«Non sono un attore \ sono solo un italiano» ? di Simonetta Robiony

«Non sono un attore \ sono solo un italiano» ? SL PIÙ'PREMIATO OTTANT'ANNI E UN FUTURO RICCO DI PROGETTI SORDI «Non sono un attore sono solo un italiano» Simonetta Robiony inviata ad ASSISI Parlare di fronte alla telecamera non piace ad Alberto Sordi: «Non lo vede? Sono stanco. Non possiamo chiacchierare tra noi e basta?». Poi, però, scelto un angolo di divano, da consumato uomo pubblico qual è, si sottopone pazientemente al rito delle interviste. Gli danno un pre�mio, l'ennesimo della sua carriera, qua, ad Assisi, assieme a Verdone, Trovaioli, Rodolfo Sonego, alla cop�pia formata dal regista Gigi Magni e da sua moglie Lucia Mirisola e, a chiusura di questi sette giorni di manifestazione, anche a quella di Nino ed Erminia Manfredi. Gli danno il premio «Luxclarior», volu�to dall'associazione culturale Sorel�la Chiara e dalle ■Famiglie France�scane per promuovere i valori cri�stiani nella comunicazione, cine�ma compreso. Alberto Sordi è certa�mente l'uomo più premiato di tutti gli italiani, dui duemilacinquecen�to volumi della sua biblioteca non so ne vedo più uno coperto tom'è da targhe e coppe, e altrettante targhe e coppe affollano il suo studio alle spalle di via Veneto. Un segno del suo valore professionale, Sordi? Non risponde in maniera diretta, ma tira fuori un aneddoto: «Ero ospite di Charlot, nella sua villa di Vevey, in Svizzera. Suo tiglio mi fece fare il giro della casa e in una saletta, sotto le scale, vidi i premi che aveva ricevuto: c'era l'Oscar alla carriera, due medagliet�te e qualche scatola con pezzetti di pellicola. Ed era Charlot». Allora, se ai premi non attri�buisce importanza, perché ha accettato di venire a ritirare questo? «Intanto perché, oltre me, han�no premiato il mio amico Sone�go, scomparso da pochi giorni, ed era giusto ci fossi io a rendere omaggio a colui che per qua�rantanni ha collaborato come sceneggiatore alla realizzazione dei miei progetti. Poi perché si celebra ad Assisi dove venivo con De Sica, Stoppa, Rossellini, Pasolini ospiti della Pro Civitate a passare la Settimana Santa scambiandoci idee e mangiando benissimo. C'era un frate. Don Giovanni, che vendeva pezzi di paradiso: alla Confindustria, che versava molto denaro, clava ettari, a chi offriva di meno, centimetri. Era un amico, ma io non gli ho dato mai un soldo perché 'sto sistema del paradiso ceduto a pezzi non mi piaceva». Lei stava lavorando con So�nego e con Scarpelli a un progetto cinematografico che le aveva chiesto Mauri�zio Costanzo. «E' vero. Si tratta di due film ad episodi sugli italiani di oggi, nei quali avrei voluto coinvolgere, oltre a molti altri, anche Franca Valeri. Purtroppo la sceneggiatu�ra non è completata: vedremo senza Sonego come portarla avanti. Se va bene, i due film, diretti e interpretati da me, usciranno prima nelle sale con il marchio Medusa e poi saranno trasmessi da Canale 5. Intanto, però, sto portando avanti un altro lavoro». Non s'è ancora annoiato di lavorare? «Mai. Ho avuto la fortuna di fare l'unica cosa che so fare e vado avanti. Sto sistemando gli ultimi capitoli di "Storia di un italiano", il programma che feci per la Rai e i cui diritti sono tornati a me dopo lo sfruttamen�to televisivo. Raccolgo gli anni Ottanta e Novanta, poi lascerò quest'opera allo Stato per una fondazione che aiuti i giovani senza mezzi a realizzare le loro ambizioni artistiche. Inoltre le cassette, accompagnate da un fascicolo storico, gireranno nel�le scuole per mostrare agli stu�denti com'erano gli italiani». Gli italiani restano in cima ai suoi pensieri. «E' quel che ho fatto per una vita intera. Mi ricordo che con Sonego l'idea di fare "Una vita difficile" ci venne sulla nave che da Israele ci riportava a Napoli. Avevo girato "La grande guer�ra". Avevo girato "Tutti a casa". Mi mancava la Resistenza. Risi a Roma mi aspettava per un altro film, ma quando gliene parlai, fu subito d'accordo. De Laurentiis spesso m'ha rimpro�verato per non esser voluto andare in America a girare i film. "Un attore, diceva, va dove lo chiamano". Ma io non sono un attore, manco all'Accademia m'hanno voluto. Io sono uno che sa fare solo l'italiano». La vecchiaia la spaventa? «No. Vivo il presente. E faccio progetti a breve termine. Se hai la salute anche la vecchiaia è una bella età. Ricevi più atten�zioni, più rispetto, ti danno la mano se devi scendere le scale». Cosa manca al cinema di oggi? «Non c'è più Gary Cooper. E neanche Ava Gardner. Molti gio�vani mi piacciono, li guardo volentieri alla tv. Però sono bambini con la faccia da adulti». «Con Sonego e Scarpelli stavamo lavorando a due film a episodi sulla vita del Paese: spero di continuare e di coinvolgere Franca Valeri. Io amo molto i miei concittadini» poli ante-litteram. Un flessibile è trasformato tore in inquisito da ia inopportuna e dal r le donne. Un anziano vetturino, al momento di andare in pensione, cerca di evitare il mattatoio al vecchio cavallo Nestore. Trova aiuto solo nel nipotino Ferruccio. «Qui ad Assisi passavo la Settimana Santa Non mi annoio mai a lavorare: vado avanti» o»pirtdsGllpmgt «Qui ad Assisi passavo la Settimana Santa Non mi annoio mai a lavorare: vado avanti» UNA VITA DIFFICILE Partigiano e poi collaboratore d'un giornale di sinistra. Silvio Magnozzi cerca di restare politicamente coerente anche nella vita: finisce in miseria, in carcere e, alla fine, è pure piantato dalla moglie (Lea Massari) TUTTI DENTRO Tangentopoli ante-litteram. Un giudice inflessibile è trasformato da inquisitore in inquisito da un'amicizia inopportuna e dal debole per le donne. urnanoo Cossotta Am.an ~.j MUOVO SINDACATO UNNU0\ •riinoH�NESTORE Un anziano vetturino, al momento di andare in pensione, cerca di evitare il mattatoio al vecchio cavallo Nestore. Trova aiuto solo nel nipotino Ferruccio.