«Un premio al lavoro di gruppo» di Pierangelo Sapegno

«Un premio al lavoro di gruppo» IL PRESIDENTE DOPO TANTE DELUSIONI IL GIORNO DEL TRIONFO «Un premio al lavoro di gruppo» Montezemolo: critiche e amarezze non ci hanno frenato Pierangelo Sapegno invialo a MARANELLO D ICE: «E' il giorno più bello della mia vita». E' poi solo una domenica, ventun anni dopo e nove anni dopo, e chissà quante gioie quanti dolori quante curve dopo, chissà quanti sorpas�si e risalite, questa domenica con il cielo grigio cos�così, qualche goccia e qualche sprazzo, una domenica che lo chiamano «Lu�ca», che lo invocano aggrappati ai cancelli, un giorno che fanno fe�sta, in fondo, come ne hanno fatte tante. Ma que�sta è diversa. Quando arri�vo nel '91, Luca Montezemolo trovò la Ferrari che era in quar�ta o quinta fila, che non poteva vincere e pote�va solo parteci�pare, trovò la Ferrari che non aveva un solo modello proget�talo nuovo. Og�gi, il Presidente avrebbe concinistato i suoi obbiettivi: da allora tutto è cambiato nella casa del Cavallino, non c'è più la cassa integrazione, gli operai che aveva�no paura adesso fanno festa, le macchine vendono e vincono, e Schumacher il tedesco quasi si commuove. Montezemolo lo chiama, gli dice grazie, e lui risponde come un tedesco. Non serve spre�care troppe parole: «No, grazie a voi». E allora perché le frasi di «Luca», come lo acclamavano dai cancelli, hanno venature melanco�niche, toni quasi romantici? E' questo il sapore della Ferrari? Alla fine, quello di Montezemo�lo è il bilancio di questa sfida. E' una sfida vinta, ma è stata una sfida, con il suo carico di dolori e di amarezze lasciate per strada. Chiama i giornalisti, e dice: «Questo è un giorno che aspettavo da molto tempo. Però, anche in un momento di grandissima gioia, anche nel giorno più bello della mia vita professionale, perché l'ho voluto con tutte le mie forze, perché ho sofferto per averlo, anche in questo giorno non riesco a togliere dagli occhi Herez '97, il Giappone '98, e l'incidente a Schu�macher di Silverstone, e il mondia�le perso pure l'anno scorso all'ulti�mo giorno, all'ultima curva. Sono 4 anni che siamo in prima fila e nel '99 abbiamo vinto anche il mondiale costruttori, ma per tre volte siamo stati battuti sul filo di lana. E non la auguro a nessuno, una cosa del genere, neanche al mio peggior nemico. Nel '91, quan�do sono tornato alla Ferrari, mi ero posto due obbiettivi: uno per me stesso, e l'altro per i tifosi e i clienti. Con il Duemila, sono riusci�to ad arrivare al successo di vendi�te e al record di bilanci; da oggi, anche al titolo mondiale e piloti. Appena arrivato qui alla Ferrari c'era la cassa integrazione e la Rossa non era tra le prime squa�dre della FI. Scusate, ma mi piace sottolineare che dal '96 siamo sempre in testa. Altri non ci sono riusciti, sono usciti di scena». Presidente, quali sono stati i momenti più importanti di questa stagione? «Monza e Indianapolis. A Monza se non si vinceva, era finita. Noi lo sapevamo. Abbiamo vinto. A In�dianapolis abbiamo dimostrato di essere una grande realtà, perché passione e tecnologia si mescola�vano insieme. Sensazione unica». Quanta paura ha avuto oggi? E a chi dice grazie? «Oggi mi sarebbe andata bene comunque, ma cos�come è anda�ta, questa è stata una domenica perfetta. E' stata una grande vitto�ria di Schumacher, che è un gran�de pilota, e mi stupiscono alcuni vostri colleghi che o criticano. E' stata la vittoria di una grande macchina e di una grande squa�dra. Voglio ringraziare Todt: c'era molto scetticismo attorno alla mia scelta. E invece, con lui siamo risaliti. E poi Ross Brawn, Paolo Martinelli e gli altri. Una vittoria che voglio dedicare a coloro che nei momenti difficili hanno credu�to in noi, agli azionisti, ai veri tifosi, agli sponsor, con