Coetzee: gli animali salvati dai poeti, non dagli scienziati di Masolino D'amico

Coetzee: gli animali salvati dai poeti, non dagli scienziati Coetzee: gli animali salvati dai poeti, non dagli scienziati DA Platone in poi, il dialogo occupa un posto particolare nella saggistica ed è slato usato con efficacia, in quan�to consente all'autore di esporre più punti di vista e di concedere una leale possibilità di difesa a quelli che non condivide; di solilo però il gioco è truccato, e da ultimo c'è colui che risolve tutto con la slessa inevitabilità del detective dei libri gialli. Più sottilmente, e con più provocatoria ambiguità, l'illustre scrittore sudafricano J.M. Coetzee chiamalo a tenere due con�ferenze all'Università di Princeton ha proposto una variazione dell'illu�stre espediente tale da consentirgli di suscitare interrogativi anche in�quietanti, e nello stesso tempo di sottrarsi dalla necessità di imporre delle risposte definitive. I,suoi interventi sono infatti due, racconti in cui viene descritta una immaginaria scrittrice australiana, Elizabeth Costello, autrice soprat�tutto di un libro su Molly Bloom (quella dell't/Zisse di Joyce), invita�ta da una università americana a tenere una conferenza seguita da un seminario. I racconti riferiscono quello che Elizabeth Costello dice, ma anche come lo dice la donna è anziana, innervosita, e affronta un argomento che le sta a cuore ma nel quale per sua stessa ammissione non è esperta e le reazioni che ella incontra; perplessità da parte di molti ascoltatori, addirittura ostili�tà da parte di qualcuno; imbarazzo da parte del figlio, docente in quello stesso ateneo; malcelato disprezzo RECENMasD'Ada parte della nuora, che ha un PhD in filoso�fia ma che non ha tro�vato lavoro e che com�menta acidamente le sue dichiarazioni co�me quelle di una dilet�tante. Il tema di Elizabeth Costello, ovviamente caro a Coet�zee (il quale come la Costello è vegetariano, e i lettori ricorderan�no il finale del suo recente Disgroce (Vergogna), col protagonista ridotto a lavorare in una clinica veterina�ria dove vengono eliminati cani e gatti, i cui corpi a lui tocca di portare all'inceneritore) è la liceità di uccidere gli animali. La strage che l'uomo incessantemente fa del�le altre creature emoziona la donna al punto di fargliela paragonare alla Shoah, offendendo cos�un vecchio poeta ebreo, il quale le scrive una letteraccia e per protesta si rifiuta di partecipare alla cena ufficiale. Il principale argomento con cui l'uomo si ritiene in diritto di uccide�re gli animali è che essi sono diver�si, inferiori, cosa dimostrata dalla misurazione della loro intelligenza. La scrittrice sostiene però che appli�care il criterio della ragione agli animali, come fa persino Kant, è un arbitrio, in quanto la ragione è, appunto, umana. Lo scienziato stuIONE ino ico dia gli stratagemmi mediante i quali la scimmia prigioniera riesce a raggiungere le banane verso le quali egli le pone ostacoli sempre maggiori, ma non si domanda cosa la scimmia pensa per davvero (ossia, probabilmente: «Perché mi tormentano così?»). Nel semmario la Costello mostra come ben più degli scienziati talvol�ta siano i poeti a identificarsi con gli animali, a entrare nella loro pelle, o meglio, come lei dice, ad aprire loro il cuore. Il filosofo Tho�mas Nagel teorizza l'ùnpossibilità di capire cosa significhi essere un pipistrello, ma il poeta Ted Hughes è riuscito a entrare dentro un gia�guaro. Swift capisce la differenza tra animali e uomini, ma i suoi cavalli sono esseri troppo freddi, apollinei (e poi ignorerebbe i mah del colonialismo, ma qui la scrittri�ce ricorda male, il finale dei Viaggi di Gulliver ha una pagina fortissi�ma in proposito). Con le sue esitazioni, col suo rifiuto di accettare compromessi si autoaccusa, malgrado tutto, di portare scarpe e una cintura di pelle, il che definisce solo «un altro grado di oscenità» rispetto al man�giare came con la sua disperazio�ne, insomma, Elizabeth Costello è una figura dolorosa anche se tutt'al�tro che sprovveduta, il cui commia�to dal figlio alla fine è addirittura straziante; uno di quei pazzi estre�misti di cui c'è bisogno per cambia�re il mondo. E quanto profondamente incida�no le sue provocazioni lo mostrano i quattro commenti alle «lezioni» da parte di esperti di discipline correla�te, loro veri e viventi, riportati in appendice. Tra questi, la teorica della letteratura Marjorie Gerber indica altn esempi di animali antropomorfizzati e di romanzi accade�mici nel nostro tempo; il filosofo Peter Singer, grande paladino degli animali, quasi un po' perplesso nel vedersi scavalcato a sinistra rispon�de a sua volta con un dialogo in cui egli stesso incalzato dalla figlia finisce per sostenere, q^asi, la licei�tà di dare "una morte indolore a animali che non se ne rendano conto e che ne abbiano procreati altri, cos�da lasciare nel mondo, sempre, un identico quantitativo di benessere animalesco; l'esperta di storia di religioni Wendy Doninger indica molto opportunamente im�portanti casi di estremo rispetto per la vita degli animali in più culti. Chi trionfa è la zooioga Barbara Smuts, che lei s�ha «aperto il suo cuore» agli animali, e quindi irresi�stibilmente si limita a raccontare proprie esperienze di contatto diret�to con dei gorilla e con il suo cane; ricordando molto sempheemente che per avere diritto al nostro rispetto e, anzi, per meritarsi il nostro affetto, gli animali non han�no alcun bisogno di riuscire a co�struire razzi e a mandarli sulla Luna. Capirli dipende solo da noi. Un'immaginaria scrittrice australiana invitata da un'università americana a tenere una conferenza offende tra gli altri un vecchio poeta ebreo, il quale le scrive una letteraccia e per protesta si rifiuta di partecipare alla cena ufficiale SEEf LECITO UCCIDERLI: RITORNA UNTELA CARO ^LLO,, SCRITTORE SUDAFRICANO, FINO A PARAGONARE LA STRAGE CHE L'UOMO FA DELLE ALTRE CREATURE ALLA SHOAH Due conferenze tenute all'Università di Princeton hanno ispirato allo scrittore sudafricano Cotzee altrettanti racconti in difesa del mondo animale J.M. Coetzee La vita degli animali trad. Franca Cavagnoli e Giacomo Arduini. Adelphi, pp. 156, L 25.000 RACCONTO E SAGGIO RECENSIONE Masolino D'Amico