L' incredulità di MondovÌ: «Non è ricco»

L' incredulità di MondovÌ: «Non è ricco» L' incredulità di MondovÌ: «Non è ricco» «Porse è un avvertimento o i banditi hanno sbagliato i conti» Vincenzo Tessandorl inviato a MONDOVI C'è qualcuno, anche in questa lunga stagione in cui l'immagine sembra esser la cosa più impor�tante del mondo, che non pense�rebbe mai di diventare un «perso�naggio», uno di quelli che calami�tano l'attenzione della gente. Non vorrebbe diventarlo, prefe�rendo alle luci di una ribal�ta effimera, ima vita silen�ziosa, anonima, tranquil�la. Stefano Lorenzi ha 28 anni e chi lo conosce dice che un personaggio, forse, non lo sarebbe mai stato. Al contrario del padre, Lu�ciano, che è, come si dice, personaggio nato. Ligure di Ventimiglia, a Mondov�dagli anni giovanili, dove si è sposato con Grazia Piovani, una compagna di liceo. Laurea in fisica e passione per l'astronomia. «E' un ricercatore spazia�le, ha lavorato al nostro osservatorio eppoi ha inse�gnato all'istituto tecnico e pure adesso continua con le ricerche», racconta Ric�cardo Vaschetti, 40 anni, dal '94 sindaco di Mondo�vì, eletto con l'Ape Piemont. «Ha una sua teoria sul punto di parten�za dell'universo, sul "big bang". Al ConsigUo d'Europa, poi, è stato promotore di un disegno di legge per la creazione di uno scudo stellare per fronteggiare i pericoli dei meteoriti in rotta di coUisione con la Terra». L'altro grande amore è la politi�ca. In Parlamento dal 1992. Pure lui nel gruppo dell'Ape Piemont, quello uscito, come si dice, da una costola della creatura di Umberto Bossi e che, dice con una punta di orgoglio Vaschetti, in zona racco�glie 350 militanti con teséera. Il senatore la tessera «non l'ha mai presa, per riconoscersi uno spic�chio di libertà. E noi, questo, glielo riconosciamo come un valo�re positivo, sappiamo di poter contare su di lui». Lo descrivono come un un uomo pubblico non comune, all'antica, per dire che somiglia assai poco ai politici dei nostri giorni. «Sappiamo di poter contare su di lui. Ha fatto batta�glie importanti, per esempio otte�nuto un finaziamento nlevante per il Politecnico, a Ceva si è battuto per la riapertura della scuola forestale, e pare che abbia vinto. Insomma, uno molto legato ai problemi della Val Tanaro, che ha battuto tre o quattro volte durante l'alluvione, e ogni volta veniva al Centro operativo Misto (Com) per un rapporto, sempre puntuale. Eppoi, anche senza tes�sera, è uno dei nostri. E' parados�sale parlare di questo in un mo�mento del genere, il fatto è che lui la libertà la ama molto. Era già cos�negli anni della Lega». Il primo a dire addio ai vecchi com�pagni di strada, quando ci fu la frattura guidata da Domenico Co�rnino, «per ribellarsi alla situazio�ne che si era creata, all'arroganza e al delirio di Bossi», ricorda Vaschetti. «Ma anche quando era con la Lega è sempre stato imo che ha lavorato duro e che ha un'opinione molto alta delle isti�tuzioni». Col sindaco si conosco�no, «dal momento in cui ho messo per la prima volta piede nella sede del movimento». Lì, al nume�ro 10 di piazza Santa Maria Maggiore, in un appartamento al quar�to piano. Certo, ogni occasione è buon per sottolmeam-'cerfé cose, " ma il sindaco Vaschetti assicura che anche Lorenzi la pensa nello stesso modo: «Su Bossi e la Lega è critico e per questo suo desiderio di libertà sicuramente quello che più g�dava fastidio era sentirsi oppresso, avere la sensazione di appartenere a qualcuno, com'è per i leghisti, e non di far parte di qualcosa». Stefano no, lui la politica l'ha evitata. Perito elettrotecnico, spo�sato, due figli di 5 anni e pochi mesi. Imprenditore nato, quello sì. Titolare della «Condor automa�zioni» che ha sede in via Mallino. Progetta impianti elettrici ed elet�tronici industriali. «Anche lui grande lavoratore. Certo, guada�gna, ma da questo a dire che è "un ricco" ne corre. La sua attività è comunque agli inizi. Il fatto è che non riesco a capire». Nessuno I tiesce a capire, del resto, nessuno può fare i conti in tasca agli altri " ànché:8e"3ina volta *tKceva che loro, i banditi, quelli s�che sono capaci di soppesarti, al grammo. Ma stavolta pare diverso e, forse, anche per questo non c'è la certez�za che sia proprio un rapimento, che potrebbe anche trattarsi di una «strana scomparsa». Ma è difficile interpretare certi coni d'ombra, difficile accettare certe ipotesi che paiono assurde soltan�to al pensarle. «II fatto è che io penso a due cose: o Stefano, col suo lavoro, ha pestato i piedi a qualcuno e gli hanno voluto dare un avvertimento, oppure i bandi�ti hanno sbagliato i conti. Questa è gente brava, molto religiosa e ora penso a Luciano di fronte a questa cosa sciagurata, al suo stato d'animo». Non è facile pensare che uno vìen rapito per strada. «Sembra incredibile: spero si risolva tutto al più presto. Luned�c'è consiglio comunale, e mi auguro che que�sto dramma sia risolto, altrimenti il consiglio prenderà posizione, esprimerà solidarietà». Non è faci�le pensare a un sequestro, non è semplice neppure parlarne. E' il crepuscolo, la città appare ordina�ta come sempre. Una giovane donna varca la soglia del munici�pio. «Ma com'è possibile?», do�manda. E neppure spiega di che cosa stia parlando, tanto è chiaro a tutti che vuol dire «com'è possi�bile che abbiano preso uno per strada, uno come Stefano». «Non riesco a capacitarmi, capisco se uno fosse ricco, c'è un disegno dietro: ma così... », dice sconsola�to il sindaco e sembra parlare di cose lontane anni luce e invece sono a un passo, un'ora di volo. «Non sappiamo nulla, non possia�mo dire nulla», ripete Andrea, fratello di Stefano, la voce rotta dai singhiozzi. Il sindaco: «Suo padre è un politico all'antica Sappiamo di poter contare su di lui» :'|f il senatore Luciano Lorenzi, padre del rapito. A lato la villetta di Chiusa Pesio (Cuneo) dove da poco si era trasferita la famìglia dell'imprenditore

Luoghi citati: Ceva, Europa, Mondovì, Ventimiglia