La moglie: il mìo Stefano ha fatto un grande errore
La moglie: il mìo Stefano ha fatto un grande errore INCREDULITÀ" E RABBIA NEL PAESE DEL FINTO RAPITO^ La moglie: il mio Stefano ha fatto un grande errore reazioni Mario Bosonetto, Paola Scola MONDOVI' [^^^^^^ STEFANO ha commesso un errore, un grosso errore»: Carla Biarese, la moglie del giovane imprenditore monregalese si era lasciata sfuggire questa frase venerdì, il giorno successi�vo alla scomparsa di Stefano Lorenzi. Sapeva o «sentiva» già che il marito non era stato rapito, ma che aveva scelto di scompari�re, inscenando un rapimento, per non dover dare spiegazioni a nessuno, dipendenti, clienti, ami�ci? Per non dover affrontare la vergogna del fallimento della sua azienda? E il biglietto che gli aveva scritto e che è stato trovato sul�l'auto abbandonata a Porto Tor�res, in cui gli diceva «di non preoccuparsi della situazione, che gli voleva bene», era un modo per convincerlo a non mettersi nei guai, a non trasformare in realtà un piano cos�maldestro? Oppure non sapeva nulla e pensa�va che 1'«errore» fosse stato quel�lo di aver accettato una commes�sa in Sardegna, dove l'Anonima poteva non aver gradito l'intru�sione di un «imprenditore del Nord»? A San Bartolomeo di Chiu�sa Pesio le condizioni economi�che della famigha erano sotto gli occhi di tutti, «confermate» an�che dalla scelta da parte del «figlio di un senatore» di venire ad abitare in ima villetta mode�sta, sul piazzale delle scuole della frazione, vicino a un grande con�dominio di appartamenti per va�canze, quasi sempre chiusi. Tutti dubitavano che fosse mi rapimento organizzato da «pro�fessionisti». «Stefano seguito e controllato da qualcuno? Ma figu�riamoci. dicevano scettici gli avventori del bar «Valle Pesio» Qui, soprattutto in questo perio�do, non è certo alta stagione: se arriva un'auto "forestiera" tutti la notano. Se qualcuno si fosse fermato per qualche ora, poi, non sarebbe certo passato inosserva�to. E' capitato di vedere macchi�ne di zingari. E magari si prende il numero di targa. Non si sa mai». Le notizie di ieri sera suonano ora fin troppo facile conferma a quello scetticismo. E c'è già chi commenta come «un passo più lungo della gamba» quel progetto (una grande nuova sede del�l'azienda, tutta vetrate, a Beinette) di cui ultimamente parlava in paese Stefano, «sempre sorriden�te, gentile, innamorato dei bambi�ni, ma anche pronto ad esibire l'auto, a volersi far vedere elegan�te, sempre in giacca e cravatta». E dopo la reazione di grande affetto e solidarietà che aveva contraddistindo le prime ore do�po il «sequestro», ora affiora la rabbia di chi si sente, forse, tradi�to. Un «esterrefatto» sindaco di Mondovì, Riccardo Vaschetti, compagno di partito e amico personale del senatore Luciano Lorenzi, ieri sera ha commenta�to: « E' difficile credere anche a questa ipotesi, per la quale biso�gnerà comunque aspettare i ri�scontri. Se cos�fosse è però un fatto gravissimo. Non c'è motivo al mondo per scatenare una soffe�renza cos�grande in una fami�gha». E anche il sindaco di Vicoforte, Sebastiano Massa, ex inse�gnante di Stefano Lorenzi all'Itis di Mondovì, ha detto: «Sono stu�pito e senza parole. L'importante è che Stefano tomi a casa, pentito se quanto abbiamo ascoltato fos�se vero. In paese non sapremo proprio cosa dire». E la fiaccolata di solidarietà, per chiedere un gesto di pietà ai «rapitori», promossa dalla dioce�si di Mondovì, che dovrebbe svol�gersi domani sera a Vicoforte, si farà ancora? Il parroco don Giu�seppe Canavese è allibito: «Valu�teremo e ci consulteremo per verificare anzitutto le ultime no�tizie. Occorrerà considerare se annullare tutto o dare un nuovo significato aD'iniziativa». In queste ore, comunque, non può non essere tornata alla men�te degli investigatori la «morte» di Mariano Aprile, lo skipper cuneese (di Caraglio), che finse il naufragio della sua barca al largo della Corsica, il 25 settembre del '93 e il proprio decesso per far incassare alla moglie filippina premi assicurativi sulla vita per oltre sette miliardi. Riusc�a far perdere le proprie tracce per un anno e mezzo. Poi lo trad�una lettera sequestrata al confine ita�lo-svizzero, vicino a Como, ad un amico di famigha, che aveva con sé anche trenta degli 850 milioni fino a quel momento «scuciti» dalle compagnie di assicurazio�ne. Nella missiva la moglie gli diceva che non sarebbe stato prudente ricongiungersi prima del '97. Le ultime sue notizie risalgono a qualche mese fa, quando, abbandonati i sogni di «vita da gran signore» alle SeycheUes, senza i soldi delle assicurazioni, che avevano bloc�cato tutti i pagamenti, si era adattato a fare lo stalliere in un allevamento di cavalli in Inghil�terra. Stefano Lorenzi con la moglie Carla Biarese
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