Slobodan, belva ferita nella sua tana di Giuseppe Zaccaria

Slobodan, belva ferita nella sua tana LA SINDROME DEL POTERE PERDUTO Slobodan, belva ferita nella sua tana Giuntimi: è depresso, apatico, invecchiato di trent'anni reportage Giuseppe Zaccaria inviato a BELGRADO IL candidato a Premio Nobel per la Pace, dottor Slobodan Milosevic, ex presidente ju�goslavo, soffre di insonnia. Da molte notti le finestre della villa al 9 di via Tolstoijeva s'accendono d'improvviso e fi�no all'alba i poliziotti di guardia vedono ombre agitarsi dietro le grandi vetrate. L'altra sera una persona legata da antica e perso�nale amicizia alla famiglia Milo�sevic, nonostante vecchie ruggi�ni politiche, è andata a trovare Slobodan il solitario. Adesso racconta: «Quasi non riuscivo a parlargb, è sprofonda�to in una depressione nera, invecchiato di tsrent'anni... Sie�de, sembra ascoltarti ma poi il suo sguardo comincia a perder�si nel vuoto e smette di rispon�dere». Una foto che fino a pochi giorni fa sarebbe stata impubbhcabile oggi compare sulla coper�tina di «Vreme»: mostra uno Slobodan dall'aria allocchita che tiene in braccio il nipotino Marko, oggi rifugiato a Mosca. La didascalia dice: «Chi coccole�rà ancora questo bambino?». Già, chi? Il Milosevic di que�ste ore, raccontano, è persona che per prima avrebbe bisogno di coccole, la forte mascella sembra slittata, gli occhi paiono ingranditi ed acquosi. A fargli compagnia ogni tanto è solo la figlia Marja, già proprietaria di una tv chiusa e compagna di un direttore detronizzato, quello di «Politika». Anche lei sta ma�le, era una depressa cronica prima che il crollo del regime ;liene desse ragione, passa dale poltrone della villa paterna al letto di casa sua. Quei poliziotti che staziona�no dinnanzi ai lunghi cancelli di ferro della villa servono a dare sicurezza sia a Slobodan che al presidente Kostunica. Controlla�no chiunque entri (e ieri sono stati diversi) e compilano elen�chi accurati a beneficio dei prossimi capi dei servizi di sicurezza. In gran parte si trat�ta di amici dell'Sps, il partito socialista serbo, che tentano di scuotere il Capo ma pare abbia�no capito che in questo momen�to devono fare da soli. La villa era stata comprata nel '95 (dicono per quattro sol�di) in uno dei tanti momenti in cui la Jugoslavia metteva in vendita proprietà federali a be�neficio di pochi. Praticamente era stata abitata solo per due anni fino a quando, il 15 luglio del '97, Slobo ed i suoi si erano trasferiti nella più sontuosa di�mora di Uzicka 15, sempre a Dedinje, un tempo residenza di Tito, che anni dopo sarebbe stata bombardata dalla Nato. La notizia che in queste ore è giunta da Oslo dev'essere appar�sa a Slobo come uno sberleffo della sorte. Una misteriosa «As�sociazione combattenti della Se�conda guerra mondiale» l'ha proposto al Nobel per la Pace causa «l'abilità con cui è riusci�to a preservare l'integrità terri�toriale del Paese e a prevenire una guerra europea». Alla perso�na che l'altra sera l'incontrava ha detto: «Non ho prevenuto neanche la guerra intema...», prima di ripiombare in un silen�zio cupo. Due medici lo stanno seguen�do con assiduità, gli hanno pre�scritto quegli antidepressivi che in casa non mancano da quando Mira Markovic si è allontanata per curarsi in una clinica di cui non si conosce l'ubicazione. L'anamnesi non è delle più tranquillizzanti, le ten�denze al suicidio compaiono più volte nella storia famiglia�re. Agli amici, agli scudieri di un tempo che vanno a sollecita�re decisioni e ordini tocca tra�scorrere la maggior parte del tempo a consolare il Capo di�strutto. Una delle persone che comin�ciano a vederlo con maggiore assiduità è un giovane grassot�telle che gli assomiglia parec�chio anche nel taglio di capelli: si chiama Ivica Dacie ed è il segretario belgradese del parti�to. Qualche mese fa, quando l'Sps si riun�nel primo congres�so del dopoguerra, per suo tra�mite la parte più giovane e moderna del movimento aveva tentato di bloccare l'avvitamen�to autoritario. La cosa riusc�a metà. Ivica, già pupillo del Capo (il solo che da giovane socialista avesse osato criticarlo diretta�mente in un'assemblea di pro�vincia a Cacak, ricevendone in cambio non una sberla definiti�va ma una stima profonda) nel marzo scorso riusc�soltanto a farsi nominare responsabile del�l'Sps a Belgrado. Ruolo impor�tante, ma non sufficiente a fermare l'arroccamento del po�tere attraverso il delirio tecno�cratico della Jul. Oggi nel cuore di un Capo che si sente abbandonato da tutti, quell'intelligente giovane politi�co sembra poter prendere il posto del figlio scapestrato. E' Dacie l'uomo che in queste ere cerca di convincere Slobo�dan dicendo: «Coraggio, non è finita». Lui a premere per un Sps che riesca a reinventarsi riscoprendo le radici popolari e preparandosi alle nuove sfide che la Serbia deve affrontare. Lui, ancora lui è la persona che in queste ore ispira una sorta di reazione del partite. Ieri un accordo col Dos al Parlamento serbo per nuove elezioni e un trapasso morbido, Oggi una pre�sa di posizione dura che manda a dire all'ex opposizione: «Va bene, avete vinte, ma adesso basta». Ai due maggiorenti di Nis che avevano chieste un congresso straordinario, l'Sps di Belgrado risponde con una espulsione. Al Dos comunica: «Finché le piaz�ze continueranno a ribollire e le nostre sedi a essere attaccate, non si tratta più». Agli jugoslavi dice: l'inflazione comincia a distruggervi. Ivica, delfine criti�co ma fedele, forse riuscirà a fare per il Capo più di quanto abbiano pututo falangi di stupi�di servi.

Persone citate: Ivica Dacie, Kostunica, Milosevic, Mira Markovic, Slobodan, Slobodan Milosevic

Luoghi citati: Belgrado, Dedinje, Jugoslavia, Mosca, Oslo, Premio Nobel, Serbia, Slobo