«Sapevamo che era faggito»

«Sapevamo che era faggito» ^AVVOCATO COINVOLTO NELLE TRATTATIVE PER LIBERARE LA MELIS LO AVEVA PREVISTO «Sapevamo che era fuggito» Piras: l'ora e il luogo, nulla ci aveva convinto intervista inviato a GAVOI (Nuoro) D OMENICAore 15,30. Gavoi, cuore della Barba�gia. Gli sviluppi clamo�rosi della scomparsa dell'im�prenditore di Mondovì, Stefa�no Lorenzi, si conosceranno solo a tarda sera. Ma l'avvo�cato Antonio Piras, profondo conoscitore dei fatti della Sardegna, è come se volesse annunciare l'epilogo di que�sta vicenda. «Credete a me esordisce non si capisce niente. Ho letto tutti i giorna�li. Ma ve lo immaginate che noi nuoresi, che siamo cos�diffidenti, ci fermiamo, apria�mo il finestrino, chiediamo al primo che capita da che parte si va per andare a Nuoro? E se invece Stefano Lorenzi fosse sceso dalla sua auto per imbarcarsi per la Corsica o per il Continente?». E' come se ci stesse aspet�tando, l'avvocato Piras. Il villino, sulla strada che por�ta allo stadio è isolato. Due piani, un cancello. La lapide in marmo sul muro: «Questa casa è aperta a Dio, al sole, agli amici..a tutti coloro che posso aiutare...». L'ultima volta che i riflettori si accese�ro su di lui fu nei giorni tragici del suicidio del giudi�ce Lombardini. Piras, insie�me all'editore Nichi Grauso, venne coinvolto nelle tratta�tive per la liberazione di Silvia Melis: avvocato, emis�sario, mediatore. Contro di lui, la procura di Palermo chiese l'arresto (respinto dal gip) e nei prossimi giorni il gip dovrà pronunciarsi sul rinvio a giudizio. Avvocato Piras, lei non ha mai creduto all'ipotesi del sequestro. Forse ci hanno creduto solo in Piemon�te.... «Tutta la vicenda mi ha lascia�to perplesso, sin dal primo momento. Sequestrato per que�stioni di lavoro? Suvvia, l'avrebbero spaventato. E poi, l'ora e il luogo del sequestro, l'aver lasciato la macchina col motore acceso. Non c'è niente che convinca». Allora lei che cosa avreb�be fatto al posto del padre del sequestrato? «Sarei andato dal dottor Mau�ro Mura(procuratore aggiunto di Cagliari, storico inquirente dei sequestri), e gli avrei detto: "Noi vogliamo collaborare ma ci interessa nostro figlio. Date�ci una certa libertà di azione, vi terremo informati". Nello stesso tempo mi sarei dovuto arrendere al fatto che non avrei trovato nessun emissa�rio, in Sardegna, disposto ad aiutarmi. Ma stiamo parlando di fantasie. Stefano Lorenzi, in realtà, può essere tranquilla�mente fuggito. Un motoscafo da Porto Torres in poco tempo potrebbe averlo portato in Cor�sica, dove non c'è bisogno neanche di passaporto. Oppu�re, un camion può averlo cari�cato a bordo e può essere arrivato sul Continente...». Avvocato, la tragedia e l'emergenza di queste ore, per voi sardi, non è la scomparsa del giovane im�prenditore di Mondov�ma l'epidemia della "lingua blu", quella che sta falci�diando le greggi... Qual è il problema della Sardegna? «Contro tre categorie di proble�mi non si deve avere alcuna pietà. Quali sono queste tre categorie? I pedofili, gli spac�ciatori di droga e i ladri di uomini. Non sono tranquillo, lo confesso. Vedo troppa mise�ria e ignoranza intomo a me. Tutto sta cambiando..». Essere preoccupati e non tranquilli che cosa signifi�ca? Teme qualcosa? «Penso a Orgosolo. Ai vecchi "balentes" che non ci sono più e che non avrebbero mai spara�to a un pullmann di turisti svedesi. Lo sa che cosa ha significato per Orgosolo, que�sto fatto? Una perdita di centi�naia di milioni all'anno. E quando andranno più a Orgoso�lo i turisti svedesi?». Lei è un personaggio dai mille legami e dalle mille conoscenze. Se un impren�ditore del Continente le chiedesse un parere su eventuali investimenti in Sardegna, lei che cosa ri�sponderebbe? «Agli amici imprenditori direi di non venire in Sardegna. Oggi ci sono troppi balordi volgari anche in Barbagia. Qui la campagna andrebbe control�lata sempre. A che servono cinquecento ragazzi che arri�vano a rastrellare le campagne nelle fasi di emergenza, e poi se ne vanno? Dovrebbero tor�nare i vecchi marescialli, le vecchie stazioni dei carabinie�ri», [g. ruo.J «Consiglio agli industriali di non venire in Sardegna ora anche in Barbagia ci sono troppi balordi» L'avvocato Antonio Piras