La morte di una cometa

La morte di una cometa SI E' DISSOLTA LA «LINEAR» La morte di una cometa Sono 800 gli asteroidi pericolosi, per meta già noti IN un bilancio dell'estate del 2000 che si è appena conclu�sa, spiccano due eventi di carattere, astronomico che la�sceranno il segno nel campo dello studio dei corpi minori del Sistema Solare. Il primo è la disintegrazione di una cometa. Il secondo, meno spettacolare e frutto di analisi teoriche, ri�guarda la stima abbastanza pre�cisa della popolazione di aste�roidi potenzialmenti pericolosi per la Terra. Nel primo caso protagonista è stata la cometa «Linear», un acronimo di Lincoln Laboratory Near-Earth Asteroid Rese�arch un programma finanzia�to dalla Nasa e mirato alla scoperta di asteroidi e comete che hanno orbite le cui traietto�rie passano vicino o incrociano quella del nostro pianeta. La cometa «Linear» fu sco�perta il 27 settembre 1999 e, non appena calcolata con preci�sione l'orbita, si stimò la sua luminosità nei mesi successivi. Fu subito chiaro che si sarebbe trattato di una cometa relativa�mente luminosa, forse visibile a occhio nudo. Ma il 5 luglio si manifestarono i segni premoni�tori di una prossima disintegra�zione del suo nucleo, un conglo�merato di ghiacci (prevalente�mente ghiaccio d'acqua) di di�mensioni inferiori ai 2 chilome�tri. Quel giorno infatti la sua luminosità aumentò improvvi�samente del 50 per cento. Il telescopio spaziale «Hubble», subito puntato in direzione della «Linear», osservò un frammento delle dimensioni di un grosso condominio staccarsi dal nucleo con la contempora�nea emissione di potenti getti di gas e polveri prodotti dalla sublimazione dei ghiacci per il sempre più intenso irraggia�mento solare. Ma lo spettacolo più affasci�nante è stato osservato a parti�re dalla notte del 25 luglio, quando la «Linear» sub�un altro repentino cambiamento. Il nucleo, che prima appariva compatto, divenne un oggetto diffuso ed esteso. In quel perio�do la cometa si trovava alla sua minima distanza dal Sole (114 milioni di chilometri) e a circa 56 milioni di chilometri dalla Terra. Le immagini hanno mo�strato uno spettacolo mai osser�vato in precedenza: la «Linear» si era disintegrata in una dozzi�na di frammenti che appariva�no come tante mini-comete una vicina all'altra. Una sorte simile era toccata qualche anno fa alla cometa «Shoemaker-Levy 9». In quel caso responsabih della frammentazione furono le intense forze marcali di Gio�ve, che disgregarono il nucleo in una ventina di frammenti quando questo passò a soli centomila chilometri da Giove; i pezzi di cometa si abbatterono sul pianeta nel luglio 1994. Nel caso della «Linear» invece la causa va ricercata nel riscalda�mento solare e nelle piccole dimensioni del suo nucleo. Altre comete in prossimità del perielio si sono frammenta�te in pezzi di grosse dimensio�ni, che però sopravvissero all' evento; gli esempi più impor�tanti sono la cometa di Biela nel 1846 e la Ikeya-Seki nel 1965. Mai però in precedenza era stato possibile assistere in diretta alla disgregazione di un nucleo cometario e alla sua successiva dissoluzione. Grazie ai dati raccolti sarà senz'altro possibile approfondire le no�stre conoscenze sulla struttura dei nuclei cometàri. L'altra notizia, per certi ver�si incoraggiante riguardo al pro�blema del rischio che la Terra corre di entrare in coUisione con un asteroide, è stata pubbli�cata sulla rivista «Science» alla fine di giugno da un gruppo di ricercatori statunitensi e dell' Osservatorio di Nizza e si riferi�sce all'accurata stima degli aste�roidi potenzialmente pericolosi per la Terra. Sulla base degli oggetti di questo tipo finora scoperti, delle loro dimensioni, e dei risultati di complesse simulazioni numeriche e" risul�tato che gU asteroidi con dimen�sioni superiori al chilometrò che hanno orbite che passano vicino o incrociano quella della Terra sono circa 900. Si tratta di un valore inferiore di oltre la metà rispetto ai duemila cui facevano riferimento le stime precedenti. Per la verità un gruppo di astronomi americani lo scorso gennaio aveva pubbli�cato un articolo in cui si affer�mava che il numero di questi oggetti doveva essere inferiore a quanto ipotizzato ma senza fornire un valore preciso. I nuovi risultati sono molto importanti in quanto ci dicono che a tutt'oggi oltre il 40 per cento degli asteroidi potenzial�mente pericolosi per il nostro pianeta sonò stati scoperti e, conoscendo i loro parametri orbitali, possiamo prevedere con esattezza le loro traiettorie future. Grazie. ai risultati di programmi di ricerca portati avanti per lo più negli Stati Uniti, dove da anni ormai la sensibilizzazione verso questo problema sia a livello politico sia a livello scientifico è molto alta, finora ne sono stati scoper�ti più di 400. i Se siamo quasi a metà dell' opera si può pensare che man�chino pochi anni alla scoperta di tutti o quasi gli oggetti appartenenti questa popolazio�ne. Ciò purtroppo non è vero dato che gli asteroidi ancora mancanti all'appello sono quel�li più difficili da scoprire in quanto possiedono caratteristi�che orbitali che rendono diffici�le la loro osservazione da Ter�ra. Per questo nella scorsa setti�mana ' un gruppo di esperti inglesi ha presentato al gover�no di Londra un documento di 60 pagine in cui si chiede inten�sificare le ricerche e di dedicar�vi un telescopio da tre metri da installar?! nell'emisfero àustra. le. L'obiettivo della Nasa è indi�viduare e calcolare le orbite di almeno il 90 per cento degli oggetti con dimensioni superio�ri al chilometro entrò dieci' anni, ma se non si ricorrerà ad osservatori orbitanti, svincola�ti dai limiti cui sono soggetti i telescopi. basati a. terra, ben difficilmente l'obiettivo potrà essere raggiunto. La popolazione di asteroidi potenzialmente pericolosi au�menta notevohnente al diminu�ire delle loro dimensioni,, per cui dare un'occhiata anche a questi oggetti che in caso di collisione con la Terra potreb�bero provocare catastrofi su scala regionale non sarebbe male. I Paesi europei, nonostan�te una raccomandazione dèi Consiglio d'Europa, hanno mos�so soltanto dei timidissimi pas�si. Anche in questo campo pur�troppo, dove" con investimenti relativamente bassi potremmo ottenere ottimi risultati, visto che il potenziale umano per organizzare e seguire questi progetti esiste, stiamo a guarda�re cosa si fa oltre Atlantico. Mario Di Martino Osservatorio di Torino Il nucleo della cometa di Halle/ fotografato nel 1986 dalla sonda europea «Giotto»: il ghiaccio misto a polveri sublima per il riscaldamento' che si verìfica nel passaggio vicino al Sole. Nel caso della cometa «Linear» il calore ha addirittura disgregato il nucleo in una decina di frammenti, che alla fine si sono dissolti sotto gli occhi degli astronomi

Persone citate: Biela, Ikeya, Seki, Shoemaker

Luoghi citati: Lincoln, Londra, Nizza, Stati Uniti, Torino