Con DICAPRIO a scuola di gangster

Con DICAPRIO a scuola di gangster Con DICAPRIO a scuola di gangster tuale. La troupe si muove con passi felpati, per non fare rumore: c'è un timore reverenziale intorno al bur�bero ma rispettato Martin Scorsese. La truccatrice è pronta a imbruttire Leo per la parte: perché allora i ragazzi erano malmessi, con i denti marci e i capelli unti. Non ancora truccato, in jeans e T shirt nera, si riavvia i capelli lunghi con tutte e due le mani mentre ascolta i consi�gli. Quello di riavviarsi i capelli in questo modo è un tic. Ma sembra l'unico. Per il resto, è concentrato. A un certo punto, indicando un avver�sario con cui deve girare una rissa, chiede al maestro di dizione: «Per insultarlo, posso dire mother fucker? 0 è meglio cock-suckerl» (en�trambi insulti molto pesanti e volga�ri, n.d.r.). Il maestro lo prende da parte: «Per quei tempi, mother fucker mi sembra prematuro: comun�que controllo sulla letteratura del�l'epoca e ti faccio sapere. Cock-sucker va sicuramente bene. Ma guar�dami la bocca per la pronuncia: devi airotondare le labbra, così». Leo ripete alla perfezione: è un bravo allievo, sostiene il maestro. E poi si scusa: «Lo scambio di battute non è tra i più fini, ma siamo anche sul fronte del porto a New York nell'Ot�tocento». Ij ' Già. Siamo a Paradise Square, Cinecittà, sul set del nuovo film «Gangs of New York» diretto da Martin Scorsese e prodotto dalla Miramax, protagonisti Leonardo DiCaprio, Cameron Diaz, Daniel Day Lewis e liam Neeson, oltre a ben 19 mila comparse, budget previsto 90 milioni di dollari. La scenografia mozzafiato è opera del mitico Dante Ferretti, incaricato di ricostruire la New York dei primi dell'Ottocento, in particolare il quartiere povero e rissoso dei cosiddétti Pive Points, dove oggi ci sono i grattacieli di City Hall (il Comune) e Wall Street. Il film, che si girerà a Roma fino a primavera prossima, si basa sul�l'omonimo libro di Herbert Asbury e racconta la storia degli scontri tra i primi gangster americani, tra il 1846 e il 1863, appartenenti a grup�pi etnici contrapposti, banditi o mercenari, irlandesi cattohci e irlan�desi protestanti in testa. Leonardo Di Capilo è Amsterdam Vallon, un giovane irlandese che vuole vendica�re la morte del padre (Liam Neeson), ucciso dal capo della banda avversa�ria. Amsterdam è un duro cresciuto nei vicoli di Pive Points e guida quello che resta della gang del pa�dre, i Dead Rabbits (usata dal parti�to di Tammany Hall), alla sfida di Daniel Day Lewis alias Bill Pool detto .«The Butcher» (il macellaio) dei Native Americans. La sua bella, una prostituta ladra che sogna di fuggire conluinelFarWest, è Jenny (Cameron Diaz). I due velieri con la polena dorata nel «porto», lo stesso bacino d'acqua artificiale che Federico Fellini utiliz�zò per «E la nave va» e per «Casano�va», sembrano veri. Tutt'intomo, case di legno a due piani invecchiate ad arte o addirittura ridotte in cene�re da presunti incendi, pavimenti antichi ricostruiti con le traversine di una ferrovia, reti di pescatori, ambienti cupi e poveri con stradine appena illuminate dai lampioni, car�retti di legno scalcagnati, vecchi saloon classici da «western», fango e polvere a volontà. La Stampa ha la possibilità di vedere il set di «Gangs of New York» e di conoscere da vicino il cast grazie a Tim Monich, «speech and dialect coach» (letteralmente, allena�tore per la dizione e i dialetti). Un ruolo insohto, quasi unico, a Hol�lywood. Sul set dei film in presa diretta, dove la voce è fondamentale perchè non viene doppiata, Monich va a ruba: per averlo, i registi devono prenotarselo in anticipo. «Meno male, il lavoro non mi man�cherà mai» commenta il maestro di dizione, un omone californiano doc, biondo con gli occhi e la carnagione chiara, faccia da eterno ragazzino nonostante abbia già compiuto 50 anni: si è diplomato a New York al Juilliard Theater Center, quello di «Fame», con la maestra di dizione Edith Skinner, un mito nell'ambito del teatro anglosassone, deceduta anni fa. «Le devo molto» dichiara Monich, che prima di passare a Hollywood ha insegnato a Juilliard e agli attori di Broadway per 12 anni. «Ma il cinema mi diverte di più». Negli ultimi anni, ha lavorato sui set di tanti film (Scorsese lo ha conosciuto sul set di «Kundun»). Da quando lavora per Hollywood, ha trasferito la famiglia in una villa con piscina nella tranquilla e sofisti�cata Westport, Connecticut, dove lo attendono la moglie Linda, ex balle�rina, e due figlie non ancora teena�ger che per vederlo spesso lo rag�giungono sul set. «Non adesso, per�ché per tutto ottobre i turni sono massacranti: giriamo le scene not�turne, per cui dormo di giorno, lavoro di notte e ho un jet lag perenne» spiega. Il direttore della fotografia, Michael Ballhaus, rag�giunge la troupe per andare a vede�re i «dailies», cioè le riprese fatte il giorno prima, in una piccola sala di proiezioni. E' la scena in cui un mercenario irlandese viene salvato dal compagno di razzie Amsterdam (Di Caprio), in una casa incendiata. Dura poco più di due minuti, ma è stata girata almeno dieci volte, da tutte le angolature. Per conoscere meglio il periodo storico in cui è ambientato questo film, e il linguaggio di allora, Moni�ch gira con «La Capanna dello Zio Tom» sotto braccio. «Nessuno sa esattamente come parlavano allora, il mio è quello che si dice un "educated guess" (traduzione: mi informo il più possibile, ma poi tiro a indovinare)». Si impegnano come a scuola, gli attori: per niente arro�ganti, perfezionisti. «D'altra parte, si riprende finché il risultato è per�fetto» spiega Monich. In effetti, tra luci, trucco, prove con le controfigu�re e rifacimenti (a un certo punto salta la corrente, mandando a mon�te luci e sonoro), i tempi del cinema sono lunghi. Ma l'organizzazione è precisa: il «cali sheet» prevede ogni evenienza. Ognuno al suo posto, nel silenzio generale, risuona un avver�timento: «Rolling...» seguito da un imperioso «Action!». Ciak, si gira. E Leo riprova i suoi accenti. anna.masera@lastampa.it Leo sta imparando l'esatta pronuncia dell'inglese dell'800 Mentre gira una rissa chiede: «Quale l'insulto migliore per quei tempi?» Leo DiCaprio e Cameron Diaz. Lui è un irlandese che vuole vendicare la morte del padre, lei una prostituta ladra che vuol fuggire nel West