Milosevic vincerò il ballottaggio

Milosevic vincerò il ballottaggio Milosevic vincerò il ballottaggio La Chiesa serba a Kostunica: prendi il potere invialo a PODGORICA Adesso è ufficiale: Slodoban Milo�sevic accetta il ballottaggio. L'al�tra notte intomo alle due mentre ancora i manifestanti defluivano dal centro di Belgrado la più improbabile commissione eletto�rale della storia emetteva il suo sofferto verdetto. Vojislav Kostunica vince col 48,96 per cento, Milosevic è uffi�cialmente al 38,62, cifre che legit�timano un ballottaggio per dome�nica 8 ottobre. L'opposizione è furiosa, il «falco» Zoran Djindjic grida che questa «è una pessima barzelletta», che la Serbia procla�merà uno sciopero generale. La Commissione europea chiede una immediata ed impossibile «verifi�ca delle schede». Il senso di questa nuova giorna�ta di tensione si compendia in un'impressione netta: Slobodan Milosevic sta riuscendo ancora una volta a spingere tutto sul terreno che gli è più congeniale, quello dell'attendismo, della finta legalità, del rispetto di leggi rita�gliate intorno al suo profilo. La�scia che l'opposizione si sfoghi in piazza ben conscio che ogni serio incidente potrà essere imputato agli «huligani» o alle teste calde. Aspetta che Kostunica ceda accet�tando formalmente un ballottag�gio che non dovrebbe cambiare di molto le cose, ma permetterebbe a Slobodan di piazzare gli ultimi pezzi sulla scacchiera. In questi giomi di delirio collet�tivo la Jugoslavia (anzi quella .Jugoslavia che non esiste più, essendosi il Montenegro chiama�to fuori dalla farsa) ha due presi�denti. Uno (il nuovo) sta deciden�do che fare, l'altro, (l'etemo) cono�sce già le sue mosse. Ieri mattina proprio mentre la Chiesa Ortodossa Serba riconosce�va Kostunica come nuovo presi�dente attraverso la benedizione del Patriarca Pavle ed esortava il «presidente-eletto» ad «assumere il governo del paese pacificamen�te e con dignità», Slobodan Milose�vic usciva dal letargo. Il presiden�te sconfitto s'è incontrato coi vertici del suo partito, r«Sps», per rimetterne assieme i quadri (le giovani leve sono molto critiche, soprattutto rispetto allo strapote�re della « Jul») e indicare la linea. Il comunicato ufficiale dice che «il candidato della coalizione di sinistra, Slobodan Milosevic, non rinuncia al ballottaggio» e attraverso la maggioranza già con�quistata nei due Parlamenti fede�rali pensa di guidare la Jugosla�via verso «un futuro di pace, indipendenza, più rapido svilup�po economico e rapporti paritari con le altre nazioni». Chi era a quella riunione la descrive alquanto depressa. Un episodio descrive il clima meglio di ogni altro. Bora Ivkovic, mag�giorente del partito, era candida�to nel seggio di Vracar, pieno centro di Belgrado. Era andato a votare con la moglie ed in quel seggio i suffragi a favore della coalizione di sinistra sono risulta�ti uno. Questo significa che nean�che la consorte ha votato per lui. Pare che nella seduta politica il signor Ivkovic non abbia preso la parola. L'intera contesa comincia a sprofondare in un'«impasse» sempre più evidente. Djindjic minaccia uno sciopero che «paralizzerà le istituzioni sociali, le scuo-. le, i teatri, gli uffici e condurrà tutti in piazza». Comincia a riprodursi la situazione che sfociò nelle lunghe manifestazioni dell'inverno'96. Dal Montenegro giungono segnali interessanti: Zoran Zizìc, numero due del partitine pro-Milosevic, sembra prendere le di�stanze, dice che «bisognerà deci�dere il da farsi». Forse si candida a partner dell'opposizione,, [g. z.] II vescovo ortodosso Justin legge la dichiarazione d'appoggio della Chiesa serba a Kostunica Nella foto piccola Slobodan Milosevic

Luoghi citati: Belgrado, Jugoslavia, Montenegro, Podgorica, Serbia