Hitler manovale di Stalin di Enzo Bettiza

Hitler manovale di StalinI due dittatori non ftirono torbidi gemelli. Il tedesco fu una creatura del sovietico: per uno scopo devastante Hitler manovale di Stalin Enzo Bettiza STALIN BHitler. Due mostri sacrileghi che, prima e soprat�tutto dopo la loro scomparsa, sono stati oggetto continuo di stu�di ponderosi, biografie più o meno romanzate, indagini psichiatri�che, ideologiche, psicoideologiche, sessuologiche e ovviamente criminologiche. Non si contano i nomi di coloro che hanno scritto su Stalin quando di Stalin non si poteva sapere ancora tutto: Trockij, Souvarine, Serge, Deutscher, Kravcenko, Koestler, Carr, Nove, Uralov, Werth, Gilas, Dedijer, Ludwig, Ulam, Medvedev, Geller, Nekric, Volkogonov, fino a Solzenicyn e agli esponenti del «quarto dissenso» sovietico. La lista non è completa (sarebbe dove�roso ricoriiar'e Era gli italiadi alme�no Silone, Tasca, Bocca, Strada, Rocca, Spriano) ma è comunque sufficiente a suggerire l'idea di quanto, fin dagli anni trenta, fosse smisurato l'interesse multidiscipli�nare rivolto a uno dei più smisura�ti e tenebrosi despoti dell'umani�tà. Hitler viene subito dopo. I libri dedicati a lui.e al nazionalsociali�smo sono certo molti, tuttavia non moltissimi come quelli mirati a descrivere Stalin e ad analizzare il bolscevismo. Se prendiamo il 1923 coiùe data d'inizio della lunga carrie�ra del tiranno geor�giano, il quale mo�rirà nel suo letto nel 1953 compian�to dai russi, cele�brato dai comuni�sti, ossequiato da�gli avversari, sarà facile comprende�re come quel tren�tennio d'orrori, coronato da tanti successi beUici e personah, non poteva scatenare che un'adeguata alluvione bibliografica sul perso-, naggio e la sua tetra opera faraoni�ca. La parabola di Hitìer era stata, al confronto, contratta e fallimen�tare. 13 anni in tutto, 1933-1945, ima meteora sanguinolenta ma effimera rispetto aU'astro nero e immarcescibile del Cremlino. La cortissima durata del Terzo Reich doveva coincidere al millimetro con la corta durata terrena di Hitler, morto a 56 armi: ima linea retta, inflessibilmente paranoica, dal nulla al nulla, dall'ospizio di Vienna al bunker di Berlino. Fra gli studiosi e biografi che hanno prestato attenzione, alla sua vita privata insipida e alla sua violenta attività pohtica ritroviamo il soli�to Ludwig, poi Bullock, Rauschning, Shirer, Crankshaw, Abel, Heiden, Fest, Nolte, Speer, in par�te Hannah Arendt, infine lo stesso Hitler con l'autobiografia ideale MeinKampf. Si colloca inoltre, a latere, una serie di ampi studi comparativi. Essi cercano di rintracciare, pur nella diversità, certe singolari con�vergenze di carattere fra Stalin e Hitler, nonché certe impressionan�ti similitudini di stile coreografi�co, di mentalità cospiratoria, di temperie nichilistica che per tanti La secondcon cuLa dal'Europ aspetti rendevano affini e concor�renti il comunismo e il nazionalso�cialismo. Non a caso Ribbentrop nel 1939, appena rientrato da Mo�sca dopo la firma del ((patto di non aggressione» con Molotov, doveva confidare sinceramente al Fuhrer: «I dirigenti bolscevichi sono molto simili a noi. Ho. avuto l'impressio�ne di ritrovarmi fra vecchi camera�ti». Non si trattava però di un'im�pressione soltanto atmosferica. Da quelle parole sembrava trapela�re l'ombra di qualche recondita, profonda analogia culturale e ge�netica, di cui l'intuitivo Hitler aveva probabilmente maggiore consapevolezza che non l'ex piazzista di spumanti Ribbentrop. Secondo Friedrich vori Hayek le torbide parentele fra comunisti e nazisti provenivano addirittura dàlie sentine della filosofia Classi�ca tedesca: da Hegel e Feuerbach allo scientismo di Marx e Lenin j per un verso, da Hegel è.Herder