«E ora riprendi ilTg» di Antonella Rampino

«E ora riprendi ilTg» «E ora riprendi ilTg» Igiornalisti ai politici: fate un passo indietro Antonella Rampino ROMA Massi, riprendiamoci il tiggì. Non ci sta, l'ex redazione di Gad Ler�ner a fare come l'asino che deve guardare la luna ma guarda solo il dito: ieri i giornalisti hanno deciso di vedere solo direttamente la luna, si sono chiusi nello stanzone degli esteri in sessanta, pratica�mente tutti i presenti, a parte la Busi, che però aveva già pianto per le dimissioni del direttore, e la Gruber, che deve ancora tornare da Sydney. Si sono chiusi dentro, il titolo potrebbe essere «infuoca�ta assemblea», oppure come dice Marco Ravaglioli, ma lui è del comitato di redazione, «una riunio�ne dai toni alti, di rifondazione», sostantivo che suona strano in bocca al genero di Andreotti. Cinque ore, una non stop al grido di «riprendiamoci il tiggì», lanciato da uno per tutti, Vincen�zo Mollica detto affettuosamente Mollicone. Riprendiamoci il tigg�adesso che è scappato di mano ai politici, «facciamo un patto tra galantuomini» fa il vaticanista Paolo Giumella, e Mollicone «me�glio dire tra uomini, con quelli l�il galantuomo è un'utopia». Questo poi alla fine con tono misurato e diplomatico lo esprime pure il consuntivo e sudatissimo comuni�cato, una decina di righe, ma per scriverle c'è voluta mezz'ora. Ma prima, prima tutto era cominciato con l'inviato Paolo Di Giannantonio, notissimo a Saxa Rubra per�ché quando s'infuria s'infuria, e quando il presidente Rai Enzo Siciliano voleva sforbiciare i tem�pi dell'amato tigg�per mandare in onda una volta, una sola un'opera lirica tutta intera in prima serata su RaiUno, lui occu�pò lo studio del tg, si fece mettere in onda e lesse un comunicato di fuoco in diretta. E insomma Di Giannantonio, «il negro che fa girare sempre le scatole ai diretto�ri, e poi quelli se ne vanno» commenta con un vicino di sedia Mollicone, Di Giannantonio dice basta, convochiamo una conferen�za stampa, facciamo sapere al Paese, basta con gli estemi, c'è gente che ci sa fare al nostro tiggì. Ma quale Paese, ma quali ester�ni gli risponde appena prende il microfono Stefano Tomassini, già capo degli esteri oggi un po' defila�to come editorialista, «ma lo capi�te che abbiamo perso una grande occasione, un direttore con cui potevamo fare un giornale di qua�lità?». Tomassini parla, parla, ci mette pure energia, ma niente da fare. Gli rispondono due per tutti, dal reparto economia. Di Mario, un giovane: «A me Lerner mi guardava come se fossi scemo, come mi hanno sempre guardato tutti quelli che arrivano dalla carta stampata». Stefano Sassi, un senior: «Non vorrei fare il Solone di turno, ma quando c'è stata l'assemblea di gradimento io ve l'avevo detto, da oggi in poi dob�biamo stare attenti alle immagini che mandiamo in onda». Insomma un dramma di vita, uno scatto d'orgoglio e pure, come dice Ravaglioli accompagnando il cronista alla porta prima di chiu�dergliela alle spalle, «un lavarsi i panni in casa, scusa sai ma tanti di noi, se c'è un collega della carta stampata non hanno il coraggio di dire tutto fino in fondo». E fino in fondo cos�sono andati, se ne sono dette di tutti i colori, compreso Giumella che gettava l'occhio in lungo e in largo, «adesso Lerner se n'è andato, ma lo sappiamo noi che vogliono fare del tiggì, lo sappiamo noi se questo è un altro passo avanti nella privatizzazione della Rai?». Anche se il salone è quello degli esteri, l'orizzonte non si vede, nessun grido dal cassero. «Terra, terrai» lo potrà gridare solo Lerner quando saprà bene qual è il suo approdo, per ora dentro Saxa Rubra ogni redattore del tigg�è spaccato in due, e pensa meno male, ma anche che pecca�to. Pure Marco Franzelli, uno dei più amati dall'ex direttore, capo degli speciali di fresca nomina, prima dell'assemblea l'era andato a trovare, l'ufficio è là accanto: ((A nome di tutti quelli che ti hanno sostenuto, te lo devo dire Gad, tu ci hai lasciato in un mare di guai». Tu quoque Franzelli, fili mihi, deve aver pensato Lerner. E chis�sà cos'altro, di fronte a quel comu�nicato dell'assemblea che alla fine implora: «Politica, fai un passo indietro». Giorni «caldi» a Saxa Rubra

Luoghi citati: Roma, Sydney