Vallate fantasma, cancellate dalla grande piena di Guido Novaria

Vallate fantasma, cancellate dalla grande piena INVOLO SUL DISASTRO UNA PROVINCIA IN GINOCCHIO Vallate fantasma, cancellate dalla grande piena Da Lanzo al Canavese, decine di paesi isolati e privi di aiuti reportage Guido Novaria TORINO IN elicottero su quella fetta di Piemonte ancora una vol�ta in ginocchio per l'alluvio�ne. In alto, oltre i 1800 metri, le neve ha preso finalmente il posto della pioggia che ha in�grossato torrenti e fiumi. La temperatura è scesa di parec�chio, ma solo da qualche cami�no di tante frazioni sorvolate dalle valli di Lanzo al Canavese esce del fumo: un'ulteriore conferma dell'esodo di centina�ia di persone costrette a trova�re riparo altrove. «Visto dall'al�to è ancora peggio di quanto potessimo immaginare» dice sconsolato Deodato Scanderebech, assessore regionale del Piemonte all'agricoltura. Etta�ri di terreno allagati, centinaia di stalle evacuate, attrezzature distrutte: danni per miliardi (250, dicono le prime stime, ma potrebbero essere molti di più). «E' un bilancio che purtroppo crescerà ancora» dice Scanderebech mentre continuano ad arrivare segnalazioni dramma�tiche di margari bloccati anco�ra in montagna con mucche e pecore: «Pensare al loro recupe�ro è quasi impossibile se il tempo non migliora» dicono i soccorritori. L'elicottero risale le valli di Lanzo: la Stura ha cancellato ponti e argini, decine di frazio�ni sono ancora isolate e nessu�no sa quanto ci vorrà per raggiungerle. Pochi minuti di volo, dopo aver lasciato la Valgrande, per arrivare in valle Orco. L'elicottero «buca» una nebbia leggera che riesce a coprire solo in parte le dimen�sioni del disastro. A Locana, sul piazzale davanti all'ospeda�le si notano mezzi di soccorso che scaricano decine di perso�ne: sono gli sfollati della valle oltre un centinaio in due giorni che hanno riempito in ogni angolo il piccolo presidio ospe�daliero. Le frazioni a monte di Locana sono ormai deserte: a Rosone sono rimasti in pochi dopo che il rio Piantonetto ha inghiottito un lungo tratto del�la statale, distruggendo case, magazzini, portandosi via i ca�vi del telefono e dell'energia elettrica. La nebbia si abbassa mentre l'elicottero s'infila nel vallone chiuso in alto dai muraglioni di tre gigantesche dighe che nascondono i laghi di Teleccio, Eugio e Valsoera: «Nessun cedimento, anche se sono circo�late molte e mutili voci allarmi�stiche dice Roberto Garbati, direttore generale dell'Aem di Torino, proprietaria degli im�pianti le dighe hanno contenu�to le piene». Oltre il vallone di Piantonet�to, si apre la Valsoana, o meglio quello che è rimasto di una vallata fantasma dove centina�ia di persone hanno lasciato Ronco, Valprato e Piamprato minacciate dalle acque impaz�zite del Soana e dei suoi affluen�ti. «A fatica stavamo ripristi�nando ponti e strade già cancel�late dall'alluvione di sette anni fa dicono i sindaci questa volta rischiamo davvero di spa�rire dalle cartine geografiche». Scende ancora di quota l'eli�cottero fino a sfiorare le case: nel villaggio Beta^sa, tre villet�te sono in piedi per miracolo, mentre il torrente scorre un paio di metri più in basso. A Piamprato, solo gli anziani han�no voluto rimanere, chiusi nel�le loro case da giorni senza luce: «Di qui non ce ne andia�mo» hanno ripetuto ai soccorri�tori del 118. Oltre la Valsoana si apre il vallone di Frassinetto, solo in parte risparmiato dalla furia delle piene. Ma è qui che si concentrano soprattutto i margari che devono scendere in pianura: «Ancora qualche giorno di freddo e pioggia e i nostri animali saranno sfiniti». Ancora Scanderebech: «Un ulte�riore danno per chi, con sacrifici incredibili, mantiene viva la zootecnia in montagna». Riprende la strada della pia�nura l'elicottero dopo aver sfio�rato i fianchi di una montagna che continua a riversare a valle acqua: «Dopo la pioggia e i fiumi in piena, dovremo fare i conti con frane e smottamenti, in un territorio già ad alto rischio idrogeologico» dicono allarmati i sindaci. In molti sono ancora impegnati nella ricostruzione dopo l'alluvione di sette anni fa. E adesso si deve ricominciare dalle stesse strade e dagli stessi ponti appe�na ripristinati e che le piene di venerd�e sabato hanno cancel�lato un'altra volta. In alcune case solo gli anziani hanno voluto restare: «Da qui non ce ne andiamo» In volo con l'elicottero della Regione Piemonte sul Canavese devastato

Persone citate: Deodato Scandere, Roberto Garbati, Ronco, Rosone, Scanderebech