I sette giorni più lunghi di Moratti

I sette giorni più lunghi di Moratti I sette giorni più lunghi di Moratti I dubbi sull'Inter e la candidatura da sindaco personaggio Giovanni Cerniti MILANO ANCHE alla telecamera fa tenerezza. Lui che attraver�sa piazza San Babila piutto�sto trafelato, giacca aperta, spet�tinato dal poco vento, la sigaretta accesa. E' un signore e dunque saluta cortese, perfino un sorri�so. «Presidente Moratti...». Basta un gesto della mano, il presiden�te Moratti non ha nuda da dire. Se ne va, e la telecamera per questa volta non lo insegue. «Po�verino...», dice la sorella Bedy, ed è ovviamente un poverino d'affet�to. Altri, basta passare in Galle�ria, vanno giù spietati. Poverino? Un ricco scemo. Uno che spende miliardi e non ha vinto un tubo. Un tenerone. Un tentenna. Un imlanesissimo "ciula". Massimo Moratti, 55 anni, amato Presidente della mestizia e delle rabbie interiste. Non ha nulla da dire e molto da decidere. Di pressioni ne ha troppe, di tempo poco. In ima settimana le risposte a due domande. La pri�ma, entro lunedì: chi sarà il prossimo allenatore dell'Inter? e questa interessa solo i tifosi della Beneamata. La seconda, en�tro sabato prossimo: accetti, per la bandiera un poco stinta del centrosinistra, la candidatura a prossimo sindaco della città? e questa interessa tutti i milanesi. «Lui è abituato a decidere, ma pallone e politica non sono come un'azienda», dice ancora Bedy. «Una parte della città è in attesa», comincia Antonio Panzeri, segretario della Camera del Lavoro. «E Massimo è uomo pie�no di dubbi», aggiunge Sei^io Scalpelli, passato dalla segreteria della Casa della Cultura all'asses�sorato allo sport, Forza Italia. Avanti così, sul filo dell'ambigui�tà. Decidere in fretta per l'Inter o per la candidatura a sindaco? «Io l'ho visto crescere, aveva dieci anni quando Angelo, suo padre, è diventato presidente della socie�tà ricorda Peppino Prisco, pri�ma interista e poi avvocato Era il più tifoso dei fratelli, forse predestinato. Candidato sinda�co? Non sarei d'accordo». Non fa tenerezza solo alla telecamera. Quando parla in tv, quando ha spiegato perché «il matrimonio con l'allenatore Mar�cello Lippi» era finito con un bell'assegno di buonuscita, Mas�simo Moratti aveva U volto segna�to. «È uno che soffre moltissimo per qualsiasi cosa possa dispiace�re a im altro», lo racconta Bedy. E soffre moltissimo anche nel deci�dere per un s�o per un no alle pressioni del centrosinistra, da Veltroni in giù. In famiglia la moghe Milly sarebbe per il sì, il fratello Gian Marco e la cognata Letizia per il no, Bedy per il fai quel che credi «anche se ti man�cherà la libertà». Far contenti i tifosi della Beneamata, dare una qualche speran�za al centrosinistra milanese. An�cora Panzeri: «Inter vuol dire Moratti e la questione è chiusa. È un presidente che ha ridato smal�to e immagine, ci ha restituito i ricordi degli anni '60. Ma è dalr89, dalla caduta del muro di Berlino che non vinciamo più niente. Come interisti Moratti è la nostra miglior risorsa». Paroli�na, quest'ultima, che vale anche per la politica. «Certo che è una risorsa per tutta MUano, ed è vero che la coahzione pende dal�la sua risposta. L'unico rischio è che l'attesa non si trasformi in indifferenza». Caratteristica della tifoseria interista è l'esultare, partecipa�re, esibire l'appartenenza quando vince. Quando butta male, come in queste settimane, via tutti al coperto. E se poi Massimo è in ballo con la candidatura a sindaco meglio star lontani. «Io ne parlo con un certo pudore perché sono nella giunta del sin�daco Albertini dice Scalpelli Però gli ho consighato di candi�darsi nel 2006, magari sull'onda dei successi della nostra Inter. Ora lui si porta apprèsso l'imma�gine del ricco sfigato. Piuttosto si concentri sull'Inter, s'inventi un nuovo direttore generale, prenda come allenatore Tardelli». Anche in via Durini, sede del�l'Inter, aspettano. E solo U vec�chio Prisco, alla sua maniera, dice no alla candidatura a sinda�co. «Montanelli l'ha sconsigliato. Ecco, non sono in disaccordo». E il resto è un peana a «chi ho visto crescere» e una condanna al cal�cio del 2000. «Ai tempi di Helenio Herrera, uno come Boninsegna già bravo da ragazzo, era stato mandato prima a Potenza e poi a Prato. Ora bisognerebbe convin�cere, e in ginocchio, prima il procuratore e poi il giocatore. Dico questo per dire che Massi�mo vive in un mondo che suo padre nemmeno avrebbe immagi�nato». Troppo signore, troppo leale, troppo appassionato. Mas�simo. «Ma vedrete, qui mancano solo i gol. Un paio di vittorie e tutto passa, perché questo mon�do ormai è così». Mancherebbero i gol anche al centrosinistra mdanese, e qui la parola passa all'ex sindaco Carlo Tognoli, altro interista. «Come presidente dell'Inter è amabile e amato anche in questi momenti di difficoltà. Come candidatura per Palazzo Marino mi sembra davvero un ottima scelta, anche se non credo possa nascere solo dai post comunisti. Ci fosse una sua lista civica non ci sarebbero problemi». «Massimo candidato sindaco? Ha già tanto da fare, poverino. Ma se non fosse mio fratello, se non fosse presidente dell'Inter, ne sarei fehee a una sola condizione: che riesca sem�pre a sentirsi libero». Anche Be�dy, affettuosamente, aspetta. Entro luned�deve scegliere il sostituto di Lippi La sorella Bedy: «Pallone e politica non sono come un'a2ienda» Massimo Moratti A sinistra, la sorella Bedy e l'avvocato Prisco

Luoghi citati: Berlino, Milano, Potenza, Prato