Quali diritti per i figli disabili

Quali diritti per i figli disabili [rftttefoAta, Sono 2 le norme che regolano la materia: la legge 53/2000 e la 104/92. Possono Ì& ftlC^SL^iij^ usufruirne anche i lavoratori portatori di handicap «in situazione di gravità» Quali diritti per i figli disabili Di ATA per scontata la norma�tiva che tutela le coppie quando arriva un figlio (ve�di Tuttosoldi n. 269, 28/8/2000), in questo servizio esaminiamo un caso particolare: le opzioni offerte dalla legge 53/2000 sia ai lavoratori con figli o parenti handicappati che hanno bisogno di assistenza sia agli stessi lavo�ratori handicappati. ALTERNATIVA Si può prolungare l'assenza facol�tativa dal lavoro fino ai 3 anni del bambino, oppure chiedere 2 ore di permesso al giorno. Dopo il terzo anno si possono avere 3 giorni di permesso al mese. Gli inteventi sono stati messi a punto e in alcune parti modificati e amphati dalla recente legge, sulla base dell'impianto, già di avan�guardia, dettato dalla legge 104 del '92. Combinando le 2 norme è possibile tracciare la mappa ag�giornata dei diritti dei disabUi e di chi li deve curare, genitori in primo luogo. Vediamo come (an�che al fine di rispondere alle numerose lettere e telefonate di chiarimenti giunte in redazione). ACCERTAMENTO Quanto stiamo per illustrare si riferisce alle persone handicappa�te (sia come lavoratori, sia come familiari di lavoratore) «in situa�zione di gravità». Tale situazione va accertata dalla commissione medica dell'Asl di zona e riporta�ta sul verbale della visita. Se manca il riferimento alla gravità non scattano le agevolazioni ap�presso indicate. FIGLI MINORENNI... Iniziamo il veloce viaggio dai casi in cui l'handicap colpisce il figho del lavoratore. Dobbiamo divide�re il discorso tra figli minorenni e figli maggiorenni. Partiamo con i figli minorenni. La novità di que�st'anno è che le agevolazioni sono riconosciute al genitore anche quando l'altro genitore non è lavo�ratore subordinato (ad esempio: la moglie è casalinga oppure è un lavoratore autonomo ecc.). Se, in�vece, i genitori sono entrambi lavoratori dipendenti, le agevola�zioni continuano a spettare a tutti e due, ma in maniera alternativa. Ciò vuol dire che se è assente un genitore non può essere assente nello stesso tempo l'altro. FINO Al TRE ANNI Se il bimbo (anche adottivo) è sotto i 3 anni di vita, la mamma o, in alternativa, il babbo possono chiedere che l'assenza facoltativa dopo il parto, che finora era sfrut�tabile fino all'anno di vita del bambino, arrivi fino ai 3 anni. In sostanza, terminato il periodo di assenza obbligatoria (3 o 4 mesi dopo il parto), il genitore può stabilire di non rientrare più al lavoro finché il bambino non rag�giunga i 3 anni. Non è detto che l'assenza debba per forza essere continuativa. E' passibile rientra�re per alcuni periodi e poi lasciare di nuovo il lavoro: il tutto è rimesso alla libera scelta degli interessati. Cos�come di un perio�do può usufruire la dorma e di quello successivo l'uomo, secon�do le loro particolari esigenze nei confronti del disabile grave. INDENNITÀ' Durante l'assenza (continuativa o a singhiozzo), il genitore ha dirit�to a ricevere dall'Inps un'indenni�tà pari al 300Zo della retribuzione. L'indennità viene anticipata dal�l'azienda ogni mese e messa in busta paga. Poi viene chiesto il rimborso all'Inps in occasione del versamento mensile dei contribu�ti per tutti i dipendenti. Il paga�mento dell'indennità fa scattare il diritto ad avere i contributi figurativi per i periodi di assenza, che in tal modo non arreca alcun danno per la futura pensione. Per riconoscere l'indennità, è necessa�rio che il rapporto di lavoro con l'azienda non sia cessato e sia tutt'ora in atto, anche se in posi�zione di assenza. RIPOSI GIORNALIERI E' possibile sceghere di tornare a lavorare al termine del periodo di astensione obbligatoria, senza chiedere l'assenza facoltativa. Ciò può dipendere dal fatto che i genitori hanno la possibilità di far curare il bimbo da altre persone o che, per ragioni di bilancio, sono