«Così siamo fuggiti da quell'inferno» di Enrico Martinet
«Cos�siamo fuggiti da quell'inferno» «Cos�siamo fuggiti da quell'inferno» Aosta, i drammatici racconti degli sfollati reportage Enrico Martinet AOSTA IL Castello di Fénis è un'isola di sfollati. Il maniero medioevale del paese a qualche chilometro da Aosta, ha i fianchi solcati da due enormi torrenti, mai visti prima. Vengono giù dal versante montano devastato da frane che hanno divel�to castagni secolari. Nel Castello ci sono cento persone, fuggite da case allagate, sventrate da massi, immer�se nel fango. Il vero inferno è più in alto, in frazione Pléod, dove ieri mattina è esploso il piede di un monte, gettato all'aria da un'immane sacca d'ac�qua: fango e massi hanno raso al suolo la cappella del villaggio, spia�nato tre case, ucciso tre persone. Caterina Barillan, moglie del custo�de del Castello, dice: «Quell'acqua è arrivata fin qui davanti, una massa enorme. Adesso siamo tra due fiu�mi. E' incredibile, non sappiamo che cosa realmente sia accaduto al resto del paese». Fra i cento sfollati c'è Walter Grivon. Si è trovato nella sua casa in mezzo all'alluvione. «Paura? Che devo dirle, veda un po' lei. Ero piantato nel fango con in braccio il mio bimbo, poi sono scappato via e adesso son qui ad aspettare che ne sarà di questa nottata, di domani. Chissà...». Ad Aosta, nella caserma Testafo�chi degli alpini, per tutta la giornata di ieri il camion militari hanno portato gli sfollati di mezza' Valle d'Aosta. Lidia Merivot e il cognato Bruno Gal sono nella camerata nu�mero 5, al primo piano. Sono stati salvati dall'elicottero del soccorso alpino. I due anziani abitano nella frazione Septumian di Chambave, nella media valle. «I giovani sono scappati più in alto dice Lidia -, noi non ce l'abbiamo fatta e qualche vicino ha chiamato per noi i soccor�si. Mai vista una cosa del genere, mai in tutta la vita, veniva giù acqua da tutte le parti e montagne di fango. Neanche i trattori riusciva�no più a funzionare in quella fanghiglia, le grosse ruote si bloccavano. Meno male che è arrivato l'elicotte�ro». Aggiunge il cognato: «Avevo dieci nel 1937, quando la grande alluvione ha distrutto la nostra cappella. Ma adesso è peggio, molto peggio, un disastro, speriamo che le nostre case reggano, quando siamo andati via questa mattina erano allagate e nel fango». Dilbil Balliu è un giovane albane�se che è arrivato in caserma fradi�cio. Ha indosso una tuta mimetica degli alpini. Accanto a lui la moglie Raimonda che con un biberon dà del latte alla piccola Ornella, di due mesi. «Siamo andati via in tempo dice Balliu -. La nostra casa è stata investita da un torrente d'acqua. Ma ad altri è andata peggio, non hanno più casa, e qualcuno non si trova più». I giovani coniugi albanesi sono di Pollein, frazione Chenoz, una delle zone più colpite dall'alluvio�ne. Il torrente Comboé, di solito poco più di un ruscello, si è trasfor�mato in un fiume e ha sventrato anche due case. A Pollein abita Assunta Mano. La sua casa è a cinquecento metri dalla Dora Bal�tea. Dice: «E' dalle quattro di questa mattina (ieri, ndr) che siamo in piedi. La strada che passa davanti a noi non si vedeva più, solo acqua. Non capivo più dov'ero, mi sembra�va di essere in mezzo alla Dora. Dalla finestra vedevo viaggiare di tutto in quel fango, bambole, vesti�ti, scatole. Chissà a che casa quella furia ha strappato tutte quelle cose. Non voglio neanche pensarci. A noi è andata bene, siamo qui al caldo, ma gli altri... Là, nel cortile di casa, ho lasciato la mia "Bella", un husky di dodici anni. E' libera, speriamo che riesca a sfuggire all'acqua», Federica è una bimba di quattro mesi con gli occhioni marron. E' in braccio a papà Domenico Prochilo. Sono scappati dal quartiere Dora nella zona orientale di Aosta. Quar�tiere rimasto senz'acqua e luce; le sue strade sono solo fango. Dice Domenico: «L'acqua arrivava fino al balcone, noi abitiamo al piano rialzato. Mia moglie ed io non ave�vamo paura ma ce ne siamo andati per la piccola. Cos�siamo saliti su un camion dei soccorsi e Federica, povera stella, si è addormentata». In via Valli Valdostane, sempre nella zona est di Aosta, abitano i coniugi Daria e Domenico Gallo. Racconta la donna: «C'era un ca�mion che girava questa mattina e qualcuno dall'altoparlante gridava: "Andate via di qui, è pericoloso". Poco dopo abbiamo visto arrivare un torrente sulla strada. Credo ab�bia prima investito il quartiere Do�ra, poi è arrivato da noi. Io ho paura del acqua, ero in mezzo all'alluvio�ne del 1957 a Villeneuve. E adesso mi è tornato tutto in mente. Terrifi�cante».
Persone citate: Assunta Mano, Balliu, Bruno Gal, Caterina Barillan, Domenico Gallo, Domenico Prochilo, Lidia Merivot, Walter Grivon
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