KOSTUNICA il presidente della piazza di Pierangelo Sapegno

KOSTUNICA il presidente della piazza KOSTUNICA il presidente della piazza Il vincitore Pierangelo Sapegno ALLE sette della sera, Vojislav Kostunica s'è affacciato al bal�cone del Palazzo del Munici�pio, dall'altro lato del Parlamento. Ha detto: «Buonasera, libera Ser�bia». Qualcuno ha sparato fuochi d'artificio contro il cielo nero. Nella piazza lo aspettavano da due ore, perché Branko Vidanovic aveva ur�lato: «Parlerà alle cinque». Alle 17, invece, non è apparso. Chiedevano: dov'è Kostunica? «E' in Parlamento, sta preparando il discorso», rispon�deva Zarko Korac, uno dei suoi portavoce. Dicevano che era solo in una stanza, che sua moglie, Zorica Radovic, era rimasta a casa, un piccolo alloggio nel centro di Belgra�do, assieme ai 17 gatti che riposava�no sulle poltrone. Milosevic l'aveva attaccato anche per questo in cam�pagna elettorale: «Uno che ama i gatti è un uomo infido. Lui li collezio�na, i gatti». La gente non ci ha creduto: Kostunica nel 1974 fu cac�ciato da tutte le università jugoslave per non aver voluto giurare fedeltà al regime. Nel 1989, dopo il crollo del muro di Berlino, gli chiesero di tornare. «No», rispose lui. E' infido uno così? «E' un uomo di principi», dicono i suoi amici: «E' uno tutto d'un pezzo, un incorrutti�bile». Ieri alle 19, dal balcone del Municipio, l'avvocato Kostunica aveva la sua bella giacca grigia, la cravatta stretta al collo, la camicia perfettamente abbottonata, e solo i capelli spettinati dal vento. Nella mano destra stringeva un microfo�no, come se dovesse cantare una canzone, e l'altra mano l'ha tenuta per tutto il discorso puntata sulla folla. «Buonasera libera Serbia»: an�che il 24 settembre subito dopo le elezioni aveva salutato cos�la sua gente. «Sono fiero di essere stato eletto presidente dal mio popolo, perché la prima regola^della demo: crazia è che fi presidente sia nomina�to dalla volontà popolare. E' ciò che è avvenuto il 24 settembre». Sotto di lui, la folla rispondeva con lunghi boati e qualche petardo di gioia. Dalle 5 alle 7, nell'attesa che Kostu�nica s'affacciasse al balcone del Municipio, i rivoltosi di Belgrado avevano fatto correre ancora più in fretta il giorno della rivoluzione. Mentre Kostunica stava chiuso in un ufficio, attaccato a un telefono, assieme ai suoi collaboratori, quelle due ore non stavano passando inva�no. I manifestanti avevano occupa�to la televisione, un fiume di gente era scivolato per le strade, sulle piazze, alcuni poliziotti si toglieva�no le unifonni e si davano alla fuga, altri abbracciavano i rivoltosi e si univano a loro. ((A Belgrado tutto cambia cos�velocemente», diceva il giornalista della Cnn. Anche la gior�nata dell'avvocato Vojislav Kostuni�ca era cambiata velocemente. Era cominciata alle 0 e 24 minuti, al telefono di casa sua, in mezzo ai 17 gatti e alla schiva Zorica, dettando al telefono il primo commento alla sentenza della corte costituzionale che annullava il voto del 24 settem�bre: «Può sembrare una concessione di Milosevic, ma temo che sia una grande trappola». Dalla paura alla coscienza della vittoria, dopo una notte insonne. Al mattino cominciano ad arrivare i manifestanti, Belgra�do sembra una città occupata e Kostunica allora parla cos�a Radio 021 di Novi Sad: «Milosevic perde�rà. E ora sarà responsabile di even�tuali disordini. Non c'è uso della forza che tenga quando la protesta è cos�massiccia, quando la protesta pacifica si trasforma in un uragano che travolge ogni violenza». E' quello che sta avvenendo. Sul Parlamento sventola la bandiera del Partito Democratico Serbo. Arriva l'avvocato in giacca grigia, la gente sorride alle televisioni. Sono le 4. Alle 7 della sera Kostunica si affac�cia al balcone: «La nostra arma è la verità. Milosevic non può opporsi alla volontà del popolo». Parla in mezzo a due bandiere che sventola�no. Belgrado brucia, ma sembra in pace. Al mattino dettava il suo comunicato contro la truffa della Commissione elettorale, la sera era già sul balcone del Municipio che arringava «la libera Serbia» Vojislav Kostunica: entrato in politica nellW, con i primi partiti non comunisti

Luoghi citati: Belgrado, Berlino, Serbia