Abbandonati nel mare in tempesta

Abbandonati nel mare in tempesta Trasportati da una nave-carretta, hanno viaggiato per dieci giomi Abbandonati nel mare in tempesta Il drammatico sbarco in Puglia di 461 profughi Sandro Tarantino OTRANTO Accovacciato nella stiva con le due sorelline. Ali ha attraversato il mare in tempesta e ora, finalmente a terra, non muove gli occhi da quella sgan�gherata imbarcazione dalla quale sa�rebbe giusto fuggire. Piange e s'impun�ta, non vuole essere accompagnato nel centro di accoglienza dove pure troverà una minestra calda e un letto. Sorride solo quando vede arrivare le sue sorelline alle quali fa ormai da papà. Le prende per mano, le guarda e solo allora è felice. Un giamo potrà ritrovare papà e mamma, in Olanda, e le sorelline lui le porterà ancora per mano. Negli occhi di questo bimbo di dieci anni c'è l'ultima storia disperata di una carretta del mare partita dalla Turchia una settimana fa, e abbando�nata a venti miglia dalle coste puglie�si, a Otranto, carica di clandestini. In totale 461, di cui 128 minorenni, molti bambini, 68 donne ed etnie assortite. In prevalenza curdi di nazionalità irachena (345), poi 76 curdi di naziona�lità turca, tre siriani, 12 afganistani, un senegalese, 17 pachistani, cinque indiani, e anche due palestinesi. Cos�la mafia dei trafficanti di uomini ha consegnato ieri mattina un nuovo carico umano dalle stive della Diler, un cargo turco di 55 metri partito da Izmir nove giorni fa. Il viaggio doveva concludersi in Calabria, ma il mare in tempesta ha modificato i piani, il cargo ha puntato la prua su Santa Maria di Leuca dove è stato avvistato, a 14 miglia dalla costa martedì. Di qui è stato dirottato dai militari italiani su un porto più sicuro, Otranto. Avvistato da un aereo della Marina Militare alle 16 di marte�dì, il cargo è stato avvicinato dalle imbarcazioni di Capitaneria, Guardia di finanza, nonostante il mare forza tre, il nostromo Gianluca Piscardi, tarantino di 21 anni, ha preso il timone e, baciato dai clandestini che urlavano di gioia, lo ha condotto a Otranto. «Volevano bere, mangiare, e andare in Italia». A un tratto il motore si è spento, poi è ripartito. «Credevano fossi stato io a riaccenderlo. Ma c'era qualcuno a bordo che era in grado di farlo ripartire». Pochi attimi di prote�sta quando, cambiata la rotta, gli immigrati pensavano che il cargo tor�nasse indietro. «Poi ho spiegato che andavamo in Italia, ma a Otranto» dice Piscardi. ((Allora si sono messi tutti tranquilli». All'arrivo scendono bambini in lacrime, donne con il volto buio appena uscite dal letamaio delle stive. C'è anche un bambino cieco. Tre persone, tra le quali due donne, una turca e una irachena, incinte, sono state ricoverate nell'ospedale di Ma�glie. Tra gli uomini sbarcati a Otranto, ce ne sono una dozzina sospettati di fare parte della banda che, intascando 2500 dollari a persona (tariffa dimez�zata per i bambini), ha imbarcato in Turchia i quasi 500 clandestini. In serata ne sono stati fermati dalla polizia italiana cinque, tutti turchi, il comandante e quattro membri del�l'equipaggio. Accusati di favoreggia�mento dell'immigrazione clandesti�na, avrebbero tentato di allontanarsi in gommone dal cargo, martedì, pri�ma che venisse lanciato l'Sos. Poi hanno dovuto arrendersi al mare, sono tornati sul cargo e hanno tentato di mescolarsi agli immigrati raccon�tando anche loro, a terra, storie inven�tate di fuga e disperazione. Ma mentre il ministro dell'Interno Enzo Bianco dice che l'Unione Euro�pea dovrebbe chiedere alla Turchia «di alzare il livello di collaborazione» e annuncia di avere dato mandato di ((rafforzare il pattugliamento delle co�ste», e mentre Alfredo Mantovano di Alleanza nazionale lo critica perché (di govemo di centrosinistra umilia l'Italia», c'è un signore che sta in silenzio. Si chiama Francesco Mancaralla, fa il medico e da anni, prima nei containers sul molo, ora nel centro di prima accoglienza, sta a Otranto a curare i disperati, ad aiutare i bambi�ni, giomo e notte. Ricorda che qui passano «Circa 150 clandestini ogni giomo». E lui, con decine di volontari, continua a esserci. «Ora aspettiamo solo che arrivino altri disperati». La storia dice che bisogna aspettare. Arri�veranno. L'equipaggio li ha lasciati a dieci miglia dalla costa Sull'imbarcazione molte le donne e i bambini Partiti dalla Turchia sono in maggior parte curdi I soccorritori: «Erano stremati chiedevano disperatamente acqua e cibo» Lo sbarco di ieri al porto di Otranto, gli agenti della Guardia di finanza hanno aiutato i clandestini a raggiungere 1 centri di accoglienza

Persone citate: Alfredo Mantovano, Arri, Enzo Bianco, Gianluca Piscardi, Sandro Tarantino