aU'irrazionalismp di Nietzsche e Hitler per un altro; Secondò Ernst Nolte il nazionalsocialismo sareb�be stato in primo luogo una «rispo�sta» al successo e all'espansione del bolscevismo russo; una conver�genza conflittuale, una rivalità negativa fra cugini degeneri; in�somma, dopo aver avuto notizia della Ghepeù e del Gulag, Hitler avrebbe «risposto» creando la Ghestapo e il Lager. Secondo Hannah Arendt (Le origini del totalitari�smo, 1962) quei due mostruosi fenomeni metapolitici avrebbero percorso strade inverse per giunge�re allo stesso risultato finale. «I bolscevichi, ima volta instaurata la dittatura, si separano dal popò' lo e scoprono il bisogno di una . finzione centrale (la congiura im�perialista, l'eresia trockista, il co�smopolitismo senza radici) per mantenere e imporre la ferrea disciplina di una società segreta nell'ambito di un'organizzazione di massa». Hitler, imitando, capo�volgerà i tempi della manipolazio�ne. «I nazisti cominciano con l'in�venzione della congiura e della finzione (l'eresia di Rohm come lo scisma di Trockij, la cospirazione degli ebrei come il sabotaggio dei kulaki, l'accerchiamento delle de�mocrazie occidentali draculizzate con le medesime tinte sulfuree della propaganda sovietica) e quin�di si oi^anizzano secondo il model�lo di una società segreta». La tendenza all'indagine com�parativa si rafforza in diversi stori�ci, fra cui Nolte e Furet, soprattut�to dopo la caduta del Muro. Si direbbe che li sospingano all'im�presa le nuove prospettive e anche certe nuove emulsioni ideologi�che, altamente ambigue, che emer�gono dal crollo. Stalin e Hitler sembrano, infatti, reincarnarsi ab�bracciati nelle vesti di alcuni para�digmatici personaggi postcomunisti slavi: nei nazicomunisti e razzi�sti serbi Milosevic e Karadzic, nel nazistalinista bielorusso Lukacenko, nel rossobruno russo Zirinovskij, i quali ebbero del resto i loro jrecursòri e teorici nei nazionalwlscevichi prussiani ai tempi del�la Repubbhca di Weimar. Sarà il britannico Alan Bullock a riproporci, dopo la fine del comu�nismo, una specie di summa plutarchiana delle vite parallele di Hitler e di Stalin, «i due uomini che hanno plasmato la storia del ventesimo secolo». In questa sua ultima documentatissima opera Bullock esamina e mette a confron�to le differenze, le somighanze e le interazioni fra i due dittatori e le loro immani piramidi burocrati�che, militari, ideologiche e terrori�stiche: gh Stati di polizia sovietico e tedesco creati dal Pcus e in seguito, sulla stessa falsariga, dal 'partito nazionalsocialista. Esem�plare indagine a doppio tagho, con la quale l'autore scandaglia gh elementi chiave di un'epoca fero�ce, dominata dalla criminale vo�lontà di potenza di un ex «caporale boemo» (parole del feldmarescial�lo e presidente Hindenburg) e di un ex seminarista caucasico. Ve�diamo scorrere, su due binari spes�so contigui, tutto Ciò che l'uno e l'altro tragicamente inflissero al�l'evo contemporaneo: la rivoluzio�ne illiberalei la dittatura totalita�ria, l'ideologia gnostica, l'inferno concentrazionario, la diplomazia truffaldina, la guerra preventiva e totale. Questa storiografia comparata, che dopo Hannah Arendt tocca il suo vertice in Bullock, si era mos�sa nell'alveo di un revisionismo articolato, scupoloso, molto con�trollato: comunque attento a non superare certi limiti e rigori intepretativi. Stalin e Hitler vi si configurano come entità rivali, simili e dissimili, convergenti e divergenti, ma pur sempre ben distinte l'ima daU'altra e conchiu�se nell'ambito deUe rispettive am�bizioni politiche e dei rispettivi interessi nazionali. Due colossi del male alla pari. Ma a quésto punto appare un libro «sovietico» che sconvolge le convenzioni del revi�sionismo