i quali abbiamo raggiunto cifre record prima di vincere: hanno avuto fiducia. E' una vittoria, infine., che mi fa piacere per la Fiat, perché da loro abbiamo avuto grandi contri�buti per le ricerche. Abbiamo vin�to contro Mercedes, Honda, Ford, Bmw, Jaguar...» Sembra ci sia un velo di ma�linconia nelle sue parole. Non è il giorno del trionfo? «Io credo che il trionfahsmo lo debbano fare a Suzuka. Ho parla�to prima con Schumacher. Gli ho detto: ti parlo subito perché fra un' ora sarai ubriaco... » Speriamo non con la McLa�ren, come l'anno scorso... «Per me si può ubriacare con chi vuole. Non mi interessa. Io l'ho ringraziato. Se avessi voluto deci�dere come far andare la corsa, avrei voluto quello che è avvenu�to». Cosa ha detto a Schuma�cher? «Grazie. Sono stati anni duri, di fatica. Questo successo l'abbiamo costruito tutti insieme, col lavo�ro». E allora perché malinconia? «No, niente malinconia. E' bello vincere così. Ma perdere tre anni di fila all'ultima gara quando assa�pori già la vittoria, come è capita�to a noi, non lo auguro al peggior nemico. Qumdi piedi per terra». Però, si dice che l'appetito vien mangiando. «Vero. La dimostrazione è data dal fatto che la Ferrari è in testa da anni. Più di questo, che vincere tutto, non possiamo fare. Io ricor�do le difficoltà che abbiamo avu�to, le grandi critiche che ci sono piovute addosso. Lo ripeto ai miei collaboratori: guardate che senza critiche, non sarebbe la Ferrari. E' il destino dei primi» Le telefonate? Chi l'ha chia�mata? «L'avvocato Agnelli mi ha chiama�to a 13 giri dalla fine. E' fatta, mi ha detto. Calma, calma, è ancora presto, gli ho risposto. Quante al�tre volte sembrava fatta. Mi confor�tava il fatto che a dire il vero lui ci azzecca sempre quando fa una previsione. Poi ho sentito Umberto Agnelli, Fresco, Romiti, alcuni gior�nalisti e degli amici». E ha trovato il tempo di chiamare Schumacher. Lui che cosa le ha detto? «Mi ha detto: sono io che ringrazio voi. L'aveva promesso a mia mo�glie il giorno del matrimonio. Ha mantenuto la parola, ce l'ha fatta» Chi vuole ancora sentire? «Chiamerò Lauda e Forghieri». Parhamo del futuro. Questa vittoria rinsalda il rapporto con Schumacher o no? «Mi scusi, trovo inopportuna que�sta domanda». Qualcuno ha scritto che se Schumacher vinceva andava via. «Posso dire che abbiamo ancora due anni di contratto. E' del tutto inopportuna, lo ripeto. Pensiamo alla Malesia, al titolo costruttori che devo ancora prendere». La svolta quando è stata? «Senza ombra di dubbio quando ho visto che Schumacher aveva un giro di più per fare il pit stop. E poi quando ho visto che i nostri meccanici stavano facendo un ot�timo lavoro». L'ha vista da dove? «Da casa mia, con mia moglie e i miei figli» Se la Ferrari perdeva, si sa�rebbe dimesso? «Ma no, nel modo più assoluto...». Dopo 4 anni cos�stressanti, grandi meriti e vittorie sfu�mate sul filo di lana... «Certo. L'amarezza resta. Però, se non l'avessimo vinto oggi, ce la saremmo giocata ancora la prossi�ma settimana. Ci si dimette se l'auto non è competitiva, se spari�sci dal giro come Benetton e Bmw. Ora, in Malesia, faremo di tutto per far vincere Barrichello». «E'una vittoria che mi fa piacere anche per la Fiat: abbiamo avuto grandi contributi per le ricerche Abbiamo vinto contro Mercedes, Honda, Ford, Bmw e Jaguar» «E'stata dura perdere per un soffio tre anni di fila: non Io auguro ai peggior nemico Ma se non avessimo vinto adesso, ci avremmo riprovato» II presidente Luca Montezemolo ha trovato una Ferrari che stentava a piazzarsi e l'ha riportata sul tetto del mondo: non solo a livello sportivo ma anche sotto il profilo industriale A sinistra, tifosi in festa accanto allq stabilimento di Maranello

Luoghi citati: Giappone, Indianapolis, Malesia, Maranello, Monza, Silverstone