Le verità della luce tra Caravaggio e Rembrandt

Le verità della luce tra Caravaggio e Rembrandt BERGAMO Le verità della luce tra Caravaggio e Rembrandt Marco Rosei LA Luce del vero è certamente la più singolare delle mostre «giubilari», con il suo gran concorso di enti pubbhci ed economici nazionali e bergama�schi e la sua dedica «All'Amatissi�mo Beato Papa Giovanni XXIII» e il poderoso corredo di saggi sul catalogo Silvana che, con poche eccezioni, appare scandito e serra�to fra i due estremi di quello iniziale di Gianfranco Ravasi, La vita era la luce sulla luce epifanica divina, e la recisa affermazione di Calvesi introducendo Caravag�gio: «La luce caravaggesca non può avere che un significato idea�le e divino». Niente male per il pittore a cui Ferdinando Bologna ha dedicato un intero volume. L'incredulità del Caravaggio. E certo per rendere sublime la prima sezione caravaggesca della mostra basta e avanza l'eccezio�nale concessione da parte dei Musei Vaticani della Deposizione nel sepolcro, proprio quella, fra le opere del Caravaggio dove tutto, e innanzitutto l'abbaglio violento e tangibile del «foto�gramma» di luce scultore di for�me, è immanente, non trascen�dente, non visionario ma fisica�mente urlato, con lo spazio dell'il�lusione brutalmente irrompente nello spazio reale con l'angolo della pietra tombale. Non è certo per spirito mistico che il braccio pendente di Cristo potrebbe aver ispirato quello del Marat «marti�re» di David. Intorno a quest'opera fra le più sovversive al mondo, altre quattro tele, fra le quali solo l'Incoronazione di spine del Mu�seo di Vienna è riconosciuta oggi unanimamente come autografa del maestro. Altri sono i punti di forza di una mostra che schiera un altro nome altissimo come quello di Rembrandt, ma che assai meglio giustifica il richiamo alle folle presentando, in nome del «caravaggismo europeo», altre due fi�gure di pari altezza e dignità ma assai meno note, lo spagnolo Zurbaran e il lorenese de La Tour. Anche per Rembrandt vi è un capolavoro assoluto, Pietro rinne�ga Gesù del Rijksmuseum di Am�sterdam, un esempio fra i più alti dell'estrema complessità «galile�iana» dell'analisi del pittore sulle fonti ed effetti di luce diretta, schermata, riflessa, testimoniata dall'allievo Samuel van Hoogstraten, in una densità ecumenica spaziale che rifiuta ogni contra�sto manicheo tra luce e ombra. Il visitatore potrà invece trova�re tutti i valori trasfiguranti e mistici della luce di Rembrandt. nella formidabile serie delle sue maggiori acqueforti «evangeli�che». Ma sarà soprattutto esaltan�te la scoperta delle luci magiche e trascendenti, fra di loro diverse come diversa (e assai diversa dal Caravaggio) è la loro mistica cat�tolica, del supremamente spagno�lo Zurbaran, l'ino all'apparizione totemica del San Francesco del Museo di Barcellona, e di La Tour, pittore di Mazarino, un Vermeer illuminalo dallo candele di Fort Royal. Fra i capolavori esposti anche «La deposizione nel sepolcro» dai musei vaticani «San Francesco d'Assisi» di Francisco de Zurbaran La luce del vero Bergamo, Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea Fino al 17 dicembre

Luoghi citati: Assisi, Barcellona, Bergamo, Caravaggio, Vienna