Dedicato a Leo da Warhol & C.
Dedicato a Leo da Warhol & C. A New York 13 ritratti di Castelli Dedicato a Leo da Warhol & C. Fiamma Arditi NEW YORK IN cinquant'anni gliene han�no fatti centinaia. E la mo�glie Barbara, per dedicargli un omaggio un anno dopo che è morto, ne ha scelti undici. I più importanti. «Ogni volta che apro un armadio, ne saltano fuori alcuni», racconta nello studio della galleria, che aveva�no aperto insieme nel maggio del 1999, pochi mesi prima che lui se ne andasse. Su uno scaffale della libreria c'è la foto di loro due scattata dall'amico fotografo Ralph Gib�son, più sotto la ceramica firma�ta da Meyer Vaisman con la sua testa da cui esco�no come uno zampillo la ca�pra, che allude al primo «combine painting» di Bob Rauschenberg e poi in miniatura, quadri di Roy Lichtenstein, Andy Warhol Johns, Stella. Tutti sii, che Jasper Frank Leo Castelli vistgli artiLeo Ca�stelli con la sua prima moglie Ile�ana Shapiro, che poi sposò Micha�el Sonnabend, aveva scoperto e lanciato nel mondo dell'arte contemporanea già negli anni cinquanta. Undici opere per la mostra «Portraits of Leo» non sono molte, ma nel loro insieme tracciano il percorso della vita di un personaggio-chiave del mondo dell'arte americana, ma anche intemazionale. Il primo ritratto, in ordine di tempo, è quello che nel 1953 gli fece Elaine de Kooning quando con il marito Bill, uno dei padri dell'Espressionismo Astratto, andava sempre ospite dai Ca�stelli a Fast Hampton, prima di stabilirsi poi anche loro a Long Island. Elaine ritrae Leo con camicia aperta sul petto, in posa da giovane dandy. Frank Stella, che aveva disegnato Ilea�o da Warhol na in forma di trapezio, per sintetizzare Leo ha scelto un triangolo, Bruce Nauman ha scritto con i suoi neon «Hi ca�ste», mentre Jasper Johns, nel piccolo olio di sua proprietà si è basato su una foto degli anni quaranta decomponendola co�me un puzzle. «Non abbiamo mai capito se lo fece per riprodurre un gioco, che gli avevano regalato o per�chè voleva significare che Leo era misterioso», dice Barbara mentre mi accompagna per le sale bianche della galleria. In effetti, più che misterioso, Leo era discreto. Gli piaceva raccon�tare delle storie, ma di sé diceva poco. Aveva comin�ciato a conoscere il mondo dell'ar�te contempora�nea in Francia, tra le due guerre, quando la sua pri�ma galleria era a pochi passi dallo studio di Picasso. Arrivato negli Stati Uniti, ave�va conosciuto i protagonisti del'Espressionismo Astratto e ed era stato lui a lancia�re, quasi senza rendersene con�to la Pop Art, che trionfò alla Bien�nale di Venezia del '64 con il Leone d'oro a Rauschenberg. Per Castelli fu la definitiva con�sacrazione a protagonista della scena artistica intemazionale. Tra gli artisti che ha fatto conoscere in tutto il mondo Andy Warhol, che gli dedicò una serie dei suoi ritratti acrili�ci, come fece con i gemelli Mike e Doug Slam, che lo hanno ripreso con un'aureola dietro la testa, come fosse un santo. E per loro è stato un santo protet�tore. Dopo la mostra dedicato a Leo, la sua galleria apre «Se�quenze»: una raccolta di foto�grafie di Ugo Mulas che Barba�ra Castelli ha scelto dall'archi�vio Mulas di Milano. Leo Castelli visto da Warhol
Luoghi citati: Francia, Milano, New York, Stati Uniti, Venezia
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