LA MODERNITA' DEL DANDY

LA MODERNITA' DEL DANDY UNIONE CULTURALE LA MODERNITA' DEL DANDY Film e conferenze per riscoprire l'anticonformismo di Oscar Wilde IA tentazione più immediata, e forse la più ovvia, parlando di Oscar Wilde, ^sarebbe quella di scorgere in lui un antesignano del gaypride. Si tratterebbe di una semplificazione, anche se la sua omoses�sualità, perseguibile allora penalmente in Gran Bretagna, lo portò in prigione, dove scrisse due delle sue opere più intense e turbate, La ballata del carcere di Reading e DeProfùndis. Non è questo l'unico o principa�le aspetto della modernità di Wilde (primo insieme a George Bernard Shaw e seguito poi da James Joyce e da W.B. Yeats, degli irlandesi protagonisti della moderna lettera�tura dilingua inglese), della sua attualità. Nato nel 1854, al culmine del vittorianesimo borghese, morto proprio all'inizio del nuovo secolo, nel 1900, ai codici borghesi del vittorianesimo egli diede il primo scrollone. Nasce cos�la nuova concezione, frettolosa�mente etichettata di decadentismo, dell'auto�nomia dell'Arte, che si incentra innanzitutto sul famoso aforisma che la natura imita l'arte, e non il contrario: «La natura ha ovviamente buone intenzioni ma, come disse una volta Aristotele, non le sa portare a compimento». Ecco una delle armi predilette da Wilde: l'arguzia, la battuta irriverente e folgorante; che sostanzia le sue commedie, ad esempio L'importanza di chiamarsi Emesto io «di essere serio»,secondo il gioco intraduci�bile di parole dell'originale). In secondo luo�go, anticipando tra l'altro Borges, Wilde in un classico saggio sulla «decadenza della menzo�gna» insegna che l'arte è, in quanto invenzio�ne, precisamente menzogna, e non servile rispecchiamento della realtà.Il suo deliberato atteggiarsi a dandy incarna il disprezzo per il conformismo e la rispettabilità borghese tipi�ci della società industriale e del profitto, quella che oggi si esalta nella mistica della globalità. In un mondo senza sicure certezze, spetta all'artista dichiarare la verità, con tutti i rischi che ciò comporta. Se l'arte è vita, però, resta 0 pericolo che proprio l'arte si illuda di sopraffare la vita: questo il senso del romanzo II ritratto di Dorian Gray, in cui l'arte può e deve sollevare il velo del mistero della vita ma non sa evitare il decadimento morale e fisico dell'artista se questi cede all'inganno dell'eterna giovinezza e purezza. Con tutto questo, l'artista diviene una sorta di profeta secolare, in questo aprendo la strada al moderno. Altrettanto si dovrà osser�vare a proposito di un tabù che Wilde affronta con singolare anticipo sui tempi, quello della urgenza delle pulsioni sessuali. E' il caso ancora di un testo teatrale, la drammatica Salomé, scritta in francese per la grande Sarah Bemhardt e debitamente bloc�cata dalla censura, ma tuttora in odore di trasgressione blasfema. Lui, capace di scrive�re fiabe incantate come IZ prìncipe felice. Bisogna davvero riscoprirlo. Claudio Gorlier «A cento anni dalla morte di Oscar Wilde» è il titolo di un ciclo di incontri organizzati dal�l'Unione Culturale Franco Antonicelli di via Cesare Battisti 4b. Gioved�19 ottobre, alle ore 211 Gigi Livio introduce la proiezio�ne del film «Il ritratto di Dorian Gray» di Albert Lewin. Il 26 ottobre, ore 21, Mario Domenichelli parla di Wilde e Beardsley. Il 2 novembre, ore 21, Roberto Tessari introduce la proiezione di «Salomé» di Carmelo Bene. Info: 01 1/562.17.76. mm,. ; . Hi Quest'anno licorre il centenario della morte di Wilde

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