Rai al via con Lazarev che dirige Wagner e Mahler di Leonardo Osella

Rai al via con Lazarev che dirige Wagner e Mahler Rai al via con Lazarev che dirige Wagner e Mahler I direttori russi sono di casa a Torino, offrend saggi magistraU di queUa grande scuola musicali Dopo le meraviglie targate San Pietroburgo (co: Temirkanov, Gergiev e U giovane Noseda) tra Sette: bre Musica e Concerti del Lingotto, ora è l'Orchestri Sinfonica Rai a portare anzi a riportare sul podi ima «bacchetta» russa: Aleksandr Lazarev, attivo Mosca e in particolare al Bolshoi (ma anche lui inizii gU studi a San Pietroburgo, allora Leningrado). Dopi l'apertura deUa stagione gioved�12, si repUca vener�d�13 aUe 21 (Wagner e Mahler); poi nuovo program�ma gioved�19 aUe 20,30 e venerd�20 alle 21 (Strauss e Ciaikovskij). GU appuntamenti, come sempre, sono all'Auditorium Giovanni AgnelU del Lingotto. Per la proposta basata su Wagner e Mahler ci saranno anche il mezzosoprano Ins VermilUon e U tenore Roland Wagenfuhrer, voci richieste in partitu�ra da Gustav Mahler per «Il canto della terra». Come si sa, l'autore la considerava una vera sinfonia, forse per esorcizzare (invano) U fatidico «nove e non più nove» che sembrava connotare la produzione sinfoni�ca dopo Beethoven. Scritta appunto dopo la masto�dontica e affermativa «Ottava» (Sinfonia dei Mille), se he distacca per U linguaggio «che non si può definire neppure negativo ha scritto Quirino Principe ma misterioso e reticente, attratto daUa coesistenza di compiuto e d'incompiuto». Un esempio per tutti: l'ultima parte si intitola «Il congedo», ma si chiude sulla parola «ewig», cioè «sempre». Originale la scelta dei testi: si tratta di sei deUe poesie cinesi che erano state tradotte in tedesco e raccolte in antologia da Hans Bethge col titolo «Il flauto cinese». Amore e morte, piacere deUa natura e del vino fecondano una partitura ammaUante, a tratti cupa e a tratti iridescente. Wagner sarà invece rappresentato da «Preludio e morte di Isotta», che egU stesso ideò accostando in un mirabUe «unicum» l'inizio e la fine deU'opera «Tristano e Isotta». Il 19 e U 20 ottobre Lazarev inizierà con «Metamorphosen» di Richard Strauss: una pagina particolare, destinata a 23 archi soUsti (10 violini, 5 viole, 5 violoncelli, 3 contrabbassi), che frammischiano le loro parti in un vUuppo di linee complesso eppure sempre terso e limpido. Il lavoro è piuttosto sereno, anche se ampie intrusioni di cupezza ci ricordano che ■ U compositore aveva aU'epoca (il 1945) 81 anni e viveva amaramente le notizie suUa guerra (proprio mentre scriveva le «Metamorfosi», la Wiener Staatsoper cadeva distrutta sotto i bombardamenti). Lazarev si congederà dal pubbUco guidando l'Or�chestra alla «Sinfonia n. 4 in fa minore op. 36» di Ciaikovskij. Accompagnata da un canovaccio pro�grammatico, essa si regge sul principio degU opposti: U bene rappresentato da, un ottimismo più caricato e febbrile che autentico, e il male simboleggiato da un Fato ostUe «che pende sopra la nostra testa come la spada di Damocle e ci avvelena di continuo l'esisten�za». Sempre molto ammirato da chi ascolta è il terzo movimento, connotato da un lungo ed efficace «Pizzicato» degU archi, abilmente giocato tra «piano» e «forte» e contrasti ritmici. Leonardo Osella gg

Luoghi citati: Leningrado, Mosca, San Pietroburgo, Torino