La Piovra on line dà l'assalto a 2 mila miliardi

La Piovra on line dà l'assalto a 2 mila miliardi La Piovra on line dà l'assalto a 2 mila miliardi La mega-truffa ai danni della Regione Sicilia, 21 fermi Urlo Abbate PALERMO Nell'era di Internet i picciotti al�l'ombra della Mafia hanno riposto le armi per tentare una truffa mi�liardaria via telematica. Dismesse le pistole e i fucili, i boss hanno impugnato il mouse e senza spai^imento di sangue hanno cercato di incassare quasi 2 mila miliardi di lire dalla Tesoreria della Regione Siciliana, gestita dal Banco di Sici�lia. La banda telematica, che avreb�be avuto a capo il palermitano Antonio Orlando, ex titolare di una società finanziaria, ritenuto vicino alla cosca mafiosa del rione «No�ce», voleva prosciugare il conto in cui affluiscono i finanziamenti mi�liardari che l'Ue destina alla Regio�ne Siciliana. Orlando è stato fermato insieme ad altre venti persone e i suoi agganci con la mafia sono sostenu�ti pure da intercettazioni telefoni�che in cui commenta la morte di Giuseppe Di Maggio, figlio del boss di Cinisi, Procopio, assassinato due settimane fa e l'uccisione di Anto�nio Tubato, esponente di Cosa no�stra a Palermo. Le intercettazioni sono finite nell'inchiesta e sono adesso al vaglio degli inquirenti. La truffa, scoperta dagli agenti del servizio centrale operativo di Bologna e Palermo, ha coinvolto ventisei persone. La direzione di�strettuale antimafia di Bologna ha disposto ieri mattina il fermo per 21 diloro conl'accusa di associazio�ne mafiosa, tentativo di furto e riciclaggio. L'inchiesta coinvolge di�pendenti del Banco di Sicilia, della Telecom, commercianti, piccoli pregiudicati e Carlos Torcila diret�tore del Banco Espirito Santo e Commercial de Lisboa che ha sede a Losanna e con il quale la banda aveva avviato contatti per riciclare i miliardi. I componenti dell'organizzazio�ne avrebbero avuto un compito preciso per mettere a segno la rapi�na telematica, realizzando uno sportello bancario virtuale, in gra�do di comunicare con altri istituti di credito per ordinare e predispor�re bonifici. Grazie a un pc, al quale è stato installato un software copia�to dal sistema del Banco di Sicilia, e collegato a un modem, lo sportello virtuale entrava in azione quando le linee telematiche della Tesoreria regionale venivano interrotte. Era allora che Orlando e soci entravano inazione. Secondo il loro progetto c'era quello di versare somme per centi�naia di miliardi a ima filiale del Banco di Roma in provincia di Bologna. Qui la polizia ha piazzato un agente sotto copertura che ha svolto il ruolo di direttore della filiale. L'istituto interaiediario avrebbe poi trasferito i soldi su conti di prestanome, fattiziamente indicati come imprenditori esecuto�ri di appalti per conto della Regio�ne. Ouindi nel giro di due giorni il denaro sarebbe arrivato all'estero. Nessun particolare era stato trascu�rato: labanda era pronta aintimidi�re il funzionario della Regione inca�ricato del controllo dei fondi per�ché una volta scoperti gli amman�chi li denunciasse il più tardi possibile. Le indagini erano cominciate nel luglio scorso, quando alla poli�zia era giunta la notizia che malavi�tosi in Emilia Romagna cercavano direttori di banca compiacenti per compiere operazioni illecite. Un ispettore di polizia ha finto di esse�re il direttore della Banca di Roma di Granarolo ed è entrato in contat�to con l'oi^anizzazione, accordan�dosi per un'operazione che sarebbe consistita nella sottrazione di 264 miliardi dai conti della Tesoreria. Gli investigatori avrebbero voluto incastrare i componenti della ban�da a cose fatte, ma da intercettazio�ni è emerso che miravano a molto di più, quasi 2 mila miliardi da portare via con più operazioni si�multanee, e che vantavano contat�ti con. altri istituti di credito e addirittura con lo lor, la banca vaticana. E quindi si è preferito intervenire subito. Francesco D'Alessandro, uno dei ventuno fermati, il 29 settem�bre scorso aveva informato Anto�nio Orlando di avere un contatto con lo lor e al telefono discutono i particolari dell'operazione, per mi�gliaia di miliardi di. lire. In serata Orlando viene informato, attraver�so un'altra telefonata, dei contatti presi «con un monsignore dello lor che sarebbe disponibile a compiere l'operazione del trasferimento del denaro». L'associazione mafiosa è stata contestata, ha spiegato il ma�gistrato «perché dalle intercettazio�ni è emerso che a capo dell'organiz�zazione c'erano persone inserite in associazioni mafiose e che vi era la contiguità di alami soggetti ad esponenti di Cosa Nostra in passa�to oggetto di inchieste delicate». In particolare il capo dell'organizza�zione, Antonio Orlando, considera�to «molto vicino a Pietro Scotto, inquisito perla strage di via D'Ame�lio». A impressionare il magistrato e la polizia, che per l'operazione ha ricevuto le congratulazioni del mi�nistro dell'Interno Bianco, il fatto che «pochi funzionari corrotti del Banco di Sicilia erano in grado di manovrare i fondi, senza esporsi in prima persona, ma utilizzando pas�sword di altri». E a loro spesso la banda chiedeva di chiudere in anti�cipo rispetto all'orario previsto, lo sportello telematico della banca, in modo da poterlo sostituire con il proprio, senza creare sospetti. Per il presidente della Commissione nazionale antimafia, Giuseppe Lu�mia, questa vicenda conferma un allarme che già aveva lanciato. ((Avevo segnalato da tempo ha detto Lumia che le cosche mafiose avrebbero cercato di utilizzare la rete per nuove attività illegali e per il riciclaggio dei proventi delle atti�vità tradizionali». Un falso sportello telematico trasferiva i fondi europei su conti privati. Vantati contatti anche con lo lor. Le prove nelle intercettazioni dopo l'omicidio Di Maggio Antonio Orlando palermitano, ritenuto vicino alla cosca mafiosa del rione «Noce», è stato fermato nell'ambito dell'inchiesta sulla banda telematica insieme ad altre venti persone

Persone citate: Antonio Orlando, Carlos Torcila, Di Maggio, Francesco D'alessandro, Giuseppe Di Maggio, Giuseppe Lu, Lumia, Procopio

Luoghi citati: Bologna, Cinisi, Emilia Romagna, Losanna, Palermo, Sicilia