L'ombra della regìa di Bin Laden

L'ombra della regìa di Bin Laden L'ombra della regìa di Bin Laden Cohen: faremo di tutto per schiacciare i colpevoli corrispondente da WASHINGTON «Se è stato, come sembra sia stato, un atto di terrorismo, allora si è trattato di un attacco esecrabile e vighacco. Noi scoveremo i colpevo�li e li terremo responsabili. Se il loro obiettivo è di scoraggiarci dal�la nostra missione di pace in Medio Oriente posso dire che falliranno nella maniera più totale». Il Presidente Clinton è apparso sul prato della Casa Bianca con il volto teso dei momenti più bui, ed ha espresso il suo «orrore» per l'esplosione che ieri mattina ha dilaniato il cacciatorpediniere USS Cole nel porto di Aden, nello Ye�men, uccidendo almeno cinque ma�rinai americani (altri nove erano dispersi e trentacinque erano feriti gravemente). Ufficialmente la Casa Bianca non conferma che si sia trattato di un attentato. Una squadra dell'Fbi è partita alla volta di Aden per condurre l'inchiesta in loco e gli americani vogliono aspettare la conclusione delle indagini. Il presi�dente dello Yemen Ali Abdullah Saleh ha detto tra l'altro di «non pensare» che si sia trattato di un'azione terroristica. Ma intanto la macchina burocratico-mihtare americana si è già messa in moto per preparare una spettacolare azione di rappresaglia contro i colpevoli. «Se, come pensia�mo, si è trattato di un attentato», ha détto il segretario alla Difesa William Cohen, «allora faremo di tutto per schiacciarli». E i sospetti si concentrano inevitabilmente sul�le attività terroristiche di Osama Bin Laden. Tutte le forze navali americane sono state messe in sta�to d'allerta di fronte alla póssibihtà di altri attentati ora che la situazio�ne in Medio Oriente appare fuori controllo. Il dipartimento di Stato ha mandato avvisi a tutte le sue ambasciate e i suoi consolati met�tendo in guardia i cittadini america�ni all'estero. «Continueremo a prendere tutte le misure necessarie per proteggere i nostri soldati e i nostri diplomati�ci ma certamente non rifuggeremo dalle nostre responsabihtà», ha am�monito il segretario di Stato Made�leine Albright. «Non possiamo fare gli struzzi. Noi siamo aquile». Alla Casa Bianca c'era un'aria di grande crisi ieri, con l'esplosione di Aden che si è improvvisamente sovraimposta all'escalation di vio�lenza in Cisgiordania. I movimenti di truppe in Iraq ordinati da Sad�dam Hussein hanno contribuito a generare l'impressione di una situa�zione che sta sfuggendo di mano al Presidente americano. Clinton spe�rava di coronare il suo mandato con uno storico accordo di pace tra israeliani e palestinesi. Invece si trova ad essere disperatamente im�pegnato a scongiurare un conflitto generalizzato nella regione. Ieri è tornato in gran fretta alla Casa Bianca dalla sua casa di Chappaqua, vicino a New York, dove scava celebrando con Hillary il 250 anniversario del loro matrimonio. E' stato raggiunto da Cohen, Albri�ght e dai suoi principali consiglieri mihtari. Nel pomeriggio è arrivato anche il vice presidente Al Gore, che ha lasciato la campagna elettorale per essere nel suo ufficio alla Casa Bianca per la prima volta in oltre un mese. Due anni fa Clinton ordinò il lancio di missili contro il campo di Osama Bin Laden in Afghanistan e contro uno stabilimento farmaceu�tico in Sudan dopo due attentati contro le ambasciate americane in Kenya e Tanzania. «Ma è prematu�ro legare l'esplosione nel porto di Aden a Osama Bin Laden», ha detto Cohen. La rappresaglia americana nel 1998 suscitò molte critiche in Medio Oriente perché le indagini non furono mollo convincenti. Onesto nuovo attentalo se di attentato si tratta capila non solo quando il Medio Oriente è di nuovo in fiamme ma quando la campagna elettorale Usa è alle battute finali. La corsa è ancora estremamente incerta e la crisi offre opportunità e pericoli per ambedue i candidati. Nel 1980 le elezioni presidenziali furono segnale da un'altra crisi quella degli ostaggi americani in Iran. E molti ritengono che la demoralizzazione del Paese deter�minò la sconfitta di Jimmy Carter e l'elezione di Ronald Reagan. [a. d. r.l Una squadra dell'Fbi è partita per lo Yemen Il presidente Saleh «Non credo sia stato un attentato»