Madri, prove d'amore, strappi, intimità: così narrano le israeliane di Elena Loewenthal

Madri, prove d'amore, strappi, intimità: cos�narrano le israeliane Madri, prove d'amore, strappi, intimità: cos�narrano le israeliane RASSEGNA Elena Loewenthal GLI israeliani leggono sem�pre di più. Nel 1999 si stima che siano stati ven�duti 14 milioni di libri: cifra da capogiro, in un Paese grande poco più della Lombar�dia, e con circa cinque milioni di abitanti. Cifra scandalosa, al pa�ragone con le analoghe statisti�che del Bel Paese. Ma c'è una cosa che, al di là dell'abissale distanza, accomuna i consuma�tori di carta stampata (e rilegata) da un capo all'altro del Mediter�raneo: tanto in Italia quanto in Israele i lettori «forti» apparten�gono al sesso, si fa per dire ormai, debole. Le donne compra�no e leggono molto più degli uomini. Di contro a questa predomi�nanza che, come altrove, ha ancora un inconscio sapore di liberazione, di confronto con un mondo per secoli e miUenni nega�to alle donne quello delle lette�re -, stupisce un poco riconosce�re nella vistosa affermazione della letteratura israeliana al�l'estero una presenza pressoché unanimamente maschile. I ro�manzi che hanno segnato in questi ultimi anni l'appassiona�ta scoperta di questa scrittura nazionale paragonabile a quan�to successe un ténipò" icori là let^ratura sudamericana -,. so�nò tutti opere maschili. Di fronte a firme in odore di Nobel quali Yehoshua e Oz e altre di grandis�sima levatura (Kaniuk, Shabtai, Tammuz, per fare qualche esem�pio), si staglia un apparente si�lenzio femminile. La realtà è che una scrittura femminile israeliana esiste ecco�me; da quando, nel 1948, è rinato lo Stato ebraico, una schie�ra di autrici marca il cammino della letteratura nazionale. Ma, rispetto all'universo maschile, non sono emerse sino ad ora figure di spicco tale da poterle riconoscere fra le fila di un gruppo compatto. V'è forse Ama�lia Cahana-Carmon, autrice diffi�cile e pressoché intraducibile (e infatti tradotta quasi soltanto... in cinese!), ma per il resto, a partire dagli Anni Ottanta so�prattutto, troviamo una gran quantità di firme e spunti e una produzione ondivaga, di scrittri�ci che vanno e vengono. E' probabilmente soltanto questione di tempo, come lascia�no intendere le ultime stagioni della letteratura israeliana, in cui effettivamente pare di rico�noscere nuovi talenti e un certo qual «consolidamento» del me�stiere di scrittrice in ebraico. Un ruolo fondamentale ha avuto in questo senso Orly Ca�stel Bloom, «giovane» (con tutta la soddisfazione del caso e so�prattutto di chi scrive, definire «giovane» una scrittrice ormai quarantenne ha un che di beffar�do, eppure oggi si dice così) autrice di Tel Aviv e portavoce di una letteratura d'avanguar�dia, graffiante e a volte un po' ermetica. Pensare che di lei in itahano disponiamo per ora sol�tanto del tenero Di cosa sono fatti i baci (Mondadori Junior). Ad ogni buon conto, una fortu�nata coincidenza editoriale ha messo per la prima volta a dispo�sizione del lettore italiano un significativo «campionario» di scrittrici israeliane da cui farsi un'idea della varietà di stili, ambiti e tendenze. Prove d'amore è il primo ro�manzo di Savyon Liebrecht (na�ta nel 1948), sino al 1998 cimen�tatasi soltanto con il racconto, pubblicato in itahano dalle edi�zioni e/o. In questa storia strug�gente a un appassionato adulte�rio fa da sfondo il rapporto generazionale fra i sopravvissu�ti alla Shoah e