De Mauro: hanno ragione occorrono nuove risorse
De Mauro: hanno ragione occorrono nuove risorse L'APPELLO DEL MINISTRO «BISOGNA RIVALUTARE IL LORO LAVORO ANCHE SUL PIANO ECONOMICO» De Mauro: hanno ragione occorrono nuove risorse retroscena Mario Tortello LA scuola italiana ha bisogno di «nuove risorse». Parola di Tullio De Mauro, linguista di fama intemazionale prestato al�la politica e ministro della Pubbli�ca Istruzione nel governo guida�to da Giuliano Amato, su quella poltrona della Minerva che fu di Giovanni Gentile, Benedetto Cro�ce, Giuseppe Bottai (e anche di Luigi Berlinguer). La marcia trionfale dell'Aida, le note di «Vitti na crozza» e i cori di protesta dei centomila inse�gnanti diventati, per mezza gior�nata, «padroni» della caput mun�di sono lontani. L'aula magna della sede centrale della Luiss di Roma, la Libera università inter�nazionale degli Studi sociali inte�stata a Guido Carli, è al secondo seminterrato dell'edificio di via Fola 12. Pareti rivestite in legno, luce artificiale, ambiente «cal�do»; tutto è pronto per accogliere i 500 capi d'istituto romani che hanno frequentato il corso di formazione per diventare «diri�genti scolastici». Nel giorno del maxi-sciopero dei «100 mila con lode» (come esulta Enrico Panini, leader della Cgil-scuola), alla Lu: iss, si consegna l'attestato di partecipazione. Anche direttori didattici e presidi ritirano la loro «pagella»; pagella e premio: un libro dal titolo «Il leader educati�vo». Il ministro De Mauro prende coraggio; «Ci vuole uno sposta�mento di risorse pubbliche e private verso l'area della forma�zione sostiene -. Per questo, mi auspico un impegno da parte di tutti i soggetti interessati; sinda�cati compresi. Finanze che van�no destinate al complesso del comparto scuola, ma che tenga�no anche presente il problema delle retribuzioni». Anticipa; «In quest'ultimo senso, qualche pas�so avanti sarà fatto già con la prossima Finanziaria». Mentre il corteo di Cgil Cisl Uil e Snals si snoda da piazza Esedra a piazza Santi Apostoli, nell'aula bunker di via Fola si parla del «futuro della scuola» e del «ruolo del dirigente scolastico». Le trup�pe docenti della scuola italiana sono a alto tasso di femminilizzazione, ma sul palco a ipotizzare la managerialità dei capi d'istitu�to sono tutti uomini. Vestito in grigio chiaro (è la cravatta a dare il tocco di colore). De Mauro ascolta paziente tutti gli inter�venti. Alle 12 e 45 arriva il suo turno e tiene banco per quindici minuti. Dice «d'aver sentito tan�te voci autorevoli» parlare del ruolo dei neo-dirigenti della scuo�la delle autonomie, ma si lamen�ta del fatto che «nessuna abbia evocato le ragioni per cui la scuola esiste». Bacchetta e corregge, il ministro: «La ragione sono i bambini e le bambine che la frequenta�no!». Cerca il colpo di teatro: «Vorrei che quella porta laggiù si aprisse aggiunge -; vorrei che entrassero i protagonisti muti di questa giornata; vorrei che gli studenti dicessero d'aver biso�gno d'essere ascoltati. Sono loro che dobbiamo mettere al centro; il resto rappresenta uno strumen�to, non il fine». Si rivolge ai capi d'istituto, il ministro. Ma è come se parlasse alla suocera per far intendere alla nuora. Polemizza apertamen�te con certe posizioni confindu�striali: «Troppi insegnanti rispet�to al numero di alunni? L'Italia non è l'Olanda o la Germania. Non si possono fare paragoni tra realtà cos�diverse tra loro. La storia non si cambia. L'insieme del sistema educativo pubblico italiano è rimasto alla riforma Gentile e esce, solo oggi, da 70 anni di stasi. E' il tempo di tirare le somme tenendo però conto di tutte le problematiche coinvolte e senza fare paragoni azzardati». Incalza; «Ditemi il reddito prò capite della Geimania, datemi i numeri sui livelli d'alfabetismo degli ultimi cent'anni: io vi dirò quale dev'essere il rapporto tra docenti e alunni necessario per raggiungere gli stessi traguardi». Insiste De Mauro: «Bisogna riva�lutare il lavoro degli insegnanti anche sotto il profilo economico. Dite che è assurdo avere in qual�che classe un insegnante per 9 alunni? Se è necessario, dobbia�mo arrivare anche al rapporto 1 a 1 : un docente, un allievo». S'infer�vora: «Quanto costa un delin�quente alla Nazione? E' meglio investire in formazione prima, che nella repressione dopo...». Da linguista, chiede «scusa» prima d'usare «certe parole in questo luogo»; ma, in qualche quartiere di Napoli dice è più utile impegnarsi a fondo per una buo�na scuola adesso, se non voglia�mo occuparci poi di «camorristi» e di «puttane». Ancora «scuse». Nuove risorse per la scuola del Duemila? La «catechesi» di De Mauro, e lo sciopero riuscito, fanno proseliti nel governo. L'in�contro alla Luiss s'è appena con�cluso, quando il ministro delle Finanze, Ottaviano Del Turco, si lascia andare: «Siamo quasi arri�vati al limite oltre il quale è difficile per il governo trovare altre risorse. Ma credo che il governo questo sforzo lo debba fare». Il responsabile dell'Istruzione parla alla Luiss durante il corteo: «Troppi docenti? E' meglio investire in formazione che allevare piccoli camorristi o prostitute...» A sinistra il ministro dell'Istruzione Tullio De Mauro, a destra un momento della manifestazione degli insegnanti a Roma
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