Di Pietro ripete i suoi no ma «tratta» con Veltroni

Di Pietro ripete i suoi no ma «tratta» con Veltroni IL SENATORE DEL MUGELLO IN PUBBLICO CONTINUA A RIFIUTARE LA MANO TESA DEL CANDIDATO Di Pietro ripete i suoi no ma «tratta» con Veltroni retroscena può': ".ihd ROMA LE parole che usa Antonio Di Pietro sono di fuoco, i giudizi che esprime sulla centrosinistra sono sprezzan�ti, la candidatura di Rutelli alla premiership la boccia sen�za appello. «Rutelli ha sbaglia�to porta: cercava una casa chiusa frequentata da prostitu�te della politica, ha invece bussato all'uscio di una famì�glia perbene». Tutto sembra detto e fatto per bruciarsi i vascelli dietro le spalle, per tagliare tutti i ponti con gli ex alleati, per far pagare ai suoi ex compagni dell Asinelio la colpa eterna di aver votato il "craxiano" Amato. Eppur si muove. Sotto trac�cia, nella massima discrezio�ne, con incontri riservatissimi, il senatore del Mugello ha mandato segnali di fumo ver�so l'accampamento del centro�sinistra. E lo ha fatto anche prima della "nomination" di Rutelli. Ha aperto uno spira�glio, ha capito che l'aria è cambiata con la candidatura di Rutelli alla premiership, che il sindaco di Roma a differenza d�Amato azzoppa il suo cavallo di battaglia; quello per la legalità e la lotta ella corruzione. Si è reso conto che il "Nuovo Ulivo" rutellesco potrebbe farcela ad abbat�tere il moloch berlusconiano, e che con i sondaggi che lo danno s�e no al 296 sarebbe diffìcile, molto difficile elegge�re nei collegi maggioritari una pattuglia consistente di suoi uomini. Cos�si è mosso mettendo davanti tanti condizioni e con�dizionali. In alcuni colloqui riservatissimi con alcuni mini�stri ha detto che un filo può essere riannodato se la maggio�ranza approvasse una serie di provvedimenti. In particolare, il disegno di legge sulla preven�zione dei fenomeni di corruzio�ne, il conflitto d'interesse che renda però ineleggibile i con�cessionari di pubblici servizi (leggi Berlusconi), un provve�dimento che elimini quelle attenuanti per i reati minori che consentono la prescrizio�ne. Sia chiaro che i ministri con cui Di Pietro ha parlato non hanno preso alcun impegno né, tantomeno, li ha pre?i Walter Veltroni con il quale il senatore ha avuto un collo�quio subito dopo la pausa estiva. E' il capo della Quercia a tenere aperto un canale di comunicazione, «ma toccherà presto a Rutelli dice Paissan il compito di recuperare l'ex Pm di mani Pulite. Un compito gravosissimo aggiunge il ca�pogruppo dei Verdi alla Came�ra se consideriamo che Rutel�li è stato, tra i Democratici, il più determinato a togliere se�dia e scrivania a Di Pietro». Comunque, per il momento Veltroni svolge il ruolo di "fluidifìcatore', prepara al can�didato-premier un terreno più favorevole alla pace. E lo fa in tutti i modo, accettando per esempio la proposta di Flores D.'Arcais di fare un incontro-di�battito per "Micromega". C'è da scommettere che il segreta�rio dei Ds farà grandi aperture sulle questioni che stanno a cuore al suo interlocutore. «Con Di Pietro dice Veltroni ancora non ci sono sostanziali novità, ma sono fiducioso. Fa�te fare a me. Avete visto come sono riuscito a risolvere a sbrogliare la matassa AmatoRutelli?». Anche in casa dei Popolari sono arrivati segnali di disgelo con i dipietristi. Lo ha confida�to l'altro ieri sera Castagnetti ai sui deputati, dopo una chiac�chierata che il capogruppo del Ppi Soro aveva avuto con Elio Veltri, portavoce di Di Pietro. «Non vorrete mica far vincere Berlusconi, Dell'Utri e Previ�ti?», è stato il ragionamento di Soro. «Certo che no è stata la risposta di Veltri ma non possiamo fare un accordo per la bella faccia di Rutelli. Mi rendo conto che senza Amato di mezzo le cose possono cam�biare e che per il centrosini�stra c'è una possibilità di sconfiggere il Polo. In effetti, ne stiamo discutendo. Dobbia�mo ricollocarci». Intanto, Di Pietro, plateal�mente, continua a bombarda�re il quartier generale, immo�bile e irremovibile nella con�vinzione di presentare alle politiche del 2001 la sua "Lista civica" per il popolo dei delusi. «Basta con gli ammiccamenti, le minacce e le strumentalizza�zioni. Andremo da soli alle prossime elezioni, senza fare patti di desistenza con alcuno. Non contano solo i numeri ha urlato ieri attraverso le agen�zie e so che sembrerà strano, ma quello che noi guardiamo sono i programmi. Per noi non è un problema di percentuali, ma di dignità». Ma Di Pietro dicono i Democratici non ha più «alibi». «Il «tavolo del centrosinistra con Rutelli non è più lo stesso», gli dice Mantini che era entrato nell'esecuti�vo dell'Asinelio in rappresen�tanza della componente dipietrista. Una foto d'archivio d�Francesco Rutelli con II senatore dell'Ulivo Antonio DI Pietro

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