Al Tgl Kassemblen della «resa dei conti» di Amedeo La Mattina

Al Tgl Kassemblen della «resa dei conti» — ; ILOlilETTORE:, «VOGLIO CAMBIARE». MOLLICA: «GAD. RESTA» Al Tgl Kassemblen della «resa dei conti» retroscena Amedeo La Mattina ROMA IERI pomeriggio il cielo di Roma carico di pioggia rende�va ancora più cupa l'atmosfe�ra a Saxa Rubra. Qui, nella sala riunioni, è andato in scena un duro scontro tra il direttore del Tgl e la sua redazione. Gad Lemer ha mitragliato i suoi gior�nalisti, ha alzato la voce, li ha accusati di pensare solo alle loro carriere, agli equilibri politici, di non averlo sostenuto come lui invece si aspettava di fronte alle strumentalizzazioni dei partiti. «Non so se avete capito ha detto alla fine di un'assemblea critica sull'oiganizzazione del la�voro che, se deciderò di restare, non è perché cerco il vostro consenso. Io vorrei rimanere per quello che di buono riusciamo a mandare in onda, perché fare il Tgl mi piace, è la sfida della mia vita. Ma voglio sapere se la redazione è convinta del mio progetto: fare un giornale moder�no, aggressivo, dinamico, affran�cato dalla, politica. Molti di voi non hanno capito che il Tgl non può più essere quello di prima, autoreferenziale, legato ai gio�chi del Palazzo, che vive della gloria del passato». «La società italiana ha osser�vato Lemer è cambiata e noi dobbiamo capirla, interpretarla. Ci siamo chiesti perché a Milano abbiamo bassi indici di ascolto, perché al Nord siamo sotto al Tg5? Potrei dimettenni definiti�vamente, ma sarebbe la soluzio�ne più facile oppure rimanere e affrontare gli attacchi di chi vuole la mia testa. Non ho anco�ra deciso, lo farò non prima di domani sera». In un comunicato Lemer ha poi precisato di voler aspettare la fine del Capodanno ebraico ovvero il tramonto di domenica. E non ha dimenticato di af�frontare la questione che ha scatenato tutto il putiferio: «Quelle immagini potevano an�dare in onda se venivano presen�tate in un certo modo, in una certa fascia oraria, certamente diversa di quella delle 20, in un contesto divèrso dal telegiorna�le». Uno sfogo, un j'accuse duro, fuori dai denti, di fronte a ima ventina di giornalisti ancora storditi da una vicenda forse più grande di loro. Il presidente del�la Rai era arrivato verso le 14 per partecipare a una riunione ristretta, con Lemer, i vicediret�tori e i capiredattori, ma alla fine l'incontro si è allargato a tutti i redattori. «Ho chiesto a Lemer di rimanere al suo posto ha spiegato Roberto Zaccaria per�ché non ci sono le condizioni oggettive che giustificano le sue dimissioni. Quello che è succes�so è stato un errore certo, ma occasionale, in buona fede. Le richieste di dimissioni che vengo. no dal mondo politico sono spro�porzionate rispetto a un inciden�te a cui bisogna mettere rimedio. Non è giusto mettere la vostra testata alla gogna. In questo momento difficile bisogna esse�re uniti e compatti, esprimere solidarietà al direttore». Fatto il suo dovere di rianima�tore, Zaccaria se n'è tomato a viale Mazzini sotto una pioggia battente. Sono rimasti nella sala riunioni tanti volti scuri e una tensione che si tagUa a fette. David Sassoli non proferisce pa�rola, ma parla l'altra protagoni�sta dei servizi-scandalo sulla pedofilia, Adriana Pannitteri, in�viata a NapoU, dove ha origine l'inchiesta sugli orchi di bambi�ni. All'assemblea dell'altroieri aveva preso la parola il suo più illustre collega che aveva fatto mea culpa per aver inserito quel�le immagini e annunciato che non avrebbe più condotto il Tgl. «Io non ho nulla da mettere in bacheca ha detto Pannitteri non ho dimissioni da presentare. Vi ringrazio per la sohdarietà che mi avete mostrato, ma non vorrei che alla fine solo io e qualche altro, gli anelli deboli della catena, finissimo nel sec�chio dell'immondizia». L'aria si è fatta sempre più pesante, con Lerner innervosito per gli interventi dei suoi redat�tori che si sono lamentati di tutto e di più. Ci sono problemi organizzativi, c'è un deficit di comunicazione intema, non c'è un buon rapporto tra la direzio�ne e la redazione, i responsabili dei servizi vengono scavalcati da Lemer, il quale si lamenta del numero eccessivo di giornalisti del Tgl, ma poi fa le assunzioni all'esterno. Il tutto condito, ov�viamente, da attestati di stima professionale verso Lemer, di parole di fiducia nel «nuovo corso». Vincenzo Mollica ha smorzato i toni, parlando come un vecchio saggio: «Gad devi rimanere con noi. Siamo tutti pronti a lavorare sodo e rilancia�re il telegiornale. Ravaglioli del comitato di redazione ha invita�to tutti a dirsi le cose anche brutalmente ma evitando equi�voci, a partire dal fatto che nessuno vuole le dimissioni di Gad: «Se te ne vai ci fai un grande torto e un grande danno: ti abbiamo dato fiducia e voglia�mo fare un Tgl al meglio, ma ci sono alcuni problemi organizza�tivi...» Gad non si è tirato indietro e ha attaccato a testa bassa. Nei corridoi di Saxa Rubra il com�mento unanime è stato: «Al po�sto di darci la carica, ci ha detto che siamo degli incapaci».

Persone citate: Adriana Pannitteri, David Sassoli, Gad Lemer, Lerner, Pannitteri, Ravaglioli, Roberto Zaccaria, Vincenzo Mollica

Luoghi citati: Milano, Roma