Ora anche l'accusa dà speranza a Sofri di Adriano Sofri
Ora anche l'accusa dà speranza a Sofri Ora anche l'accusa dà speranza a Sofri Llpg di Cassazione: il processo di revisione va riaperto Guido Ruotalo ROMA «Non era scontata», dirà alla fine dell'udienza l'avvocato Alessan�dro Gamberini, difensore di Adria�no Sofri. Non era scontata la richiesta del procuratore generale della Cassazione, Vito Monetti, di annullamento con rinvio della sentenza Sofri. L'accusa ha fatto sue, nei passaggi decisivi, le moti�vazioni con le quali i legali di Adriano Sofri e Giorgio Bompressi avevano chiesto l'annullamento della sentenza del 24 gennaio scorso della Corte d'appello di Venezia, che aveva conferaiato le condanne, a 22 anni di reclusione, dei tre ex leader di Lotta Continua (Sofri, Bompressi e Pietrostefani) per l'omicidio del commissario Calabresi. Naturalmente, solo stamani, dopo la camera di consiglio, sapre�mo se la prima sezione penale della Cassazione, presidente Rena�to Teresi, annullerà la sentenza di Venezia l'ottava da quando, nel '90, è iniziato il processo Sofri decidendo per il nuovo processo di revisione. Se questa dovesse essere la decisione, già stasera Adriano Sofri potrebbe lasciare il carcere di Pisa. Il procuratore generale Monet�ti ha ritenuto, in sostanza, un assurdo giuridico la scelta della Corte d'appello di Venezia di far partecipare al processo di revisio�ne anche Leonardo Marino, come coimputato. Marino, il pentito che sedici anni dopo l'omicidio Calabresi se ne addossò la respon�sabilità, chiamando in causa Adriano Sofri, Ovidio Bompressi e Giorgio Pietrostefani, era già sta�to giudicato e la sua condanna era finita in prescrizione. Come per la difesa di Sofri, anche per il procu�ratore generale Leonardo Marino non poteva essere processato un'altra volta. A questo proposito, Monetti ha citato una sentenza della Corte Costituzionale, in base alla quale una persona che esce da un proces�so per prescrizione del reato, non può poi essere nuovamente citato tra i coimputati in un processo successivo riguardante sempre gli stessi fatti. Nel ricorso presentato alla Cas�sazione, i legali degli imputati Bompressi non l'ha presentato: ha fatto un'altra scelta, ha chiesto la grazia hanno sottolineato che, con la decisione di riprocessare Marino si è consentito che la sua compagna, Antonia Bistolfi, si av�valesse della facoltà di non rispon�dere in aula. Lei, Antonia Bistolfi, l'unico riscontro possibile alle ac�cuse di Leonardo Marino. Marino ha sempre sostenuto di aver maturato in solitudine la scelta di collaborare con la giusti�zia. Una tesi che la difesa avrebbe voluto smontare chiamando al contraddittorio, in aula, proprio la sua compagna. Ieri, il procuratore generale Vito Monetti ha sposato le obiezio�ni della difesa: «E' illegittima l'in�clusione di Leonardo Marino tra i coimputati. Questa inclusione ha impedito che fosse ascoltata come testimone la Bistolfi, compagna di Marino». La Corte d'appello di Venezia, impedendo alla donna di deporre, ha violato, secondo il procuratore Monetti, «le indicazioni date dalla Corte di Cassazione per ben due volte». Nei precedenti due annul�lamenti con rinvio pronunciati dalla Cassazione, sempre sul pro�cesso Calabresi, i giudici avevano deciso che dovesse essere acquisi�ta anche la testimonianza diretta della Bistolfi. La requisitoria del procurato�re generale, ovviamente, ha la�sciato soddisfatti (e speranzosi) i legali di Adriano Sofri. «Il procu�ratore generale si è espresso su un punto essenziale e decisivo ha dichiarato il legale Alessan�dro Gamberini-. Se la sentenza che verrà pronunciata domani (oggi, n.d.r.) verrà accolta, il nuovo processo potrebbe cele�brarsi alla Corte d'appello di Trento». L'altro difensore di So�fri, Marcello Gallo, insiste: «Le richieste del procuratore genera�le, a mio giudizio, sono assoluta�mente fondate». L'avvocato Ezio Menzione, di�fensore di Bompressi, prospetta due scenari: «Se la Cassazione annullerà la sentenza per vizi inerenti alla richiesta di revisio�ne, allora sarebbe la Corte d'ap�pello di Trento a dover affronta�re la questione. Se, invece, fosse accolta la censura relativa alla mancata audizione di Antonia Bistolfi, allora della vicenda do�vrebbe occuparsi un'altra sezio�ne della Corte d'appello di Vene�zia». Adriano Sofri: è rinchiuso nel carcere di Pisa
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