Baraldini ricoverata al Gemelli di Antonella Rampino

Baraldini ricoverata al Gemelli Baraldini ricoverata al Gemelli Diliberto: rivedere la sentenza è possibile Antonella Rampino ROMA L'ospedale è lo stesso del Papa, di Oscar Luigi Scalfaro, dell'ultimo giorno di Flaminio Piccoli. Anche il piano è lo stesso, il quinto, stesso corridoio lungo lucido e spoglio con poche stanze facili da tenere sotto controllo. Il luogo in cui si ricoverano le persone che necessitano di sorveglianza spe�ciale, perché troppo note, o per�ché sotto custodia. Silvia Baraldini è di quelle sotto custodia, tre agenti nascosti alla vista dei visi�tatori comuni da un paravento bianco, uno di loro è una donna e non lascia mai la sua stanza. Nemmeno se a far visita è un ex ministro di Grazia e Giustizia, Oliviero Diliberto. Silvia Baraldini è arrivata in ospedale marted�sera alle otto, nella massima se�gretezza, per accertare clinica�mente se vi sia un tumore alla mammella, e il sospetto è forte anche perché lei un cancro l'ha già avuto, negli Stati Uniti le è stato asportato l'endometrio. Re�sterà in osservazione finché non saranno finite le analisi, ammes�so che bastino solo quelle. Non ha ancora letto i giornali, nemmeno quello in cui Oliviero Diliberto, che adesso è segretario dei Comunisti italiani, lancia un appello, lasciamo Silvia libera per umanità, è malata. Diliberto rive�la, soprattutto, che nell'accordo con gli Stati Uniti cb ? ha permes�so di riportarla in Italia, e che ha il valore di un trattato intemazio�nale, «una eventuale revisione era prevista». Anche se ieri il Dipartimento di Stato americano ha risposto con un «no comment», fonti informate dei fatti riferisco�no che per l'Fbi la buona condotta sempre tenuta da Baraldini è una base valida per la revisione del trattato cui si riferiva Diliberto. Quando infatti fu sottoscritto l'ac�cordo col Dipartimento di Stato, esso ebbe il via libera dall'Fbi, con il quale aveva trattato Gianni De Gennaro. Baraldini è malata, ma assapo�ra lo stesso la vista sui palazzi Anni Sessanta e lo spicchio di cielo che la finestra della piccola stanza le offre. Lei e l'ex Guardasi�gilli che è riuscito a riportarla in Italia, sia pure in carcere, non l'aveva mai incontrata prima. So�lo una volta, forse per ringraziar�lo, Baraldini gli ha mandato una lettera. Due persone dal carattere forte, quando s'incontrano sono intimidite come da se stesse. E quando Diliberto racconta che lui negli Stati Uniti non c'è mai stalo, il gelo si rompe, «sei proprio uno della sinistra italiana, che parla tanto dell'America senza cono�scerla!», fa lei. Poi, l'onore delle armi, come tra vecchi comunisti, «siete riusciti a portarmi in Italia al sesto tentativo, e stavolta è andata bene perché gli americani sono dei duri, e un accordo con loro può farlo solo un duro». Silvia Baraldini ha fatto le prime analisi l'altroieri sera, e a Oliviero Diliberto e alla sua assistente Manuela Palermi è sembra�ta molto tranquilla. E curiosa, soprattutto, della politica italia�na. Ce la farà Rutelli? Il centrosini�stra non sta facendo una politica troppo poco di sinistra? Le elezio�ni regionali mica le avremo perse solo per colpa di D'Alema, no? E soprattutto: chi è questo Giuliano Amato di cui tanto si parla? Per�ché, contro questa destra cos�diversa da quella americana, la sinistra non rafforza la propria identità? Perché l'unico quotidia�no che è rimasto di sinistra. La Repubblica, strilla le notizie inve�ce di raccontare? Poi l'incontro procede parlando di letture. So�prattutto, si chiarisce un punto, che Baraldini in verità ripete a tutti: non è vero che stavo meglio negli Stati Uniti, ma avrei molto da dire sul sistema carcerario italiano. A Palermi, Baraldini ha confidato che due sono stati i motivi che l'hanno spinta a firma�re il paro/e, l'impegno preso da lei stessa anzitutto che è stato base e punto di partenza del trattato internazionale bilaterale grazie al quale è potuta rientrare in Italia: sua madre Dolores gravemente malata in una casa di cura dove però Baraldini ha potuto andare a trovarla, e la privatizzazione del�le carceri statunitensi. In osservazione per accertamenti clinici, all'ex ministro ha confermato «Non è vero che ero trattata meglio negli Stati Uniti» Un'immagine d'archivio di Silvia Baraldini: ieri ha ricevuto la visita dell'ex ministro della Giustizia Oliviero Diliberto al Policlinico Gemelli