Trino, la rabbia di chi ha perso tutto

Trino, la rabbia di chi ha perso tutto LATRAGEDIA DI UN COMUNE DEL VERCELLESE Trino, la rabbia di chi ha perso tutto «La mia azienda è distrutta, come nel '94» Franco Cottini Enrico De Maria VERCELLI Giorgio Marchionni ha una piccola azienda commerciale nella frazione Cappelletta di Trino. Vende bombo�niere e articoli regalo per nozze. Nel '94 l'alluvione l'ha distrutta. Lui l'ha ricostruita e domenica il Po l'ha disintegrata per la seconda volta. Così, ieri, Marchionni è salito sul tetto di ciò che rimane della sua azienda, la Art Nova, con la sua gatta, Titina, e un ombrello rosso per ripararsi dal sole beffardo, final�mente apparso dopo giornate di Piogge E dal tetto s é messo a gridare che voleva parlare con i sindaci di Palazzolo e di Fontanetto Po e con i giornalisti. E' stato tre ore lassù, poi quando è arrivata anche la Rai, è sceso e ha sfogato la sua rabbia contro chi in sei anni non ha fatto nulla per proteggere la sua città. «Non sono nato a Trino ha detto ma voglio bene a questa cittadina e non ho nessuna intenzione di lasciar�la, ma come faccio a ricominciare da capo?». E cos�dicendo ha indicato lo scheletro della sua ditta, spazzata via dal Po. Quello di Marchionni non è un caso isolato. Trino freme di rabbia per un disastro che la gente conti�nua a definire «annunciato». Per quell'argine di sabbia cancellato dal Po, per le tv che hanno ignorato l'alluvione della città, per i soccorsi che arrivano a rilento. «Perché non ci mandate l'esercito hanno detto al vice prefetto Maretta -per aiutar�ci almeno a spalare il fango?». Stessa richiesta fatta, nel pomeriggio, al presidente della Regione Ghigo, ac�corso al Centro operativo trinese. Da Vercelli arriva la notizia che oggi arriveranno a Trino gli studenti delle superiori che già svolgono ope�ra di volontariato per aiutare le famiglie alluvionate. Ed è un gesto significativo. Cos�come è significati�va la scelta degli insegnanti di Boccioleto (minuscolo centro della Valsesia) di andare a far lezione a piedi, passando da una mulattiera. E a Balmuccia è stata scavata una passe�rella provvisoria sulla frana, sem�pre per consentire il transito dei docenti. La Cappelletta di Trino è il simbo�lo del Vercellese che si avvia lenta�mente verso la normalità, un tra;uardo comunque faticoso e ancora ontano da raggiungere. Ben più difficile à ancora la situazione nel vicino Casalese, che l'alluvione ha messo in ginocchio. Nell'area indu�striale verso Villanova ci vorranno mesi perché le aziende possano ri�prendere l'attività normale. Alla Cerutti, colosso mondiale nel settore delle rotative, solo ieri si è riusciti ad entrare nello stabilimento. A Mora�no manca ancora la luce, a Balzola c'è sempre acqua alta nelle strade. A Terranova ieri una donna di 72 anni è morta per la caduta dal balcone del primo piano, forse perché la ringhiera ha ceduto. La ferrovia per Mortara è ancora interrotta e cos�la statale della Lomellina a Isola San�t'Antonio, sprofondata di 4 metri vicino alponte sul Po. Ancora grave la crisi in Val d'Os�sola: molti gli sfollati e una frana incombe a Trascuera, mentre Bognanco e Macugnaga sono sempre isolate. Il Lago Maggiore si ritira, ma con lentezza. Nel Verbano sono centinaia le aziende artigiane di�strutte : azzerata la produzione florovivaistica, innumerevoli serre e piantagioni distrutte. Una cinquantina di paesi nel Nord della provincia di Asti (i più importanti sono Moncalvo, Portacomaro e Calliano) sono ancora senza acqua e rischiano di restarci almeno fino a sabato: le pompe dell'acque�dotto del Monferrato sonò state allagate e si è dovuto smontarle per farle revisionare. E' sempre chiusa la linea ferroviaria Asti-Chivasso per i problemi del ponte sul Po a Ghivasso. Ad Asti il guado sul Tanaro, realizzato in attesa della costru�zione del ponte che sostituirà quello lesionato dalla piena del '94, è stato aperto ieri e subito richiuso per controlli: lariapertura definitiva era attesa per la serata. Nelle valli del Po e del Tanaro, in provincia di Cuneo, una decina di piccoli centri sono isolati e 50 persone sfollate. La gente infuriata: «Questa piena è un disastro annunciato e i soccorsi continuano ad arrivare a rilento» -Ji* Marchionni, l'uomo che a Trino è salito sultano della sua fabbrica distrutta, per attirare l'attenzione di autorità e media sulla diffìcile situazione del paese in cui vive e lavora