Buone mele d'antan

Buone mele d'antan FRUTTICOLTURA Buone mele d'antan Rivalutate varietà quasi scomparse ANCHE se esiste un prover�bio noto in tutto il mondo, «Una mela al giomo toglie il medico di tomo», che fa riferi�mento alle virtù di questo frutto che contiene, oltre all'acqua (850z6), il 13% di zuccheri, acidi organici, pectina, vitamine A, B, PP, C ed E, in Italia la melicoltura sta attraversando una grave cri�si, tanto che sono stati avviati programmi per cercare di assicu�rarle un futuro. Innanzitutto è emerso che le varietà presenti nelle regioni italiane negli ultimi decenni si sono drasticamente ridotte. Le varietà di un tempo, pur non essendo paragonabili per aspetto e produttività alle cultivar commerciali, risultano spesso dotate di rusticità e sono portatrici di caratteri di resisten�za alle più comuni malattie costi�tuendo un serbatoio di preziosa variabilità a cui attingere nei programmi di miglioramento ge�netico. Alcune varietà pòi risultano adatte ad un'immediata rivaluta�zione grazie ad alcune caratteri�stiche come la fonna, la pezzatu�ra, il colore, il sapore e la conservaibilità dei frutti. Il Dipartimen�to di Colture arboree dell'Univer�sità di Torino in collaborazione con la Regione Piemonte ed il Cnr, ha delimitato le aree più interessanti, quanto a ricchezza varietale. Il materiale vegetale reperito è stato conservato in quattro campi: attualmente sono in collezione 126 accessioni che portano nomi come Aosta, Bella del Bosco, D'La Martina, Pum Dus, Savoia, e cos�via, allevate secondo criteri a basso impatto ambientale. Sulla base di una scheda proposta da due studiosi inglesi, Watkins e Smith, e oppor�tunamente modificata, a partire dal quarto anno sono stati effet�tuati rilievi riguardanti i caratte�ri riproduttivi, vegetativi e i para�metri organolettici (colore, durez�za della polpa, pH e acidità). La cultivar di riferimento è stata in molti casi la Golden Dehcious, mela assai nota. Il Centro di sperimentazione Laimbmg di Ora (Bolzano) Her�mann Mantinger, in considera�zione del fatto che quasi ovun�que nel mondo vengono usati portainnesti M9, M26 (ottenuti a East Mailing in Inghilterra) dota�ti di debole, o media vigoria come M7, MI06 caratterizzati dall'ave�re un apparato radicale a svilup�po limitato molto soggetti a stress da siccità, ha messo a punto metodi di cura del suolo, in particolare della gestione di terre�no lungo il filare, per salvaguar�dare le risorse di acqua. In Cali�fornia e in Israele dove non esiste la possibilità di irrigare il terreno questo viene lavorato continua�mente in superficie per evitare la crescita delle erbe infestanti che esercitano una competizione per l'acqua e per limitare l'evapora�zione superficiale. Tale pratica, però, favorisce il dilavamento, con possibilità di erosione e di formazione di crosta superficia�le, frenando l'attività dei micror�ganismi. Presso l'Istituto sperimentale di frutticoltura di Verona ci si occupa invece della possibilità d�inserire cultivar neozelandesi co�me la Braebum, medio tardiva o a maturazione tardiva e bicolori dotate di elevata conservazione come Fuji, Pink Lady e Pink Rose o precoci come i cloni di Gala (Mondial Gala, Galaxy, Brookfield) per cercare in pianura e in collina di ridimensionare l'ege�monia della Golden Dehcious e della Red Dehcious. , .r .^ Oltre che per la produzione di frutti, il melo ha un'importanza notevole per il verde urbano e per il giardino, utilizzando appo�site specie e ibridi. Sono assai apprezzate le fioriture copiose e talvolta profumate del Mailus floribunda, del Giappone, del Malus X atrosanguinea, del Malus coro�naria dell'America settentriona�le, del Malus X purpurea pendula con rami penduh fino a livello del terreno. Nel giardino sono assai decorative le diverse forme di potatura a'piramide, a spalliera, a corona orizzontale, a ventaglio, a festone, a palmetta a branche orizzontali, frutto di lunghe speri�mentazioni, presenti in molti giardini italiani. li amava Luigi XIV tanto che aveva voluto un eden che riecheggiasse la prodigalità della natura nel suo celebre «potager du roi» (orto reale) a Versailles in grado di meraviglia�re anche ai giorni nostri. Elena Accati Università di Torino Le tante varietà di mele, presenti in Italia negli ultimi decenni, si sono drasticanente ridotte a favore di poche varietà più belle di aspetto, ma meno saporite e meno resistenti alle più comuni malattie delle piante

Persone citate: Elena Accati, Fuji, Luigi Xiv, Mondial Gala, Pink Lady, Pink Rose, Savoia, Watkins