Pestelli: basta un'ora per amare Brahms di Alberto Sinigaglia
Pestelli: basta un'ora per amare Brahms Pestelli: basta un'ora per amare Brahms AIMEZ-VOUS Brahms? Alla domanda famo�sa di Frangoise Sagan del cui roman�zo, quarantuno anni dopo, non rimane che il profumo del titolo neppure Massimo Mi�la, per qualche tempo, seppe rispon�dere senza imbarazzo. Ci avrebbe messo un po' a capire Johannes, a risolvere il dilemma sollevato dai contemporanei del maestro di Am�burgo: se fosse da considerare un «Macher», un facitore, più che uno «Schòpfer», un creatore. Certo, a dissipare i dubbi si impe�gnarono biografi, esecutori e diretto�ri, in appassionanti staffette, fino a Walter, De Sabata, Toscanini, Bemstein, Karajan. Ma Giorgio Pestelli storico della musica nelle universi�tà di Torino e di Genova, da più di trent'anni collaboratore dellaStampa tenta un'estrema verifica nel nuovo libro, l canti del destino: va dritto al cuore dell'arcipelago Brahms, approda a quello scoglio di «opere difficili» arduo da raggiunge�re e periglioso da scalare. Bisogna intercettare «il grande sinfonista che non ha ancora scritto una sinfonia» e coglierlo nel momen�to in cui, quella mattina a Oldenburg, trova un libro di poesie diRECENAlbSinig SIONE rto glia Hòlderlin. Estate 1868. lirahms sta an�dando con due amici a Wilhelrashaven per vi�sitare le fortificazioni del porto militare. Leg�ge il Canto del destino di Iperione, ne rimane soggiogato. Si fa serio, taciturno. «In disparte, solo solo» scrive qualcosa su un quaderno. Sono i primi schizzi del Canto del destino, tema che sempre più lo avvince e sul quale non perderà occasione per allargare il suo domi�nio lirico. Il compositore, a trentacinque anni, ha appena trionfato con il Deutsches Requiem a Brema. Non può più accontentarsi di poeti mino�ri, non vuole più rinviare «le tenta�zioni dei grandi soggetti, quelli che richiedono coraggio già nel pensarli e progettarli». I versi di Hòlderlin sono un colpo di frusta. Ma lo Schicksalslied tarderà un poco a nascere. Subito, perentorio, si affac�cia Goethe, Inquietante coinciden�za, ìaAlt-Rhapsodie, «il primo lavo�ro che stringe da vicino il doloroso mistero del destino umano», sgor�gherà da una domanda Ma chi è là, in disparte? che sembra ritrarre Brahms «in disparte» quel giorno d'estate che aveva segnato una svol�ta della sua vita. Le sedici battute orchestrah che iniziano la fiapsodia per contralto sono impregnate «di scontrosa inquietudine. L'entità della posta in gioco è condensata nella prima impressione sonora. (...) La compresenza fra una incertezza sospesa e una fatalità che ancora non si afferra costituisce il motivo del turbamento che pervade ogni nota». Con caparbia attenzione, con sensibilità acuta, Giorgio Pestelli investiga le origini di un tema, anahzza la scaltrezza di una disso�nanza o di un intervallo vocale, la «morbida sostanza» del coro maschi�le, lo scuro uso degli archi a esprime�re un dolore che si fa preghiera. Seppure dimostra di amarla, lo studioso non privilegia l'Alt-Rhapsodie. Con la stessa tensione riper�corre la storia e la partitura del Canto del destino e degli altri due lavori corali che verranno a dieci anni di distanza: la Nenia su versi di Schiller e il Cantò delle Parche ancora con Goethe. Quattro opere. In tutte non fanno più di un'ora di musica. Ma in quest'ora Pestelli lo prova si afferra la chiave per penetrare l'universo di Brahms: l'uoipq, le.p^spiopi, i delusi amori, la cosmica malinconia; il creatore, i debiti con Schùmann o con Wagner, il vacillante equilibrio tra cielo e terra, urgenze pagane e perorazioni romantiche, dèi dell'antica Grecia e modernità. Non vi intimidisca la ricchezza concentrata in questi «Studi su Brahms» incalzanti, pro�fondi. Dehcati, vi introducono in ambienti, atmosfere, emozioni: vi svelano una vita d'artista. Se non vi piace Brahms, queste pagine ve ne faranno pentire. I quattro «Canti del destino» di uno «Schòpfer», un creatore: due su versi di Goethe, gli altri su versi di Schiller è di Hòlderlin Giorgio Pestelli va dritto al cuore dell'arcipelago Brahms, approda a quello scoglio di «opere difficili» periglioso da scalare .v-l'HI :»iffliè*f Giorgio Pestelli Canti del destino Einaudi, pp. 203. L. 38.000 SAGGI RECENSIONE Alberto Sinigaglia
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