Fazio dice stop alle maxfusioni in banca di Stefano Lepri

Fazio dice stop alle maxfusioni in banca L'Antitrust compie dieci anni. Amato: «Basta con il complesso di Calimero, siamo già europei» Fazio dice stop alle maxfusioni in banca «iVa tutelata la concorrenza» Stefano Lepri ROMA Troppo poca concorrenza nel�l'economia italiana? «Basta con il complesso di Calimero» dice il presidente del consiglio Giu�liano Amato: nei dieci anni da cui abbiamo ima Autorità Anti�trust, «siamo riusciti a recupe�rare il ritardo rispetto al resto dell'Europa»; se, «come è piut�tosto banale dire, resta ancora molta strada da fare», «molta strada la deve fare l'Europa. I vizi che continuiamo ad avere in materia di concorrenza e di competitività sono vizi spaven�tosamente europei». Ed ecco due esempi su che cosa occorre fare subito, al convegno che appunto celebra il decennale della nostra (que�sto il nome ufficiale) «Autorità garante della concorrenza e del mercato». Il commissario euro�peo Mario Monti punta il dito contro gli ordini professionali, nei quali «non è pensabile che le regole deontologiche della categoria possano giustificare accordi sugli onorari»; inoltre annuncia nuovi controlli sugli aiuti di Stato alle imprese, que�stione piuttosto scottante in Italia e intricatissima ovunque, in modo da poter mettere a confronto i comportamenti dei diversi Paesi dell'Unione. A sua volta, il governatore della Banca d'Ita ia Antonio Fazio cita, come fattore che impaccia la competitività del�l'Italia, «i prezzi dell'energia per le utenze industriali», che superano la media europea «tra il 3607o e il 41 "/o nel caso del�l'energia elettrica», «tra il 20Zo e il 7"7o nel caso del gas». Qui si parla ovviamente di Enel e Eni, i due residui giganti dove anco�ra lo Stato è l'azionista determi�nante. Mentre come esempio di quanto si è già fatto nel decen�nio Fazio cita la concorrenza all'interno del sistema banca�rio, alla quale sovrintende la sua Banca d'Italia. Il suo au�mento ha migliorato le «condi�zioni di offerta dei servizi tradi�zionali alla clientela» con van�taggio «soprattutto delle impre�se più piccole e delle famiglie». Anzi, per il bene del mercato, e della clientela delle banche, occorre adesso porre fine alle maxi-fusioni. «La sovrapposi�zione, in più aree, delle reti distributive dei più grandi grup�pi bancari ha detto ieri il governatore, rafforzando il messaggio già inviato il 31 LA RICETTA FAZIO Secondo il Governatore della Banca d'Italia, sono tre gli ingredienti necessari al sistema-Italia per vincere la sfida dlli dll pdella crescita economica e dell'occupazione. CONCORRENZA Processo di distruzione creativa caratterizzato dal ruolo dei nuovi imprenditori dll pe delle nuove imprese INNOVAZIONE Alla base del successo delle imprese e, indirettamente, dei Paesi è la capacità innovativa, principale strumento di concorrenza RICERCA E' necessario creare le condizioni per il ff pil rafforzamento delle attività di ricerca, che stanno alla base dei percorsi di innovazione maggio rende problematica la realizzazione di ulteriori aggre�gazioni ai fini della tutela della concorrenza». I primi 5 gruppi, ovvero nell'ordine Intesa-Comit. San Paolo Imi-Banco di Napoli, Unicredit, Banca di Ro�ma, Monte dei Paschi di Siena, sommati occupano una quota di mercato «del 510Zo, valore Giovanni Bazoli oggi dà il via alla superfuslone tra Intesa e Comit Francesco Manacorda MILANO La Borsa ha già scommesso, il rapporto di concambio tra le azioni Intesa e quelle Comit sarà di 1,50. Alla vigilia dei consigli di amministrazione del�le due banche che stamattina daranno il via libera affinché il gruppo guidato da Giovanni Bazoli incorpori completamen�te la Comit che già controlla al 700Zo, le quotazioni dei titoli a Piazza Affari hanno seguito il ribasso generale, ma con per�centuali tali da allinearle ap�punto su un rapporto di 1,5 azioni Intesa per ogni azione Comit. Ieri il titolo Intesa ha infatti chiuso a quota 4,3450 euro, in calo del l,380Zo, mentre la Comit ha perso ri,5496 per assestarsi a 6,5 euro. Il mercato sconta quindi una lieve diminuanalogo a quello della Francia e più elevato di quello della Ger�mania». Ma sull'assetto presente del sistema bancario Fazio doveva anche difendersi da molte criti�che. La Confindustria ha appe�na affermato, nel suo documen�to sulle privatizzazioni, che «la posizione cruciale» ancora oc�cupata nell'azionariato dalle fondazioni bancarie, «istituzio�ni non di mercato», «scoraggia l'innalzamento dell'efficienza e mina la competitività delle ban�che italiane nei confronti dei gruppi stranieri». Il governato�re della Banca d'Italia ripropo�ne il suo diverso conteggio che limita «al 170Zo» la quota di mercato delle banche ancora in tutto e per tutto «facenti capo allo Stato e alle fondazioni». Non potrebbero essere gli stranieri a portare negli istituti di credito il capitale davvero privato che in Italia sembra mancare? A questa obiezione, condivisa dal presidente del consiglio (che però non ne ha Il governatore Antonio Fazio dice stop alle maxifusioni fatto menzione ieri), Fazio ribat�te che banche estere «controlla�no quote rilevanti del capitale di ognuno dei primi cinque gruppi» italiani. Ma su questo fronte, per l'appunto, corrono voci su possibili novità future, che toccherebbe alla Banca d'Italia autorizzare o no. Sulle questioni generali della concorrenza in Europa, Amato e Monti hanno condotto un dialogo in pubblico. «Ci sono davanti ora gli ossi più duri e più difficili» ha detto il presi�dente del consiglio; Monti «è nelle condizioni di costruire un sistema europeo antitrust» in cui le regole siano uguali e la Commissione europea lasci l'ap�plicazione alle Autorità anti�trust nazionali salvo nei casi in cui siano i gioco interessi comu�nitari. Il commissario europeo, respingendo le accuse america�ne di «protezionismo continen�tale» sostiene che per tutelare la concorrenza non occorre so�lo sbloccare i mercati esistenti, ma vigilare che il rapido svilup�po della new economy non concentri «un eccessivo potere di mercato nelle mani di uno o pochi gruppi». -Intesa

Persone citate: Anti, Antonio Fazio, Francesco Manacorda, Giovanni Bazoli, Intesa, Mario Monti