Benzina finita, i Tir piegano la Sicilia di Fabio Albanese

Benzina finita, i Tir piegano la SiciliaBenzina finita, i Tir piegano la Sicilia A secco le auto dei mudici anti-mafia, Bianco invia rinforzi Fabio Albanese corrispondente da CATANIA «E' come per la Guerra del Golfo, anzi peggio». Seduto su un banco�ne frigorifero desolatamente vuo�to, il signor Salvatore, titolare di un minimarket di San Gregorio, ha passato la giornata a spiegare ai clienti perché anche oggi man�chino latte fresco, mozzarelle, pesce e ortaggi. A meno di un chilometro, nel grande piazzale del casello d'usci�ta dell'autostrada Messina-Cata�nia, decine e decine di camion sono allineati lungo il ciglio della strada e compongono un serpen�tone di un centinaio di metri. Se il signor Salvatore potesse parlare con loro, con quel gruppo di camionisti che da venerd�scorso blocca tir e furgoni al casello impedendo la distribuzione di qualsiasi tipo di merce, direbbe loro che «hanno ragione a prote�stare, il caro-gasolio li ha messi in ginocchio. Ma bisognerebbe trovare il modo perché i disagi vengano subiti da chi è responsa�bile di questa situazione e non dai cittadini». «Siamo disperati racconta un giovane camionista, 22 anni, ac�campato al casello di San Grego�rio da cinque giorni il prezzo del carburante è ormai a livelli tali che le spese superano gli incassi». «Dicono che la Sicilia ha l'autono�mia, perché allora non può fissa�re prezzi diversi per i carburanti dice un altro camionista, la camicia inzuppata dalla pioggia che continua a cadere -. Noi il petrolio ce l'abbiamo, lo raffinia�mo e dobbiamo pagarlo quanto gli altri». Si avvicina un "padroncino': «Lo sa quanto co�sta portare un camion dalla Sici�lia a Milano? Tra carburante, traghettamento dello Stretto e pedaggi autostradali, ci sono qua�si tre milioni di spese su quattro di entrate. Come dobbiamo cam�pare?». La protesta dei camioni�sti ha contagiato anche altre categorie: i pescatori, i panificato�ri, i commercianti. Spesso gli uni contro gli altri. Quella di ieri è stata una giornata difficile per l'ordine pubblico in Sicilia; in serata il ministro dell'Interno, Enzo Bianco, ha deciso di inviare nell'isola altri 150 agenti di poli�zia, nel timore che la situazione finisca fuori controllo. Nonostan�te una giunta regionale notturna e un accordo stretto con i responsabili deir«Aias», la sconosciuta sigla sindacale dei camionisti pro�motrice dei blocchi, nonostante i vertici neUe prefetture, nonostan�te il ministro dei Trasporti Bersa�ni abbia convocato tutti a Roma per domani mattina, i blocchi sono rimasti lì: a San Gregorio per l'accesso Nord a Catania, ma anche sulla tangenziale e sull'au�tostrada per Palermo; a Priolo, davanti agli stabilimenti del Polo Petrolchimico che, con Gela e Milazzo, produce un terzo della benzina che si consuma in Italia; agli ingressi autostradah di Paler�mo e al porto, agli imbarcaderi dei traghetti di Messina, sulle strade che portano a Vittoria, dove c'è il più grande mercato ortofrutticolo dei Mezzogiorno. Camion ovunque fermi, per scel�ta o per costrizione, con i carichi di frutta e verdura che stanno marcendo, con i latticini che sono ormai da buttare, perfino con i farmaci oltre che con benzina e gasolio. Da luned�tutte le pompe di benzina di Catania e Palermo sono chiuse perché hanno i serba�toi vuoti. Da ieri lo stesso accade anche nei centri più piccoli. Caos e risse, ieri mattina, a quei pochi distributori che per qualche ora hanno aperto i battenti. Tra auto�mobilisti inferociti, in attesa per ore e rimasti comunque ah'asciut�to, sono volati in qualche caso pugni, calci e ceffoni. Alcuni benzinai sono stati aggrediti nel�la convinzione che avessero la benzina ma non volessero metter�la in vendita. La mancanza di carburante, e i blocchi stradali, non hanno la�sciato fermi solo i privati. Da luned�il Comune di Taormina non può più effettuare il traspor�to dei rifiuti perché la discarica, che si trova in territorio di Cata�nia, non può essere raggiunta. A Palermo l'Amia ha dovuto ridur�re al minimo il servizio di raccol�ta per mancanza di gasolio per i camion. Parecchie autolinee han�no già ridotto le corse e, in alcuni casi, le hanno sospese del tutto. In molte aziende si parla di cassa integrazione. Ieri anche la Siremar, che assicura i collegamenti tra la Sicilia e le isole minori, ha annunciato una drastica riduzio�ne delle corse. Manca la benzina anche per le auto blindate dei magistrati anti mafia, per i medi�ci che ieri si sono rivolti ai prefetti perché non sanno come andare a fare le visite domicilia�ri, e perfino per gli stessi sciope�ranti. Ieri sera la delegazione di camionisti che doveva partecipa�re ad una riunione in prefettura, a Catania, è arrivata con notevole ritardo perché l'auto utilizzata è rimasta a secco ed è stato necessa�rio trovarne un'altra. I vertici si susseguono da giorni, ma finora senza alcun esito. Gli accordi siglati, alla Regione come nelle prefetture, dai dirigenti sindacali sono stati finora disattesi dalla «base»: si era deciso per blocchi articolati, lasciando passare auto�botti e camion frigoriferi ma di fatto nessun mezzo pesante è finora riuscito ad oltrepassare i blocchi. «Sospenderemo solo quando avremo risposte certe». Ieri sera, dall'incontro in pre�fettura a Catania, è arrivato l'en�nesimo accordo: «Da subito fare�mo passare autobotti e camion con merci deperibili», hanno det�to i leader dell'Aias. In mattinata l'assessore regionale ai Traspor�ti, Domenico Rotella, dopo aver ottenuto dal ministro Bersani la data dell'incontro romano, prima fissata per marted�prossimo e poi anticipata a domani, aveva chiamato al telefono uno dei capi della rivolta. Luigi Cozza: «Siamo soddisfatti gli aveva risposto lui spiegherò ai colleghi i termini dell'accordo per smobilitare». Le spiegazioni ci sono state ma i blocchi sono rimasti. Dopo il discorso sull'euro ecco in due pagine la ricetta del leader dell'Unione contro la corsa del petrolio La protesta di un gruppo di camionisti In Sicilia A sinistra il presidente Uè Romano Prodi

Persone citate: Bersani, Domenico Rotella, Enzo Bianco, Grego, Priolo, Romano Prodi, Sire