che partono da Moneglia, può imbattersi in qual�che esemplare di cinghiale marem�mano o incontrare la rara salaman�dra dagli occhiali, che ha eletto questa zona come preferita. Gli amanti del trekking, che di pomerig�gio sciamano in paese per rifocillar�si di focaccia o gustare qualche dolce tipico, trovano qui pane per i loro denti. Gli itinerari monegliesi, che portano sino agli 847 metri di monte San Nicolao, consentono di toccare le cinque frazioni principali del comune ISan Satumino, Lemeglio, Tessi, Bracco e Comeglio), dove con poca spesa si possono gustare i piatti tipici della cucina ligure d'an�tan, accompagnati da un eccellente olio di oliva e annaffiati da un buon trebbiano imbastardito da uve di vermentino e malvasia. Riscendendo in basso per godere finalmente il mare da vicmo, la scelta è tra la spiaggia di sabbia naturale posta dinanzi al paese e la «secca», suggestiva insenatura ad occidente: la prima è adatta ai bam�bini, mentre la seconda viene fre�quentata da chi ama il mare selvag�gio, che da queste parti è la norma. Basta infatti far rotta verso Ovest, e in pochi minuti ci si ritrova a costeg�giare un susseguirsi di grotte, cale e calette, scogliere a picco sul mare, baie, pittoreschi torrioni erosi da vento, spiaggette sassose e piccoli anfratti dalle acque limpide e traspa�renti sulle quali si proietta, spec�chiandosi, la verde e rigogliosa vege�tazione sovrastante, là dove sembra che l'uomo non possa arrivare. Il centro abitato merita le atten�zioni del viaggiatore, il quale si stupirà di trovare in un borgo cosi raccolto tante vestigia storiche di ottima fattura. Ecco che all'inizio della breve via principale si apre una piazzetta delimitata da un lato dal convento di San Francesco (1484), a fianco del quale sorge la chiesa romanico-genovese di San Giorgio, edificata tra il 1391 e il 1396, al cui intemo sono custodite opere pittoriche di Rubens e scultu�re di Luca Cambiaso. Dalla parta opposta del «carruggio» ricco di botteghe, laboratori e negozi, ci si imbatte in un sagrato ciottoloso occupato dall'oratorio dei Discipli�nanti del X: secolo in stilo barocco. Di fronte, invece, si innalza la faccia�ta della chiesa medievale di Santa Croce anteriore al 1130, ricostruita a navata unica dopo il crollo del 1725: il suo imponente campanile costituisce un importante punto di riferimento parchi va per mare. Sul lungomare invece, di fronte alla passeggiata, troneggia l'ottocente�sco municipio che un tempo ospita�va la stazione ferroviaria, quando ancora, anziché le auto, nelle galle�rie correva il treno. Il suo nome deriva dal latino «munire» e le sue galere furono impiegate nella battaglia della Meloria ■\ Sugli scogli di Moneglla

Persone citate: Bracco, Comeglio, Luca Cambiaso, Nicolao