costretti a non perdere il 700Zo dello stipendio. In questa ipotesi si toma al lavoro e si ha diritto a 2 ore di permesso al giorno. Le ore possono essere chieste d'intesa con il datore di lavoro, in qualsiasi momento della giornata. Ma è chiaro che le ore più «proficue» sono le prime 2 in entrata o le ultime 2 in uscita. Se l'orario di lavoro è inferiore alle 6 ore al giorno, i permessi scendono a ima sola ora. TRA DUE E TRE ANNI C'è un meccanismo diverso nei permessi in relazione all'età del bambino: a) se si tratta del primo anno di vita, è possibile che la m..dre utilizzi i riposi, mentre il padre utilizza l'assenza facoltativa. Mentre non è possibile fare il contrario e perciò l'astensione facoltativa della madre non per�mette al padre di avere i riposi. b) se si tratta del periodo che va dai 2 ai 3 anni del bambino, i riposi orari presi da un genitore non escludono che l'altro prenda l'assenza facoltativa eventual�mente ancora spettante. DAI 3 Al 18 ANNI Quando il pupo raggiunge i 3 anni i benefici si riducono. Ora i genito�ri hanno diritto solo a 3 giorni di permesso al mese, presi uno di seguito all'altro oppure singolar�mente (l'inps ammette che si pos�sano spezzare in 6 mezze giorna�te, ma non riconosce il fraziona�mento orario). 13 giorni spettano ai due genitori, con l'intesa che se li prende uno non può prenderli l'altro. I permessi, comunque, possono essere presi anche conte�stualmente, a condizione che nel complesso non superino i 3 gior�ni. Perciò, in un giorno tutti e due i genitori lavoratori possono as�sentarsi dal rispettivo datore di lavoro, sapendo però che in quel giorno hanno consumato 2 giorni e che perciò, in quel mese, resta un solo permesso giornaliero. ...E MAGGIORENNI I 3 giorni di permesso al mese sono riconosciuti anche quando il figlio disabile passa nella maggio�re età. I permessi spettano anche se il figho non è convivente con il genitore, ma la legge diventa più pressante: non basta una qualsia�si assistenza, ci vuole quella «con�tinua ed esclusiva», due requisiti che debbono sussistere insieme e nello stesso momento. Che signifi�ca assistenza continua ed esclusi�va? Continua significa che la cura viene data giorno per giorno ed è in linea di massima esclusa nei casi in cui c'è lontananza di abita�zioni tra il curante e il disabile. Esclusiva significa che chi chie�de i permessi deve essere l'unico soggetto che presta assistenza. Se, quindi, non c'è convivenza, l'esclusività non viene riconosciu�ta quando il disabile vive con altro nucleo famihare in cui ci sono lavoratori che prendono i permessi per lui, oppure ci sono persone che non lavorano. CONVIVENZA Se i lavoratori e i disabUi sono conviventi, è sempre valido il principio, ribadito dal Consigho di Stato, che in famiglia non debbono esserci altre persone in grado di fornire assistenza. In questo caso al lavoratore sono negati i permessi. PART-TIME VERTICALE In caso di lavoro svolto in part-ti�me verticale, con attività lavorati�va Umitata ad alcuni giorni del mese, il numero di giorni di per�messo va ridotto in proporzione. Si prenda l'esempio di 8 giorni di lavoro in un mese formato da 27 giorni lavorativi. Si moltiplica il numero 8 per i 3 giorni di permes�so e il risultato (24) viene diviso per i giorni lavorativi interi (27). Il risultato è 0,8 che va arrotonda�to a 1. Insomma il lavoratore ha diritto a un solo giorno di pennesso al mese e non più a tre. OPERAI AGRICOLI Gli operai agricoli a tempo deter�minato non hanno la possibilità di avere i 3 giorni di permesso (per se stessi, se handicappati, o per i figli o familiari disabili) quando si tratta di occupati «a giornata». Il riconoscunento dei permessi è possibile quando gli interessati sono occupati con con�tratto stagionale di durata pari ad almeno un mese, con una previ�sione lavorativa articolata su 6 giorni la settimana (5 in caso di settimana corta). I permessi sono, in ogni caso, esclusi per le frazio�ni di mese, cioè per i mesi in cui il lavoro è svolto solo per alcuni giorni. Mauro Salvi

Persone citate: Mauro Salvi