«Il mio piano per la Palestina» di Fiamma Nirenstein

«Il mio piano per la Palestina» L'EX EREDE DI RE HUSSEIN VUOLE IL DIALOGO TRA MONDO MUSULMANO E OCCIDENTALE «Il mio piano per la Palestina» La proposta di Hassan di Giordania intervista Fiamma Nirenstein ANCHE in questi giorni terri�bili il Principe Hassan di Giordania cerca una rispo�sta. E' sempre stato un uomo di pace per il Medio Oriente, sin dai tempi in cui sembrava destinato a succedere a Re Hussein, che alla fine, dal letto di morte, lo sostitu�all'improvviso col figlio Abdullah, l'attuale re. Hassan tuttavia è una delle figure più rappresentative nel dialogo fra mondo musulmano e occidenta�le. Col suo eloquio autorevole, in un incontro organizzato dall' American Enterprise Institute di Washington in un albergo di Madrid dove esperti americani, europei, arabi e israeliani discu�tono sul conflitto mediorentale, spiega alla Stampa che una solu�zione di pace esiste ancora, ma occorre cambiare il punto di vista di 360 gradi. E in che modo. Principe? «Prima di tutto, il mondo Arabo e Israele devono essere protagonisti con gli Stati Uniti, l'Europa e la Russia, cos�da costituire un quadro rassicurante, un conte�sto che sollevi ciascuno dalle proprie paure». Non è la presenza del conte�sto internazionale che è mancata al Processo di Pa�ce. «Oggi serve un nuovo punto di partenza psicologico, e si può fare solo con uno spostamento di prospettiva». Come, se gli eventi parlano solo di guerra? «La risoluzione del conflitto Me�diorentale negli ultimi anni si è molto specializzata su un pun�to: lo scontro Israelo-Palestinese. Esso è centrale, ma non è l'unico. Basta guardare oggi alle forze che esprimono la loro frustrazione nelle strade dei Pae�si Arabi; non hanno partecipato della discussione né della ricer�ca delle risoluzioni, non hanno avuto modo di esprimere le loro paure come invece gli israeliani e anche palestinesi, legittima�mente» Mi sembra che per lei la parola paura sia una parola chiave per capire ciò che accade oggi. «Infatti: la visita di Sharon è stata la molla che l'ha messa in circolazione. E la paura del mondo arabo di essere messo da parte, di venire costretti alla disperazione della povertà. Clin�ton ha parlato della necessità primaria di recuperare alla spe�ranza i giovani palestinesi che non hanno sentito i frutti del processo di pace. La nostra re�gione è perennemente circonda�ta da un cordone sanitario che la costringe all'indigenza e al sospetto. E' molto urgente uscir�ne con un accordo quadro per l'area, e tutte le parti interessate devono firmarlo e garantirlo. Nel buio del conflitto, questa è la candela che deve essere acce�sa». Qual è il punto di partenza per questo accordo? «Una solenne proclamazione di una linea di condotta comune a tutti». Come può essere contem�plato il terrorismo in que�sta «linea comune»? «Episodi come quello dell'atten�tato terroristico al "destroyer" degli Usa in Yemen sono senza precedenti: ci dicono che non solo Israele e Palestinesi sono in questione, ma che tutta l'area può essere destabilizzata. Basta riflettere sulla quantità di armi di distruzione di massa accumu�late in Medio Oriente. Quindi non può mancare un impegno comune contro tali armi e forme violente di destabilizzazione» E poi? «Sulla scia di grandi cambiamen�ti come quello fra l'America e il Nord Corea, occorre vedere se nel caso dell'Iraq, ferma restan�do l'integrità dell'ONU nell'uso delle sanzioni, non sia possibile riconoscere l'importanza di ap�plicare "sanzioni intelligenti".Pe�trolio, acqua, risorse in genera�le, diritto alla sicurezza alla salute e all'istruzione e libera espressione religiosa devono far parte di questa piattaforma com�plessiva. E' indispensabile la sua dimensione spirituale: i lea�der religiosi si devono impegna�re». Mettiamo che ci si arrivi: non resteranno parole? E siamo ancora in tempo? «Dobbiamo riuscirci in poche settimane. L'orribile alternativa è un'esplosione etnico religiosa di tipo balcanico. Penso a una proc amazione di punti fermi persino molto modesti. A più tardi un generale accordo di pace. Come dice il mio amico Shimon Peres; anche un pallida pace è meglio della guerra. Una pace imperfetta è meglio dell'im�pensabile guerra perfetta». «Il mondo arabo ha paura di essere emarginato e ridotto alla povertà» Il principe Hassan di Giordania, fratello di te Hussein. Prima dell'incoronazione di Abdallah era il più accreditato successore al trono di Amman

Persone citate: Abdallah, Palestine, Principe Hassan, Re Hussein, Shimon Peres