Sulla strada per Gressoney tra fango e case sventrate

Sulla strada per Gressoney tra fango e case sventrate UNA DELLE CAPITALI DELLO SCI ISOLATA DA QUATTRO GIORNI Sulla strada per Gressoney tra fango e case sventrate reportage Stefano Sergi inviato a GRESSONEY-SAINT-JEAN D opo quattro giorni di inutili tentativi per raggiungere in auto e fuoristrada GressoneySt-Jean, divorata dall'alluvione e ta�gliata fuori dal mondo, la speranza è una piccola moto «Yamaha 250» da enduro. Ieri, ore 12,30. Al bivio di Pont-St-Martin due carabinieri bloc�cano chiunque voglia andare a curio�sare laddove non sono ancora arriva�te nemmeno le carovane dei soccor�si. A Gressoney mancano 25 chilome�tri. La moto sobbalza tra frane e smottamenti fino a Fontainemore, con l'aria che diventa sempre più fredda. Ma duecento metri dopo il paese, comincia un inferno di fango, massi, case devastate, boschi tagliati a metà. Sulla strada ci sono due voragini in 100 metri. Bisogna aspet�tare che si fermi un escavatore, poi la piccola moto può arrancare verso Gressoney. Mancano ancora 14 chilometri. Un altro tratto saltellando sul terric�cio, ed ecco che la strada lascia di nuovo il posto al torrente. Un cartel�lo indica la diga di Guillemore, ormai Issime è vicina. Dietro alle curve, c'era un enorme pianoro, con fatto�rie, stalle, il campo sportivo. Al loro posto, ora c'è una distesa di sassi e fango. Le case della famiglia Consol, allevatori da una vita, sono tagliate a metà. In un prato, ciò che resta delle loro mucche è ammassato in attesa di essere portato via. Dalle abitazioni sventrate, le tende che sventolano formano una sorta di bandiera dell'Apocalisse. Impossibile capire dove sia il letto originario del torrente. Il campo sportivo è una distesa di fango. All'ingresso del centro di Issime, mancano all'appello un pezzo di stra�da e una fetta di area verde. Dopo due chilometri, nuovo stop di fronte al santuario che annuncia Gaby. La strada è finita di nuovo nel Lys. La moto sussulta nel fango, ma si prose�gue. Il vecchio ponte del cimitero, rispetto a cinque giorni fa, ha un'ar�cata in meno. Ancora su, verso Gres�soney, mancano 8 chilometri. A Pont Trentaz la strada sale ripida, l'aria è sempre più fredda. La piccola moto è costretta a fermarsi nella piana, per�ché è sparito tutto. Il torrente ha cambiato sede, la strada è sparita, i tralicci sono divelti, il paesaggio è lunare. Impossibile passare attraver�so i prati, la moto scivola. Si apre un varco tra gli escavatori, si può prose�guire nel fango. Ma prima di raggiun�gere Weissmatten, sede di una delle più belle piste da sci d'Europa, c'è l'epicentro dell'Apocalisse. Una fra�na immensa ha divorato tutto, spaz�zando via un condominio, sventran�do la strada e le case. E il peggio è sulla montagna, dove ci sono un milione di metri cubi di roccia che si stanno muovendo. Tutte le case nel raggio di un chilometro sono state sgomberate. La moto si arrampica su una pista di fortuna costruita in mezzo alla frana, si passa sotto ciò che resta del grande piazzale sede della festa della birra, in uno scena�rio irreale, di completa distruzione. Bisogna accelerare, perché nella notte la frana si è mossa di 20 centimetri, abbastanza per terroriz�zare chiunque, anche se nel fango ci sono i soccorritori al lavoro per libe�rare i mezzi di soccorso rimasti bloc�cati dal disastro. E dopo 3 ore di viaggio, ecco Gressoney-St-Jean, irri�conoscibile. Le strade verso Weis�smatten sono deserte. Carabinieri, vigili del fuoco e Corpo forestale si affannano di fronte al palasport per radunare e scortare verso la Bassa Valle 150 turisti rimasti bloccati da sabato sera. Gli elicotteri volteggia�no di continuo, unico tramite con il resto del mondo. Servono per tra�sportare viveri e medicinali e per sorvegliare l'immensa frana. In mu�nicipio, ci sono due tecnici francesi di Telecom Sans Frontières. In un angolo, acqua minerale e latte da distribuire alla gente e una ragazza che piange, incredula. E tra i turisti che aspettano il «via libera» per sgommare sotto la frana, gli sguardi sono tutti rivolti a quel milione di metri cubi di roccia in bilico su Weissmatten. L'incubo continua. Voragini per centinaia di metri Un condominio spazzato via dalle acque Centocinquanta turisti bloccati

Persone citate: Pont, Stefano Sergi, Weis

Luoghi citati: Europa, Fontainemore, Gaby, Gressoney, Issime, Pont Trentaz