i loro figli: l'ottusi�tà malata della vecchia madre di Hamutal è forse il simbolo di quella inguaribile incomunicabilità che distanzia i testimoni da coloro che sono venuti dopo. Ben diverso adulterio è quello che marca Una relazione inti�ma, primo romanzo di Zeruya Shalev (Frassinelli), cugina di quel Meir pubblicato in itahano dallo stesso editore, il quale dice con simpatia bonaria che questa «giovane» (e sia, classe 1959 anche lei) parente appartiene al ramo estroso della famigha. Que�sto romanzo è la prima esperien�za di scrittura erotica in ebraico, cioè nella lingua della Bibbia; ma il sesso è sempre condito di ironia, di una alienazione consa�pevole che permette alla protago�nista di vivere le sue esperienze e al tempo stesso di raccontarle senza veh, come attraverso la lente di uno spietato microsco�pio. La Shalev è indubbiamente autrice di vaglio, come testimo�nia il successivo romanzo da lei pubblicato in Israele accolto con grandissimo favore destina�to anch'esso ai tipi di Frassinelli. Cambiamo completamente at�mosfere con il romanzo-docu�mento di Judith Rotem, ima donna nata e vissuta per lunghi anni nel chiuso di un ambiente ultra-ortodosso. Dopo sette figli e la fatica di lavorare come insegnante per mantenere gh etemi studi talmudici del mari�to, Judith ha abbandonato quel mondo senza rimpianti. Lo strap�po (Feltrinelli) è la storia di Fffi, una giovane ortodossa con la voghe di studiare e vivere, ma soprattutto il frutto doloroso di un'esperienza autobiografica. Leggendo si ha l'impressione di varcare quel rigido confine fra laici e religiosi che è un tratto dominante nella società israelia�na di oggi. E il quadro della Rotem risulta assai più convin�cente e sfaccettato d�quello che Amos Gitai ha proposto allo spettatore con il suo Kadosh: un film per certi versi piatto, poco credibile nel suo perenne grigio�re. I colori abbondano invece nel�l'opera prima di Dorit Rabinyan, giovane (questa volta a buon titolo: è nata nel 1972!) autrice il cui Spose Persiane è apparso di recente presso Neri Pozza. E' questo un romanzo di costume, ambientato nel quartiere ebrai�co di un viUaggio persiano agh inizi del Novecento, carico di profumi, odori e tinte. Dalla Persia a Gerusalemme, attraverso quattro generazioni tutte femminili, nel libro di Shifra Hom, Quattro Madri (appe�na uscito da Fazi): un altro romanzo di costume denso di «materialità» e fitto di voci e suggestioni (molte, se il fiuto non m'inganna, tratte da un romanzo di Meir Shalev uscito in Israele nel 1991 e imminente per il lettore itahano, sotto il titolo Ilprojumo della mia tetra, presso FrassineUi. Ai lettori l'ar�dua sentenza). Nelle ultime stagioni si è assistito a un consolidamento del mestiere di scrittrice in ebraico. Fondamentale il ruolo avuto da Orly Castel Bloom, portavoce di una letteratura d'avanguardia, graffiante e a volte un po' ermetica L'inguaribile incomunicabilità fra i testimoni dei lager e coloro che sono venuti dopo, la prima esperienza di narrativa erotica nella lingua della Bibbia, una donna e il coraggio di ribellarsi a un ambiente ultra-ortodosso Shifra Hom Quattro Madri fazi pp. 305, L25.000 Savyon Liebrecht Prove d'amore ed/i/on/e/o, pp. 250, L. 25.000 Zeruya Shalev Una relazione Intima frass/ne///, pp. 313, L. 29.000 Judith Rotem Lo strappoFeltrìnelli, pp. 301, L 28.000 Dorit Rabinyan Spose Persiane Wen Pozza, pp. 200, L 24.000

Luoghi citati: Gerusalemme, Israele, Italia, Orly, Persia, Tel Aviv