Pensioni, forse aumenti più ricchi di Roberto Giovannini

Pensioni, forse aumenti più ricchi La Commissione europea promuove le riforme varate dall'Italia negli Anni 90 Pensioni, forse aumenti più ricchi Raffica di emendamenti in arrivo al Parlamento Roberto Giovannini ROMA Dall'Europa arriva un nuovo via libe�ra alle riforme previdenziali adottate in Italia negli anni '90. Un documento approvato ieri dalla Commissione Uè sulle prospettive dei sistemi pensioni�stici nel ungo periodo afferma che esse «hanno contribuito a stabilizzare la quota della spesa pensionistica sul Pil nel medio termine». Un giudizio positivo, moderalo dal�la constatazione che la spesa previden�ziale «resta alta»: «le maggiori debolez�ze delle passate riforme in Italia rileva il rapporto sono periodi di transizione troppo lunghi, una "eccessiva" generosità e l'incertezza sulle future rifonne. Nessun provvedi�mento è stato adottato in questo cam�po nel 1999». Nel complesso, il docu�mento afferma che la popolazione Uè invecchia a ritmi accelerati: tra 50 anni, la quota dei cittadini con più di 65 anni rispetto a quelli tra 20 e 64 anni passerà dall'attuale 28,3n7o al 55,907o. Nello stesso periodo, il numero delle persone attive per ciascun titola�re di pensione diminuirà da 3,5 a 1,8. Per disinnescare 0 rischio demografi�co, si sollecitano gli Stati a varare «strategie globali». Un elemento fonda�mentale è il potenziamento dei fondi pensione: l'Esecutivo Uè propone una direttiva che consente agli operatori più libertà di movimento e di investi�mento, e chiede una maggiore armo�nizzazione dei trattamenti fiscali nei 15 paesi. Fondamentale, anche sostie�ne Bruxelles un aumento dell'occupa�zione: se ogni anno il lavoro crescesse dell'1,26% fino al 2020, la bomba demografica non sarà più un pericolo. E di pensioni si parla anche in Italia. Mentre le posizioni di Cgil e Confindustria le parti sociali tratta�no silenziosamente ma senza grandi prospettive sul Tfr restano lontanissi�me, il governo difende l'aumento per le pensioni integrate al minimo conte�nuto nella Finanziaria. Ma cresce la pressione perché l'aumento venga esteso e rafforzato. E la maggioranza chiede anche l'abolizione immediata dei ticket sanitari (ne parla il leader Pdci Oliviero Diliberto), mentre i cen�tristi chiedono interventi sull'Irpef, e servono soldi per gli insegnanti. Trova�re altre risorse non sarà certo facile per l'Esecutivo. Giuliano Amato, par�lando alla Camera durante il «question time», dice che gli sgravi previsti dalla Finanziaria per le famiglie saran�no utili anche all'economia, rilancian�do la domanda intema. Secondo i calcoli del premier, il vantaggio per una famiglia media itahana (coniugi che lavorano, 70 milioni di imponibile complessivo, due figli, niente casa di proprietà) sarà di 860.000 lire que�st'anno, di 1.300.000 nel 2001, fino a giungere a 1.700.000 nel 2003. Per i pensionati al minimo («un pensionato oltre i 75 anni ha davanti a sé dice Amato almeno dieci anni di vita») l'aumento è di 1,3 milioni l'anno. Dall'opposizione fervono le propo�ste. Antonio Marzano (Fi) spiega che la Casa della Libertà presenterà emenda�menti alla manovra su tre linee guida: aumenti maggiori per i pensionati al minimo, interventi sui prezzi dei car�buranti, riduzione più forte del costo del lavoro per le imprese. Si vedrà che copertura verrà presentata: Marzano respinge i rincari Irap proposti da Bertinotti da destinare alle pensioni minime, E il tema della copertura finanzia�ria delle proposte di detassazione e di aumento di spesa sarà uno dei nodi della campagna elettorale. Ieri Berlu�sconi ha anticipato le sue proposte sulle pensioni: si parla di portare le «minime» a un milione, e di introdurre fondi pensione privati alternativi alla previdenza pubblica. Tutte cose che costano moltissimo. Il Cavaliere dice che «si possono sostenere», ma è cosa molto comphcata. Secondo uno studio del «Ceis» dell'Università di Tor Verga�ta (Roma), la ricetta fiscale di Berlusco�ni comporterebbe una caduta di getti�to Irpef di ben 50.000 miliardi (non considerando però alcuni effetti indi�retti positivi). Per capirsi, l'intero sgra�vio ipotizzato dal governo Amato è di 60.000 miliardi lungo 5 anni. Una volta trovati i soldi, 0 taglio del 2507o dell'Irpef naturalmente comportereb�be una secca riduzione della povertà: ben due milioni di persone avrebbero un reddito superiore alla soglia di povertà. Grandi vantaggi, però, per i redditi tra i 60 e i 200 milioni. li ministro del Lavóro Cesare Salvi

Persone citate: Antonio Marzano, Bertinotti, Cesare Salvi, Giuliano Amato, Marzano, Oliviero Diliberto

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Italia, Roma