Il partito del dittatore non si arrende di Giovanni Cerruti

Il partito del dittatore non si arrende Il partito del dittatore non si arrende Ore di angoscia a Belgrado, si è temuto un golpe bianco Giovanni Cerruti inviato a BELGRADO «La situazione è ancora complica�ta, ed è necessario che le forze di polizia siano pronte a difendere i diritti dei cittadini». Con cinque minuti di ritardo, alle 19,35 il telegiornale serbo apre il notizia�rio con le immagini del Presidente Kostunica che incontra lo Stato Maggiore delle forze armate. Esi�stesse l'Auditel, avrebbe registra�to un picco di massimo ascolto. E' il segnale: tutto sotto controllo. Ma è anche una conferma: non tutto era sotto controllo nel pome�riggio, tra le 16 e le 17,23. Mirko Marijanovic, il premier del gover�no serbo, ha deciso di interrompe�re le trattative per la resa. Gli uomini di Milosevic resistono. Vorrebbero riprendersi la tv. Non vogliono cedere il Ministerodell'Interno. Rinviano lo scioglimen�to del Parlamento serbo. Un'iniziativa imprevista che ha indotto gli Stati Uniti a reagire invitando gli ex alleati di Milose�vic a «togliersi di mezzo». «Il mutamento verso la transizione democratica è in corso e gli alleati di Milosevic dovrebbero mettersi da parte ha detto ieri in tarda serata il portavoce della Casa Bianca, PJ.Crowley -. Ci sono indicazioni di elementi filo-Milosevic che resistono agli sforzi per formare un nuovo governo». Per 83 minuti c'è chi ha temuto il peggio. Ore 16: Branislav Ivkovic, ministro della Scienza, dichia�ra a radio B92 che «il primo ministro serbo Marijanovic ha assunto il controllo del Ministero dell'Interno e rispetterà solo le istituzioni legali». Cioè il Parla�mento serbo, controllato dai fede�lissimi di Milosevic. Si riunisce il governo, si aspettano le decisioni, si temono pericoli e tensioni. Ore 17,23: una nota del Ministero dell'Infonnazione comunica che la riunione si è conclusa. Nessun accenno alle battagliere dichiara�zioni del ministro Ivkovic, defini�te da un portavoce «a titolo perso�nale». Marijanovic invita i serbi a non riconoscere la «legittimità del "Dos"», l'alleanza di Kostunica, «che sta dando vita a Comitati di Crisi ed epurazioni». Finanziere in conto proprio e della famiglia Milosevic, 63 anni, considerato un rìgido osservante delle disposizioni di Slobo, il pre�mier Mariianovic sta giocando le ultime carte. «Sono colpi di coda dice Zoran Djindjic, presidente del Partito democratico -. Minaccia�no, ma non hanno nemmeno il coraggio di farsi vedere in giro. Sanno di non avere seguito neppu�re tra la polizia». E cita i dati elettorali, quasi l'SO per cento dei poliziotti avrebbero votato per Kostunica. «Dimostrano di essere immorali», aggiunge Vladan Ba�tic, presidente del Partito demo�cratico cristiano. Il «Dos» si è riunito alle 16, la stessa ora del governo serbo. La conclusione è un ultimatum: entro la mezzanot�te di venerd�il signor Marijanovic o trova un accordo oppure sarà cacciato. Spinti da «Otpor», l'organizza�zione degli studenti, nella sede del «Dos» cominciano a prendere in considerazione l'ipotesi di nuove manifestazioni di piazza. «Eviden�temente c'è ancora gente che non si rende conto di essere arrivata al capolinea», dice Zarko Korac. Ma è probabile che Marijanovic, ulti�mo totem di Milosevic, voglia resistere il più possibile. Il partito di Milosevic e quello della moghe, alle elezioni del 24 settembre han�no ottenuto un terzo dei voti. E' vero che continuano le dimissioni di personaggi nominati da Milose�vic, è vero che i quotidiani di Belgrado segnalano ogni giorno precipitose fughe all'estero, ma il premier Marijanovic continua a non considerare chiusa la partita: «Il "Dos" deve rispettare le leggi e la Costituzione serba!». E' probabile che anche oggi, mentre Kostunica incontra Giulia�no Amato, primo premier in visita a Belgrado, Mirko Marijanovic voglia far sentire la voce degli orfani di Milosevic. Fino a luned�pareva che tutto fosse deciso: dimissioni del governo serbo, go�verno tecnico di transizione ed elezioni anticipate a dicembre. Da ieri, niente di certo. E se Kostunika riceve Milo Djukanovic per definire il nuovo governo federa�le, quello serbo di Marijanovic resiste. «Siamo arrivati a propor�re la gestione collegiale dei Mini�steri chiave come Interni, Giusti�zia e Informazione spiega Djin�djic -. Il termine scade venerdì». Anche se la maggioranza è a Marijanovic, il governo è ridotto a metà da dimissioni e fughe: la Costituzione ne permette lo scio�glimento. Dal gioved�dell'occupazione del Parlamento per Kostunica so�no stati gli 83 minuti più difficili. C'è chi ha temuto l'occupazione della tv serba e delle redazioni dei giornali. Chi era pronto a scende�re in piazza. Chi teme ancora. Non solo Marijanovic. Ci sono anche gli ultranazionalisti di Vojislav Seselj e del Partito Radicale: pri�ma con Milosevic, poi contro, ora di nuovo con Slobo e il governo Marijanovic. Seselj ieri ha denun�ciato un attentato («un ordigno di grande potenza») contro un suo ufficio. «Non ci faremo intimidire da elementi incontrollati del regi�me golpista del "Dos"», ha dichiara�to all'agenzia Tanjug. E all'una di notte una voce passa da una radio all'altra. «Forse hanno ammazza�to Seselj». Nessuna conferma, ma troppa confusione. Voci di un attentato al leader degli ultra nazionalisti Seselj «Ma non ci faremo intimidire» li premier serbo Mirko Marijanovic

Luoghi citati: Belgrado, Stati Uniti