misurato, per cos�dire tracima in ima sorta di revisioni�smo rivoluzionario, per informar�ci con dati inediti e spesso convin�centi che Hitler e Stalin non erano affatto colossi di pari grado: il capo nazista non sarebbe stato che una creatura artificiale inventata, quasi in laboratorio, dal più astuto e più luciferino capo bolscevico. Hitler e il nazismo non rappresen�tavano insomma né una «rispo�sta» al bolscevismo, né una concor�renza al bolscevismo, né tanto meno costituivano un perverso fenomeno gemellare del bolscevi�smo: erano una diretta e program�mata filiazione del bolscevismo stesso. L'autore di questa interpreta�zione nuova e durissima è Viktor Suvorov: uomo che, provenendo dal recente passato dell'Urss, sem�bra avere molte carte in regola per puntellare la sua tesi con una necessaria competenza storica, po�htica e.strategica. Formatosi neUe severe accademie castrensi di Mo�sca, ex alto funzionario dello spio�naggio militare sovietico (Gru) poi riparato in Occidente, sul quale grava tuttora una condanna alla pena capitale, Suvorov con straor�dinaria semplicità e lucidità sostie�ne che Hitler non sarebbe mai diventato Hitler se Stalin non lo avesse voluto. Neppure la seconda guerra sarebbe scoppiata se Sta�lin, dando una mano ai nazisti nella conquista del potere, non l'avesse prevista e progettata con cura fin dal 1927. Il volume di circa cinquecento pagine, pubbli�cato dalle edizioni Spirali col titolo Stalin, Hitler, la rivoluzione bol�scevica mondiale, nell'originale russo si chiama più seccamente Ledokol, «Il rompighiaccio». Per�ché questo strano titolo? Perché i capi sovietici, rivela Suvorov, an�cor prima che Hitler arrivasse alla Cancelleria gh avrebbero segreta�mente affibbiato la qualifica di «rompighiaccio della rivoluzione». Il significato essenziale deUe mol�te pagine che seguono è tutto qui. Le riassumo per sommi capi seguendo ragionamenti e informa�zioni che l'autore ha tratto dalle sue esperienze e, rifiutando gh archivi segreti, dalle enunciazioni dei giornali sovietici e dei massimi dirigenti dell'Urss. Stalin si rende�va conto che l'Europa era vulnera�bile e conquistabile soltanto in caso di guerra, e, fin da allora, pensava che il «lavoro sporco» contro le democrazie occidentali avrebbe dovuto essere affidato al «rompighiaccio» in camicia bruna. Hitler, senza rendersi conto dei piani di Stalin, avrebbe dovuto sgomberare inconsapevolmente la via all'avanzata del comunismo mondiale. Ma, per arrivare a tan�to, bisognava prima sgomberare la via all'avanzata del nazismo in Germania. Stalin la favor�con tutti i mezzi di pressione 'e di propaganda che il Konuntem gh metteva a disposizione. Naufraga�to il conato rivoluzionario tedesco del 1923, il Komintem, qualche anno dopo, ordinò ai comunisti germanici di dichiarare una guer�ra totale alla socialdemocrazia di Weimar, di non ostacolare l'asce�sa del movimento hitleriano, di combinare anzi situazioni di omer�tà elettorale con i nazisti contro i traditori della classe operaia, i socialdemocratici etichettati «socialfascisti». Stalin sapeva bene che i comunisti, dopo la disfatta del '23, non potevano più salire al potere in Germania. Se si voleva che la guerra come nel '17 diven�tasse ancora la madre delle rivolu�zioni, se si voleva scardinare l'Eu�ropa prima di conquistarla, la strada poteva e doveva essere una sola: riarmare l'esercito tedesco, offrirgli in territorio russo spazi e munizioni per le manovre, appog�giare al tempo stesso Hitler nella scalata ai vertici del Reich, poi stringere un patto con lui, coprir�gli le spalle dandogli via libera per l'aggressione contro la Polonia e le maggiori democrazie europee. Sco�po ultimo di Stalin era la distruzio�ne della Francia e