Nell'ex feudo dei Milosevic «Slobo torna, ma in galera»

Nell'ex feudo dei Milosevic «Slobo torna, ma in galera» Si SGRETOLA IL POTERE DEL DITTATORE DEPOSTO E DEI SUOI FEDELISSIMI Nell'ex feudo dei Milosevic «Slobo torna, ma in galera» reportage Giovanni Cerniti inviato a POZAREVAC «Marko Milosevic, arrenditi al popolo serbo o sparo!». Vlajko salta tra i vetri rotti, si appoggia al muro bruciac�chiato e prende la mira. «Bum! Bum!», fa con la boc�ca. «Peccato, mi è scappato. Ma lo prenderemo». Davanti a quel che resta del «Cyber�net Communication», telefo�nini ultimissimo modello, i ragazzini sfottono il proprie�tario che non c'è più. Sul marciapiede passano questi concittadini della famiglia Milosevic: chi applaude, chi lascia un dinaro per la recita dell'allegra banda di Vlajko, chi si allontana indignato come Kale Kacarevic, 61 an�ni, scultore di tombe al cimi�tero: «Non è giusto che fini�sca così, tra le macerie. Marko era un bravo ragazzo e suo padre Slobo, mio com�pagno di scuola, più buono di Titc». Bojan Dragojevic ha l'edi�cola sulla piazza e guarda divertito. E' contento perché è sempre stato contro la famiglia Milosevic. E poi è domenica, può stare al bar dei «Due piccioni bianchi» a bere birra scura. «Se penso che gioved�mattina Marko era ancora qui quasi non ci credo. L'ho visto uscire dal negozio e salire sulla sua moto Suzuki, l'unica di Pozarevac e forse di tutta la Serbia». Due giorni dopo era a Mosca con moglie e figlio. «Si è portato anche Aske, quello che gestiva la sua discoteca e i suoi traffici». In piazza, proprio dietro l'edico�la, hanno appeso il manife�sto nero. Lutto. «Se n'è anda�to il nostro indimenticabile concittadino Slobodan Milo�sevic, nato nella 13a seduta del Comitato centrale del partito comunista». Pozareva, 60 mila abitan�ti. Una fabbrica famosa in tutta la Serbia, la «Bambi» biscotti per l'infanzia. Una famiglia famosa in tutto il mondo, i Milosevic. Era la loro città, fino al 24 settem�bre l'SO per cento dei voti. Non più. In città ha vinto l'opposizione, nel distretto è finita 38 a 30 eletti per i Milosevic. «Ma è già cambia�to tutto dice Bojan il giorna�laio -. Cinque dei loro sono passati con noi e anche nel distretto l'opposizione va al potere». Davvero impensabi�le, ripete. «Qui controllava�no tutto, dai mille e 500 posti di lavoro alla Bambi a chi aveva un'attività in proprio. Erano continui controlli, con�tinue multe inventate e sala�te. Arresti, botte, corruzio�ne. Per non parlare di Marko, che qui ha portato l'eroina e per tutti è Narko». Jelena e Vlad, universitari a Belgrado, tornano a Pozarevac solo la domenica. Davan�ti al «Cybernet» hanno ap�plaudito io spettacolino di Vlajko e adesso attraversano la piazza per andare a vedere il «Non stop bar» che era di Marko. «Chissà cosa è rima�sto?». Chiodi e tavole di le�gno sostituiscono i vetri. Non si entra, ma si può sbirciare. Una bottiglia di whisky sul bancone, quasi piena. Un bicchiere mezzo vuoto. Chissà come si sono salvati. «E la villa come sarà?». No, la villa di strada Nemanjia 41 sta bene. E' l�con le sue telecamere sul muro di cinta, due parabole per la televisione satellitare. il giardino con i nanetti (an�che qui) e due agenti dei reparti speciali nella garitta blindata. Non hanno più i mitra puntati. «Per cortesia, none il caso...». Le divise blu dei reparti speciali non proteggono più nemmeno «Bambipark», l'ul�tima invenzione di Marko «per far divertire i nostri bambini». O, come dice il giornalaio Bojan, «per ricicla�re i soldi dei suoi traffici». Chiuso da una settimana, i bambini non si possono più divertire con il campo da basket, quello di calcetto, la pista per lo skateboard e il minigolf. Accanto c'è un'ip�podromo che non vede un cavallo da due anni. «Per la verità pensavo di vedere qualcosa di meglio», dice Dra�gan Rabrenovic, operaio di Cacak, gioved�pomeriggio uno dei primi a sfondare il portone del Parlamento a Belgrado. E' qui «per curiosi�tà, per vedere dove sono finiti i soldi che i Milosevic ci hanno rubato. Ora vado a cercare la discoteca». Prima della discoteca «Madona» si passa sotto la prigio�ne di Zabela, carcere duro per ergastolani. «Marko, la tua cella è pronta. Slobo e Mira non devono prenotare», hanno scritto sul muro. Co�me spiega Dragan, le prime parole del presidente Kostu�nica («ritomo alla legalità») vengono lette come probabi�le, assai probabile richiesta di arresto per i Milosevic. «Torneranno a casa, ma l�a Zabela». A 300 metri dalle torri ruggine e blu della pacchiana discoteca «Madona», una parete dipinta a fumetti: «Basta con la violen�za», «Non bere se devi guida�re», e una Giulietta che butta un Romeo giù dal balcone. Qui c'erano anche gli studi di «Radio Madona», l'ufficio pri�vato di Marko e il parcheggio blindato per la sua odiata e scomparsa Ferrari. «La sede della mafia». In piazza Bojan Dragojevic ha finito la birra scura. «Io sono sempre stato contro e non ho problemi di coscien�za. Ma non è giusto pensare che tutti i sostenitori di Milo�sevic fossero d'accordo con lui. Erano impauriti, terroriz�zati. Ora hanno ripreso a vivere, a sperare nel futuro». Passa ancora Kale, l'amico di Slobo, lo scultore di tombe che non ci vuol credere. Lo guardano come un poverac�cio. Ha lenti spesse e vuole raccontare il suo ultimo in�contro con Slobo, il compa�gno che gli passava i compiti di matematica. «Ci siamo visti due mesi fa a Belgrado, in un albergo. Aveva già capito tutto, come sempre. Mi ha detto: "Kale, per la Serbia si mette male". Ma non deve andarsene, deve tornare. Io lo aspetto». L'uni�co, a Pozarevac. «Per chi aveva un'attività in proprio erano continui controlli con multe inventate, arresti e botte. Il figlio Marko qui ha portato l'eroina e per tutti era Narko» APozarevacbar, discoteche, parco giochi e ippodromo sono vuoti e sprangati ma la gente viene da ftiori a vederli: «È tutta roba loro, la usavano per riciclare i soldi che ci hanno rubato» I due ministri della Difesa Dragoljub Ojdanic e della Polizia Vlako Stojiljkovic: per anni si sono compromessi con Milosevic, la gente chiede che se ne vadano anche loro

Luoghi citati: Belgrado, Milo, Mosca, Serbia