«Offrimmo il Sabato anche a Berlusconi»

«Offrimmo il Sabato anche a Berlusconi» ROCCO BUTTIGLIONE «NESSUNO MI PRESENTO' D'ALEMA» «Offrimmo il Sabato anche a Berlusconi» AldoCazzullo ROMA ONOREVOLE Buttighone, è ve�ro che nel '93 Marchini le offr�la direzione del Sabato? «E' vero. Non solo lui, però: la proposta venne anche da CI e da ambienti cattolici vicini al Vaticano. Io ero stato tra i fondatori del Saba�to, poi l'avevo lasciato, in polemica con la linea politica contraddittoria e la linea culturale "gridata" della ge�stione Sbardella-Liguori». Marchini veniva dalla famiglia che aveva regalato il Bottegone al Pei. Non le stup�che volesse salvare il settimanale di CI? «In effetti mi stupiva che offrissero a me, legato a Del Noce, la direzione di un giornale che voleva fare il compro�messo storico. Marchini però mi lasciò un'eccellente impressione. Giovane, colto, rampollo di una fami�glia comunista ma animata da spiri�to cristiano, che in lui era ravvivato da esperienze personali. E poi non era l'unico interlocutore per il salvataggio del Sabato. Mandammo mes�saggi anche a Berlusconi, credo di avergUene pure parlato una volta». Mica male, una società Berlusconi-D'Alema... A proposito, Marchini glielo presentò? «No. Ma non escludo che D'Alema abbia dato il suo assenso a una proposta sul mio nome venuta dai cattolici. Ho saputo solo ora che D'Alema incontrò don Tantardini e Bucarelli: è curiosa la convergenza tra personaggi cos�diversi. Quanto a Marchini, mi parlò della sua amici�zia con due giovani speranze del Pds, Massimo e Walter, che avrebbero portato il movimento operaio fuori dal marxismo. Parlammo del dialogo tra sinistra e cattolici. Dell'enciclica di Wojtyla "Laborem exercens"». E del dossier contro Di Pietro. E' vero che Marchini spinse perché venisse pubbUcato? «Ne parlammo, ma non ebbi l'impres�sione che lui ci tenesse particolar�mente. Io avevo delle perplessità: credevo ci si dovesse impegnare per un rinnovamento morale della politi�ca, anche se cominciavo ad avvertire l'uso strumentale che veniva fatto dell'inchiesta Mani Pulite. Neppure Marchini, però, mi sembrò entusia�sta del dossier, anche se l'autore era Chiodi, a lui molto vicino. Il nostro ragionamento era: "Se sono cose vere, è giusto scriverle". E in effetti erano cose vere». Quindi, secondo lei, non era D'Alema a premere per la pub�bhcazione delle carte anti-Di Pietro? «Non lo so, ma allora non ebbi questa impressione, e se devo essere sincero non ce l'ho neppure oggi». Allora chi voleva che il dossier uscisse? — m «Be';' il vecchio gruppo di direziorìl, riunito attorno a don Tantardini, non aveva la stessa visione del rinno�vamento morale della politica; era piuttosto sulla linea "il più pulito ha la rogna". Fatto sta che l'articolo, nonostante le mie perplessità, uscì. Ma non è stato smentito dalle inchie�ste e dai procedimenti giudiziari successivi». Il Velino, l'agenzia di cui Chio�di è condirettore, le ricorda oggi che lei «mise piede al "Sabato" nelTautunno '93, quando il dossier era già stato pubbUcato da mesbi. «Ma io ne parlavo con Marchini già a febbraio. Forse Chiodi pensava di essere lui il "Sabato"; io avevo anche altri interlocutori, e più autorevoli». Perché Marchini alla fine si tirò indietro, e lei non divenne direttore? «Credo ci sia stato un duro scontro con la gestione precedente. Ricordo che una volta venne a casa mia profondamente scosso. Ma non ho mai approfondito la questione. Co�me direttore avrei chiesto piena auto�nomia. Forse per questo non lo diventai». «Parlai con Marchini, ma anche CI e ambienti del Vaticano mi chiesero di fare il direttore» Il leader del Cdu Rocco Buttigliene In alto l'ex presidente del Consiglio Massimo D'Alema con il senatore Antonio Di Pietro

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