dell'Inghilterra ad opera della Germania nazista e, infine, la distruzione della Germa�nia ad opera dell'Unione Sovieti�ca. Qui, Suvorov finisce per riallac�ciarsi alle profetiche intuizioni espresse più volte da Trockij fra il 1933eil 1939: «Stalin in definitiva ha dato luce verde a Hitler e cos�ha sospinto l'Europa verso la guer�ra». Siccome la storia non si lascia programmare fino in fondo, le cose andarono diversamente. Ma non del tutto diversamente. Hitler non cap�il grande gioco che, forse, avrebbe potuto almeno in parte volgere a proprio vantaggio; violò i patti; prese l'Urss in contropiede; la aggred�a sorpresa. Iniziò a suicidarsi prima dei tempi calcola�ti e auspicati da Stalin per il suo suicidio. Quella fohia suicidarla teutoni�ca doveva sconvolgere per due anni, fino a Stalingrado, i progetti a lunga scadenza del maestro'di scacchi sovietico. Stalin, che ave�va impostato gli immensi arsenali dell'Urss per una guerra offensi�va, per l'invasione della Germania e dell'Europa dissanguate dalla guerra, si trovò completamente sprovvisto di armi difensive con cui resistere all'inatteso attacco tedesco. Osserva il tecnico milita�re Suvorov: «Avevamo formidabi�li cacciabombardieri costruiti non per battagliare nel cielo ma per colpire aeroporti e città oltrefron�tiera. Avevamo i più veloci blinda�ti del mondo, dotati però di una strana caratteristica: ripetevano in chiave tecnologica moderna la mobilità deUe cavallerie leggere di Gengis Khan contro i pesanti cen�tauri feudali catafratti, uomo e destriero, in panoplie di ferro. Quei carri armati potevano addirit�tura sbarazzarsi dei cingoli e pro�seguire su ruote, correndo ad una velocità di cento chilometri orari. Quindi, come s'è poi dimostrato, del tutto inutilizzabili in una stra�tegia difensiva sulle pessime stra�de sovietiche; ma potenzialmente utilizzabilissimi sulle ottime auto�strade germaniche in una strate�gia offensiva». Se Hitler avesse rispettato il Teufelpakt, il patto co diavolo, Stalin, con la sua cavalleria coraz�zata, avrebbe forse potuto spinger�si al momento opportuno dagh Urali all'Atlantico. L'ingenuo Roo�sevelt lo aiuterà ad arrivare co�munque fino all'Elba; metà con�quista, se non tutta, verrà realizza�ta. Ovviamente, la lineare logica di Suvorov resta in parte discutibi�le, ma in parte resta però anche molto avvincente: un'iperbole re�visionistica che sa di grande vero�simiglianza se non d'inoppugnabi�le verità. Ce lo spiegherà megho l'autorevole garante del libro, Vla�dimir Bukovskij, uno dei padri fondatori del dissenso sovietico, professore di storia contempoanea e di slavistica all'università di Cambridge nel New England. La sera deh'8 novembre, al Circolo di via Marina in Milano, egh presen�terà la provocante opera di Suvo�rov, probabilmente in contumacia a causa della condanna a morte non graziata dalla presidenza Pu�tin. Bukovskij parlerà tenendo a mente il titolo della sua prefazio�ne: Un monumento alla cecità umana. Il Fuhrer non cap�il grande gioco. Prese l'alleato in contropiede e iniziò a suicidarsi prima del previsto Sarebbe cos�nato il comunismo mondiale poichéVAnnata rossa avrebbe «mangiato» i temporanei vincitori La seconda guerra fu progettata con cura a Mosca fin dal 1927 La Germania doveva fare da rompighiaccio: invasa l'Europa avrebbe aperto la via Un libro russo sconvolge le convenzioni del revisionismo misurato: il nazismo fu il figlio programmato del bolscevismo emelli. Il tedesco fu una creatura del sovietico: per uUn libro russo sconvolge le convenzioni del revisionismo misurato: il nazismo fu il figlio programmato del bolscevismo I due dittatori Stalin e Hitler nel disegno di Ettore Viola I due dittatori Stalin e Hitler nel disegno di Ettore Viola