«Berlusconi? Sa solo fare propaganda» di Fabio Martini

«Berlusconi? Sa solo fare propaganda» «Berlusconi? Sa solo fare propaganda» Fabio Martini ROMA Si è fatta l'ora di pranzo, ma nel palazzotto seicentesco di via Ripetta i luogotenenti dei partiti centristi continuano a disquisire su cavilli bizantini («La Margherita la lanciamo domani o fra una settimana?») e a quel punto Francesco Rutel�li si inventa il piccolo escamo�tage che scioglie l'intoppo: «La mia presenza qui, la convinzio�ne che fra poco esprimerò davanti ai giornalisti che il progetto è grande, ci consente di far partire già oggi la Mar�gherita e di preparare un even�to per la prossima settimana», Il piccolo uovo di Colombo consente a popolari e democra�tici di rilassarsi, qualche minu�to più tardi le porte si aprono e, accerchiato dai microfoni, Rutelli fa qualcosa di più del previsto, annuncia al mondo che «con il lancio della Marghe�rita, si affaccia nella politica italiana una nuova aggregazio�ne che deve puntare a supera�re il 20 per cento». Parole ambiziose, voluta�mente sopra le righe, ma che segnano simbolicamente l'atto di nascita della Margherita, un progetto politico che fino a qualche settimana fa appariva una delle tante, verbose chime�re della politica italiana. Nel giro di pochi giorni Francesco Rutelli ha dapprima accettato l'incarico di occuparsi in pri�ma persona della «pratica» e poi ha contribuito a cementare un accordo tra quattro partiti diffidentissimi tra loro: la pros�sima settimana forse marted�i segretari di Ppi, Udeur, Rinnovamento e dell'Asinelio si ritroveranno in un teatro di Roma e lì, assieme a Rutelli, sanciranno formalmente la na�scita di un nuovo contenitore elettorale, destinato a presen�tarsi con un unico simbolo alle prossime elezioni politiche. Nel documento che ieri è stato illustrato a Rutelli è scritto pure che dopo le elezio�ni si costituirà «un unico grup�po parlamentare» e «gruppi consiliari unici a livello loca�le». Ma concretamente l'accor�do siglato in queste ore signifi�ca che i quattro partiti restano in vita, ciascuno con i suoi organismi dirigenti. Con le sue auto blu, con i suoi presidenti di gruppo e che l'unica, corpo�sa novità si manifesterà alle elezioni quando nella competizione proporzionale i quattro si presenteranno con un'unica lista. Catalizzatore dell'accordo è stato Rutelli («se lui non aves�se messo un po' di sale, ci avremmo messo una vita», am�mette il diniano Pino Pisicchio): dietro le quinte in questi giorni il sindaco ha smussato angoli e ha spento nervosismi. Certo, per ora la grana è risol�ta, ma nelle prossime settima�ne è destinata ad aprirsi una nuova querelle: il sindaco-garante si candiderà come capolist^ancheneUe. liste dgllsi Mar�gherita? «Non se ne è ancora parlato, non c'è alcuna decisio�ne al riguardo dice Rino Piscitello, numero due delTAsi�nelio ma è una circostanza che sta nell'ordine delle cose. Sempre che non nascano obie�zioni nella coalizione...». L'allusione è ad un possibile ostruzionismo da parte dei Ds, che anche nel 1996 cercarono di ostacolare un ruolo di parte di Romano Prodi, al quale invece furono poi «intestate» le liste di Ppi-Pri-Svp. Ma un Rutelli capolista in tre circo�scrizioni, oltreché candidato in un collegio, avrebbe un prevedibile effetto-traino, a co�minciare dal Lazio. Certo, ieri Berlusconi ha pizzicato Rutel�li, ricordando di averlo supera�to nelle preferenze ottenute nel Lazio alle Europee, ma il sindaco di Roma non ha battu�to ciglio: «Il paragone è chiara�mente propagandistico». E poi ha tentato di contrattaccare: «Berlusconi va continuamente dicendo che ha già vinto le elezioni, ma a me pare che sia quanto di più infelice si possa dire in vista di una campagna elettorale. Io non glielo consi�glierei: tutta questa presuppo�nenza non è elegante e non risponde al vero». Il vertice di ieri mattina tra i luogotenenti dei partiti cen�trali Lapo Pistelli per il Ppi, Enzo Carra per l'Udeur, Rino Piscitello per i Democratici, Pino Pisicchio per Rinnova�mento ha s�sbloccato gli ultimi intoppi, ma ha avuto l'effetto di esasperare i dissen�si all'interno del Ppi: il mini�stro dell'Università Ortensio Zecchino sostiene che il docu�mento programmatico «tradi�sce il delibevato della direzio�ne Ppi» e chiede la convocazio�ne urgente del parlamentino popolare, mentre Mario Adinolfi, anche lui della minoran�za, chiede a Castagnetti di «strappare» quello che arriva a definire «l'atto di morte del Ppi». Al vertice di ieri riesplode il dissenso nei Popolari Zecchino attacca Castagnetti: cos�noi siamo morti :Atì;V.,;)

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