La rivincita della mummia nera

La rivincita della mummia nera TORNANO IN AFRICA LE SPOGLIE DELLO SCANDALO: ERANO UN FENOMENO DA MUSEO, HANNO RICEVUTO UN FUNERALE DI STATO La rivincita della mummia nera Bruno Ventavo)! l�lITOLI sulle prime pagine dei giornali africani. Un funerale di Stato a Gaborone nel Botswana con ministri, dignitari, diplomatici. Canti, mazzi di fiori, costumi colorati. E una folla com�mossa. Che sfilava accanto alla bara con un vetro sul coperchio. Per rendere omaggio non a una salma celebre bens�a un teschio rinsecchi�to, con le orbite vuote e i denti corrosi. Ovvero quel che resta di un anonimo nero, morto nell'800, e diventato l'odioso simbolo del razzi�smo bianco. Prima di queste trionfali esequie, il cadavere era esposto nel museo Darder di Banyoles, in Catalogna. Nella teca non aveva anima, né storia. Era un semplice fenomeno. Definito da un'etichetta esemplare «unico al mondo». L'avevano rubato un secolo e mezzo fa degli antropolo�gi europei, strappandolo alla sua vera tomba in Africa per portarlo in Spagna. Nel 1888 due abili imbalsa�matori, i fratelli Verreaux, ci misero le mani sopra, lo imbottirono di fibre vegetali, gli animarono il volto con due occhi di vetro, lo acconciarono con piume e pelli. Il povero morto diventò una mummia. Fu chiamato «El Negro». E fu trasformato in attra�zione folcloristica in mezzo a teschi di etnie extraeuropee, uccelli rari, pesci colorati, animali stravaganti. Erano anni di esposizioni univer�sali e di baracconi. Dove la scienza suscitava meraviglia. Il popolo si stupiva a guardare le macchine ottiche antenate del cinema, a vede�re scintille di marchingegni elettri�ci, a spiare esseri umani di paesi lontani. E i neri rappresentavano un'attrazione ambita. Da vivi, co�me campioni di bellezza inusuale. Da morti, come oggetti di ricerca. Per esempio fu celebre nei parchi, nei teatri, nei cabaret di mezza Europa la «Venere ottentotta». Quando fin�all'altro mondo, lo sche�letro e gli organi sessuali rimasero in Francia. E anche lei, ora, viene reclamata dall'Africa. Perché trovi il giusto riposo etemo. Il primo a chiedere il ritomo in patria di «El Negro» fu, nel 1992, un medico haitiano scandalizzato dal�la messinscena nella vetrina musea�le. Da allora la mummia è stata al centro d'una delicata contesa tra autorità africane e l'istituzione spa�gnola. Gli uni volevano cancellare un simbolo della curiosità razzista bianca. Gli altri volevano tenersi il bizzaiTO reperto. Il museo Darder nacque infatti, nel 1916, dalle colle�zioni eterodosse dell'omonimo, sul�fureo, uomo di genio. Francese Darder era piscicultore, trafficava in una bottega scientifica, editava riviste di storia naturale. E soprat�tutto era un abilissimo tassodermista. Sapeva come togliere la pelle agli animali per poi rivenderla. E conosceva anche il modo migliore per scuoiare le salme da esposizio�ne. Un manuale di tassodermia d'inizio ottocento suggeriva di par�tire dai polpastrelli. Di incidere lì. E poi tirare via la pelle del corpo come se fosse un guanto. Darder, il fondatore del Museo di Storia Naturale a Banyol dove la mummia «El Negro» costitu�per cent'anni una attrazione «razzista»

Persone citate: Bruno Ventavo, Darder

Luoghi citati: Africa, Botswana, Catalogna, Europa, Francia, Gaborone, Spagna