Apre il gas per suicidarsi e fa esplodere il palazzo

Apre il gas per suicidarsi e fa esplodere il palazzo Lo scoppio nel centro di Milano, 4 in fin di vita Apre il gas per suicidarsi e fa esplodere il palazzo MILANO' Giù i cornicioni di marmo alle fine�stre del primo piano, giù tutti i vetri nel raggio di cinquanta metri, giù la cassetta della posta e la porta del custode che è dall'altra parte delle scale. Giù tutto, come se fosse esplo�sa una bomba, al primo piano di questo palazzo d'epoca di piazzale Baracca al numero 8, adesso dichia�rato inagibile dai vigili del fuoco, che hanno steso il nastro bianco e rosso per non far passare nessuno. L'esplosione a mezzanotte e dieci, provocata da una fuga di gas dovuta con tutta probabilità al tentativo di suicidio di un inquilino dello stabile ricoveiato non in gravi condizioni all'ospedale di Niguarda. Altre quattro persone, tutti soc�corritori, sono invece in pericolo di vita. Si tratta di due vigili del fuoco e di due tecnici dell'Aem, l'azienda del gas, investiti dall'esplosione mentre cercavano di evacuare lo stabile e isolare l'appartamento in�vaso dal gas. Sono ricoverati in prognosi riservata al centro grandi ustionati degli ospedali di Parma e Torino. Un tecnico dell'Aem, il più grave tra i feriti, ha ustioni di terzo grado su 60 per cento del corpo. Altre tre persone, tra abitanti del palazzo e soccorritori, sono stati ricoverati in ospedale a Milano per�ché feriti dalle schegge di vetro e intossicati dal fumo. Già alle dieci di sera alcuni pas�santi nella piazza che si trova vicino al centro, avevano notato un forte odore di gas. Ma solo due ore dopo un'inquilma dello stabile, passando davanti alla porta chiusa del mono�locale di Massimo Vegetti, 42 anni architetto, dava l'allanne per le esalazioni di gas. In meno di dieci minuti, arrivavano sul posto vigili e tecnici dell'Aem. Mezz'ora dopo, l'esplosione che ha ricoperto di calci�nacci tutta la zona. Giorgio Sommariva, 40 anni, cu�stode di uno stabile vicino, è stato tra i primi ad accorrere: «Sembrava che fosse scoppiata una bomba, ho visto un vigile del fuoco tutto sporco di sangue trafitto dalle schegge di vetro. Aveva le braccia e il viso ustionato. Urlava. Perdeva sangue. L'ho aiutato a scendere in strada, l�dove c'è quella macchia scura da�vanti al negozio. Ho aiutato, anche una vecchietta, un'inquilina sotto shock. Poi sono svenuto, troppo fumo, troppo gas...». Secondo le prima indagini del magistrato Licia Scagliarono, l'esplosione sarebbe do�vuta proprio al tentativo di suicidio dell'architetto Vegetti. Tra le mace�rie del suo monolocale, gli investiga�tori hanno trovato un tubo del gas staccato dalla cucina. Lo stesso Ve�getti, al momento del ricovero in ospedale, sotto shock, avrebbe farfu�gliato qualcosa sulle intenzioni di ammazzarsi. Per ripristinare gas ed energia elettrica nello stabile ci vorranno un paio di giorni, mentre i tecnici del Comune dovranno fare sopralluo�ghi per accertarne l'abitabilità. [r.m.j Lo stabile colpito, in Piazzale Baracca

Persone citate: Giorgio Sommariva, Vegetti

Luoghi citati: Milano, Torino