Rutelli alla conquista dei cattolici di Gigi Padovani

Rutelli alla conquista dei cattoliciRutelli allaconquista dei cattolici Ci: con lui a Roma, con Berlusconi al Nord retroscena Gigi Padovani SE a insegnargli i rudimenti della pohtica fu Marco Pannella, che gh fece da Pigmahone nel parti�to radicale e nel '79 lo nominò segreta�rio del Lazio a 25 anni, fu don Franco Monterubbianesi, fondatore della Co�munità di Capodarco (ora presieduta dal combattivo don Vinicio Albanesi) ad accoglierlo nel suo gruppo di Roma come obiettore di coscienza. E' un particolare poco noto della biogra�fia di Francesco Rutelli, ma dimostra che già in gioventù il candidato pre�mier seppe far convivere l'anima radical-ambientalista e quella da cat�tolico-volontario. Non soltanto quin�di una conversione tardiva per il matrimonio religioso nel '95 con la giomahsta Barbara Palombelh, già sposata neU'82 con rito civile, ma un travaglio lungo e autentico, come racconta un servizio che gli dedica il settimanale «Famiglia Cristiana», in edicola a fine settimana. Un'ampia intervista e un elenco di tanti contat�ti consolidati, da Ci alle Acli alla Comunità di Sant'Egidio, che accredi�tano Rutelli come il futuro leader di un'area cattolica dai contomi inediti. Il Meeting di Rimini ha incorona�to il Cavaliere? Una «sottolineatura pubblicitaria e un richiamo propagan�distico», dice nell'intervista Rutelli, che ricorda come a Roma CI non gh sia affatto ostile: ((Abbiamo dei rap�porti decisamente positivi, spesso legati a iniziative concrete». Quanto al suo passato di radicale, il candida�to premier nega che possa creare «inquietudine», perché «soprattutto nella mia seconda elezione ho avuto un larghissimo consenso tra l'eletto�rato cattolico». E la ricetta di Rutelli, del resto, è chiara: «La pohtica non deve conquistare il voto dei cattohei dice al settimanale delle Edizioni Paoline ma di ogni singola persona che è cattolica. Che sceglierà in base ai fatti e soprattutto in base alla credibilità delle persone». Ma al di là delle dichiarazioni, sono stati i primi passi di Rutelli a chiarire come vuo e muoversi. E a mettere in luce gh uomini fidati su cui conta. Il 15 settembre, nella sua visita-lampo a Torino per la visita alla Sindone, incontra Ernesto Olive�ro al Sermig, quindi il deputato dei cristiano-sociah Mimmo Luca, e man�da un messaggio a don Luigi Ciotti. Qualche giorno dopo, il 22, a Roma vede in via della Conciliazione, nella sede del Csi, i gruppi del volontariato: Acli, Csi, Federsolidarietà, Arci e Legambiente. Quanto alle persone su cui conta, l'elenco è lungo. Nella giunta capitolina ha affidato i servizi sociaU ad Amedeo Piva, che proviene dalla Focsiv, la Federazione che rag�gruppa 70 organizzazioni di volonta�riato internazionale. In Consiglio co�munale il suo ponte con CI è costitui�to da Giovanni Assegna, 27 anni, eletto con i popolari ed ora passato all'Asinelio: «Dentro Comunione e liberazione dice Assegna c'è ampia libertà, e non è certo di Berlusconi. E' un'esperienza che va oltre i partiti. La nostra vicinanza con il sindaco è dovuta a due ragioni precise: il buon governo di questi anni e la sua concre�tezza». In questi giorni lo staff di Rutelli, costretto dall'influenza ad una breve pausa negli incontri, sta già lavoran�do al programma. E su questo verrà giudicato dai cattolici, come spiega Luca: «Sulla pohtica della famiglia e sui grandi temi della vita, dalla bioeti�ca alla fecondazione artificiale, l'Uli�vo non può cavarsela con il richiamo all'autonomia delle coscienze. Qual�che punto deve essere evidente, si possono fare passi in avanti: ci deve essere un forte investimento sulla famiglia. Tutti auspichiamo che il sindaco di Roma sappia imprimere una svolta». Aggiunge, cauto. Emesto Olivero, che l'ha incontrato a Torino nel suo Arsenale della Pace: «Noi siamo un monastero a cielo aperto che accoghe i viandanti, perciò crediamo a tutte le persone che voghono fare bene». Si spinge più in là Luigi Bobba, da un anno e mezzo presidente delle Acli, un'organizzazione che può contare su 650 mila aderenti: «Il nostro mon�do del volontariato ormai coinvolge un itahano su cinque spiega e purtroppo queste realtà sono sempre considerate come il due di briscola da chi fa pohtica. Noi chiediamo al candidato premier che abbia rispetto per noi, che voglia avviare un con�fronto in autonomia». Del resto tra Bobba e Rutelli c'è un rapporto di collaborazione e di amicizia, incomin�ciato dieci anni fa. Allora il primo era un sociologo impegnato neUe batta�glie contro i ((mercanti di morte», i fabbricanti di armi, il secondo un deputato radicale che raccolse quella bandiera in Parlamento. Perciò il presidente delle Acli ha continuato a coltivare quel rapporto con il sindaco di Roma e ora è pronto ad appoggiar�lo, ma non senza condizioni: «Vedia�mo come sarà il programma, non faremo i portaborraccia». Dai focolarini ad ampi settori del�la Cisl (attraverso l'ex segretario del Lazio, Mario Aiello, ora nei democra�tici), dalla Caritas di Roma, con mon�signor Di Liegro, alla Comunità di Sant'Egidio, sono tanti i contatti che potranno essergh utili in questi lun�ghi mesi di avvicinamento alla cam�pagna elettorale. Con l'efficienza di�mostrata per il Giubileo ha saputo consolidarne altri, come con Donato Mosella: l'ex presidente del Csi, il Centro sportivo itahano, è l'unico membro laico del comitato vaticano. L'ultima carta da giocare è quella del vicariato, cioè il cardinale Ruini. Ma sarà difficile ottenere che si schieri apertamente per lui. Forse, nella cor�sa finale per Palazzo Chigi, a Rutelli potrebbe davvero bastare la non belli�geranza della Cei. li consigliere di Comunione e Liberazione «Apprezziamo il buon governo di Roma» Lo staff del sindaco punta a un rapporto stretto con le associazioni dei volontari A destra II sindaco di Roma Francesco Rutelli con Papa Giovanni Paolo li, a sinistra don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco