Vince il laser più veloce, nato al Cnr

Vince il laser più veloce, nato al Cnr VENERDÌ' I PREMI ITALGAS 2000 Vince il laser più veloce, nato al Cnr Riconoscimento anche a uno studio sull'ozono DOPODOMANI, venerd�20 ottobre, saranno conse�gnati a Torino i Premi Italgas 2000 per la ricerca e l'innovazione tecnologica. I vin�citori della XIV edizione sono Orazio Svelto (Politecnico di Milano e Cnr) per aver realizza�to un nuovo laser particolar�mente utile allo sviluppo delle telecomunicazioni ottiche e An�dreas Hofzumahaus e Gus Han�cock, (tedesco, ricercatore al Forschungszentrum di Dussel�dorf il primo; inglese, professo�re di chimica a Oxford il secon�do) per aver chiarito che ruolo gioca l'ossidrile nella fotolisi dell'ozono presente nella bassa atmosfera. Accanto alla mondanità (la cerimonia si svolge al Teatro Regio davanti a 1.600 invitati e verrà conclusa da un concerto di Goran Bregovich) il giorno prima, gioved�19, è prevista una lezione accademica dei vin�citori che, nell'aula magna del Politecnico di Torino, illustre�ranno i risultati delle loro ricer�che. Non vanno dimenticate le "Idee per il futuro" le due borse di studio che, in concomitanza del Premio, l'Italgas assegna a due giovani e promettenti ricer�catori. Quest'anno sono la friula�na Cristina Picco e la piemonte�se Daniela Re (di 24 e 26 anni) che si sono occupate rispettiva�mente delle politiche ambienta�li pubbliche di Vienna e degli indicatori di qualità urbana, ovvero di come progettare ima "città sostenibile". Cerchiamo di capire le ricerche che si sono guadagnate il premio Italgas 2000 (80 mila euro per progetto, 150 milioni di lire). Orazio Svel�to è un dei pionieri italiani della fisica dei laser. Ha iniziato a studiarli e costmirli quarant'anni or sono e il suo currriculum onorum è poderoso. Nel 1997 presso il Centro di elettronica quantistica del Cnr (Dipartimento di Fisica del Poli�tecnico di Milano) ha raggiunto il culmine della sua carriera realizzando un laser a erbio-itterbio con pompaggio a diodi con cui ottiene impulsi di dura�ta ultrarapida, fino a 4,5 femtosecondi, un record mondiale tuttora imbattuto. «Con il nostro sistema ci spiega Svelto siamo riusciti a ottenere impulsi di 4,5 femtosecondi e dotati di energia di 70 microjuole. Il precedente re�cord, risalente a 10 anni prima per opera dei laboratori della ATT, aveva fatto registrare im�pulsi di 6 femtosecondi, ma con un energia 10 mila volte inferio�re a quella da noi ottenuta". Un femtosecondo è 10^-15 secon�di, cioè un milionesimo di mi�liardesimo di secondo. Se diamo al femtosecondo le dimensioni di un mattone, in proporzione il secondo è grande quanto un palazzo di 300 milióni di piani; 4,5 femtosecondi è un risultato importantissimo se si pensa che, normalmente, i laser in uso oggi hanno impulsi della durata di 10/100 picosecondi (un picosecondo è 10 ^ -12 secondi). Questo raffinatissimo raggio di luce ha perlomeno 3 applica�zioni importanti. La prima è quella di perfezionare tutte le componenti delle trasmissioni di tipo ottico, strumenti che di solito funzionano con laser più "grossolani" (che producono im�pulsi di 10/100 picosecondi). Forzando il paragone è come se a un restauratore fosse dato di intervenire su un quadro con un pennellino finissimo al posto di una pennellessa da imbianchi�no. La seconda applicazione, per ora teorica, riguarda la co�struzione di commutatori ottici da sostituire agli attuali commu�tatori elettronici che sono una sorta di collo di bottiglia, in quanto gli impulsi ottici vengo�no trasformati in impulsi elettri�ci, indirizzati e rilanciati nuova�mente come impulsi ottici. Un terzo utilizzo del laser costruito a Milano (brevettato dal Cnr a livello intemazionale) riguarda gli esperimenti di fisica della materia. Attualmente per acce�lerare le particelle e studiare il plasma si usano laser molto potenti e costosi, grandi quanto una villetta, che richiedeno in�vestimenti non inferiori a 10 miliardi di lire. Il laser erbio-itterbio è invece grosso come uno scatolone, sta su un tavolo e costa 300-400 milioni. Dunque gli studi di fisica delle particelle divengono molto più a portata di mano (e di tasca). Il lavoro di Andreas Hofzu�mahaus e Gus Hancock ha inve�ce ihciso profondamente sulle conoscenze che gli scienziati avevano in chimica dell'atmo�sfera terrestre, un sistema delle mille variabili, in costante evo�luzione e capace di "autopurificarsi". Uno degli "spazzini" dell' atmosfera è l'ossidrile (un ato�mo di idrogeno legato a imo di ossigeno) che, giocando un mo�lo chiave in complesse reazioni chimiche, è capace di limitare i danni di effetto serra e piogge acide. La produzione spontanea di ossidrile avviene per dissocia�zione dell'ozono presente nella troposfera (la fascia che va dal suolo ai 7-8 km di altezza). Ma quanto ossidrile viene prodotto ogni anno? La dissocia�zione è innescata dai raggi del sole (fotolisi), ma in quali condi�zioni? Il complesso lavoro di misurazione dei processi chimi�ci svolto da Hofzumahaus e Hancock ha profondamente mo�dificato le vecchie idee: nell'at�mosfera si produce molto più ossidrile. «È un grande risulta�to, ma non cambia le cose», ammonisce Hancock. «Il proces�so è più efficiente del previsto, ma i livelli di inquinamento dell'aria restano gh stessi: allar�manti». Andrea Vico Venerd�a Torino premiati un inglese un tedesco e un italiano A sinistra l'taliano Orazio Svelto, a destra il tedesco Andreas Hofzumahaus, sotto il britannico Gus Hancock Laser agli infrarossi basato su una ricerca sulle scariche d�gas a radiofrequenza

Luoghi citati: Milano, Oxford, Torino, Vienna