Umts, Blu è pronta a gettare la spugna

Umts, Blu è pronta a gettare la spugna Umts, Blu è pronta a gettare la spugna Il consorzio si è spaccato. Stamane la gara può fermarsi Mario Sensìni ROMA I soci eli lilu, riuniti in assemblea nel corso del week-end, non sa�rebbero riusciti a trovare un accordo sul proseguimento del�l'avventura Umts. Secondo indi�screzioni gli azionisti italiani, e in particolare il gruppo Benet,lon, avrebbero respinto il «busi�ness pian» di British Telecom. Questa mattina, la squadra di Blu impegnata nella fase dei ri�lanci, potrebbe quindi annuncia�re al ministero delle Comunica�zioni il ritiro dalla competizione. Se cos'i fosse le cinque licenze Umts sarebbero assegnate a Omnitel. Ipso, Wind, Andala e Tim, con un incasso complessivo per lo Stato di 26.750 miliardi. Ufficialmente dal quartier ge�neralo di Blu giunge un «no commonl» sull'esito delle tratta�tive tra gli azionisti. E non po�trebbe essere altrimenti, perché il disciplinare di gara impone un rigidissimo obbhgo di riservatez�za su tutte le notizie che riguarda�no l'atteggiamento e le strategie dei concorrenti in gara. Pena l'esclusione d'ufficio dall'asta, con la conseguente possibile escussione della fidejussione da 4 mila miliardi. Come dire: oltre al danno, la beffa. Almeno quei 4 mila miliardi Blu non li vuole rischiare e così, stamattina, si presenterà alla gara. «Non ho nulla da dire» ha detto ieri sera l'amministratore delegato di Blu, Enrico Casini che, a chi chiedeva se oggi si sarebbe recato al mini�stero, lui che della squadra dei rilanci non fa parte, ha risposto: «forse...». Stesso riserbo da parte del ministro delle Comunicazio�ni, Salvatore Cardinale: «non ho nulla da dire finché non avremo preso visione di una dichiarazio�ne ufficiale». Sulla reale volontà di Blu di proseguire esistono fortissimi dubbi. Ironia della sorte, stamat�tina spetterà proprio a lei fare il primo rilancio, essendo ultima nella graduatoria degli importi offerti per la licenza, con 4.490 rniliardj. La prima tornata, a meno che Blu non decida di gettare la spugna ancor prima dell'apertura, sarà dunque il mo�mento della verità. Per regola�mento Blu potrebbe limitarsi a un rilancio da 100 miliardi, ma sarebbe ugualmente ultima in graduatoria e le toccherebbe ri�lanciare anche nella tornata suc�cessiva. I suoi cinque concorren�ti sono perfettamente consci del�le sue difficoltà e faranno di tutto per distanziarsi ancora di più, rendendo più difficile e costosa un'eventuale rincorsa. Si tratta, però, di uno scenario veramente molto teorico, perché ieri sera, al termine delle riunio�ni, tra i soci e il management della società si respirava un cli�ma davvero pesante. Il problema di fondo, cioè il ruolo di British Telecom attuale azionista con il 200Zo e perno tecnologico del grup�po, sarebbe rimasto irrisolto. L'impegno ad acquisire il pac�chetto di maggioranza con la contestuale diluizione delle quo�te dei soci italiani, guidati dal gruppo Benetton, non è stato rispettato, né si sarebbe trovato un accordo su tempi, prezzi e modalità tecniche per conclude�re l'operazione in una fase suc�cessiva. Gli inglesi avrebbero voluto rimandare tutti i chiarimenti a dopo l'asta. I soci italiani, ed in particolare Benetton che è il più esposto (con il 410Zo complessivo di Blu), insieme a Caltagirone, non se la sarebbero sentita di firmare ima sorta di cambiale in bianco. Autostrade vuole ricon�centrarsi nel core business e comincia a mal sopportare il peso dell'esposizione in Blu. Sen�za contare che Blu non l'hanno creata i Benetton, ma l'hanno trovata dentro la società Auto�strade rilevandola dall'Ili, com�presi i patti con gli altri soci che oggi sembrano crollare misera�mente. Patti siglati a suo tempo con i britannici da Giancarlo EÙa Valo�ri, unico caso che si ricordi di manager di una società pubblica confermato dai suoi nuovi azioni�sti privati (per tre anni e con un impegno scritto del nuovo socio di maggioranza). Sono gli stessi accordi che attribuiscono la gui�da operativa di Blu a British Telecom con ima quota di mino�ranza, e che oggi il nuovo ammi�nistratore delegato delle Auto�strade, Vito Gamberale, conte�sta. Va da sé che se l'avventura di Blu neU'Umts fallisce, né BT ne lo stesso gruppo Benetton ci avranno fatto una bella figura. Tanto più che questa precarietà degli equilibri azionari si era palesata ben prima dell'avvio dell'asta. Sul futuro stesso di Blu, titolare di una licenza Gsm, gra�vano forti incognite. Gli osserva�tori già ipotizzano la successiva confluenza della società in uno dei consorzi che avranno ottenu�to la licenza Umts. Se la gara finisse oggi, per la cronaca, le tre licenze da 10 megahertz sarebbe�ro assegnate a Omnitel (4.740 miliardi), Wind (4.700) e Tim (4.680), mentre le due più grandi da 15 mhz andrebbero a Ipse (6.330 miliardi) e Andala (6.300). Forse stamane Casini va da Cardinale A quei punto la gara frutterà 26.750 miliardi All'assemblea dei soci un'aria pesante Il problema British Telecom è rimasto irrisolto

Persone citate: Casini, Enrico Casini, Giancarlo Eùa, Mario Sensìni, Salvatore Cardinale, Vito Gamberale

Luoghi citati: Caltagirone, Cardinale, Ipse, Omnitel, Roma