Infostrada, strappo tra Enel e Consob di Ugo Bertone

Infostrada, strappo tra Enel e Consob La società elettrica non risponde alle richieste di chiarimento. Francesco Taranto nel cda Infostrada, strappo tra Enel e Consob Ufficializzato il prestito-ponte da 20 mila miliardi Ugo Bertone MILANO Le trattative per Infostrada vanno avanti. Intanto, nell'atte�sa della stretta finale dell'opera�zione, l'Enel ha deciso di tar cassa: tre grandi banche italia�ne ed internazionali, ovvero Barclays, Abn-Amro e Medio�banca, hanno ricevuto l'incari�co di organizzare linee di credi�to per dieci miliardi di euro ( 19,3 mila miliardi di lire) «nel l'ambito di normali operazioni di tesoreria». Questa, in sintesi, la comuni�cazione che il colosso energeti�co ha trasmesso nel pomerig�gio, dopo la seduta del consiglio di amministrazione e, soprat�tutto, dopo uno «strappo» pole�mico senza precedenti con la Consob. In mattinata, intatti, la società guidata da Franco Tato aveva opposto un secco ritinto alle richieste fatte da Luigi Spaventa nel pomeriggio di venerdì. Se rispondessimo alle domande avanzate dalla commissione, spiegavano in via Isonzo i legali dell'b.nei, ne deriverebbe «un grave danni)» alla società. Perciò, come ael resto prevede lo stesso testo unico della finanza («L'LutiJ aveva anticipato lo stesso Tato risponde sempre secóndo le procedure») il colosso enei'getico si era decisa a presentare un reclamo contro la commissio�ne. Ma che aveva chiesto Spa�venta di cos�impegnativo da poter arrecare «grave danno» all'Enel? La Consob, di fronte alle voci sempre più insistenti, aveva chiesto all'Enel di forni�re «senza indugi» informazioni sullo stato delle trattative per l'acquisto di Infostrada e, in particolare, se rispondeva al vero che l'operazione sarebbe stata conclusa dalla stessa Enel e non dalla controllata Wind. Inoltre, la commissione chiede�va lumi sulla notizia (conferma�ta ieri) di un prestito-ponte a favore di Enel di 10 miliardi di euro. Si tratta, in sostanza, degli stessi argomenti trattati dal comunicato stampa diffuso dall'Enel nel pomeriggio di ieri. L'Enel, a proposito dello stato dei negoziati per l'acquisto di Infostrada, conferma che «con�tinuano le trattative su base esclusiva che vedono coinvolti Wind e i suoi azionisti». Un po' poco per soddisfare l'attenzio�ne dei mercati, per la verità. Nei giorni scorsi era filtrata l'indiscrezione per cui France Télécom, azionista numero due di Wind, aveva sollevato non poche perplessità sulla valuta�zione di Infostrada (attorno ai 223-25 mila miliardi di lire). E per questo si era fatta la strada l'ipotesi che Enel avrebbe chiu�so da sola l'acquisizione, alme�no in un primo momento, salvo poi girare il gestore della telefo�nia fissa a Wind (magari in occasione del collocamento in Borsa). Il comunicato non svela l'ar�cano. E c'è da chiedersi se la Consob, che entro sette giorni dovrà valutare se la risposta o meno adeguata e se permane per davvero il rischio di «un grave danno» per la società, si riterrà soddisfatta. In passato la commissione è stata più che comprensiva nei confronti dei g�appi impegnati in delicati trattative (né potrebbe essere altrimenti), adesso, dopo lo «strappo» c'è chi scommette su una maggior severità. Nessun dubbio, invece, sul prestitoponte. L'Enel ha spiegato che le linee di credito serviranno per normali operazioni di tesore�ria, in attesa che il colosso venda le centrali elettriche che, per legge, dovrà cedere a priva�ti e municipalizzate e, soprat�tutto, per finanziare il consoli�damento del gruppo nelle tele�comunicazioni, «anche in previ�sione si legge della futura gara per l'Umts» che riguarda Wind. Tato, insomma, punta dirit�to sull'obiettivo di dar vita, mettendo assieme Wind e Infostrada, ad un gruppo secondo solo a Telecom, capace di opera�re a tutto campo dal fisso, al mobile, dall'Umts ad Internet. Senza badare ai malumori della Confindustria (una settimana fa ci fu l'addio di Wind alla confederazione guidata da D'Amato), alle perplessità del�l'opposizione e anche di una parte della maggioranza (sconceitata di fronte all'allargamen�to dell'orbita del colosso pubbli�co, avallata però da Visco e Bersani). E nemmeno all'ira di Luigi Spaveni;a, ii presidente della Consob infastidito per la scarsa sensibilità ai tema della trasjjarennia. Ma, ai meno su questo fronte. Tato si è procura�to un consigliere prezioso. Il caso ha voluto, infatti, che proprio ieri venisse cooptato nel consiglio Enel Francesco Taranto che, nelle vesti di gesto�re di fondi di investimento, è stato per anni il più strenuo paladino delle ragioni del mer�cato in materia di trasparenza e di «corporate govemance» a difesa degli interessi dei rispar�miatori. QUANTO INCASSA TATO' DATI IN MILIARDI DI LIRE

Persone citate: Bersani, D'amato, Francesco Taranto, Franco Tato, Luigi Spaveni, Luigi Spaventa, Visco

Luoghi citati: Internet, Milano, Wind