Mussolini aiuta chi lavora ve lo dice Togliatti

Mussolini aiuta chi lavora ve lo dice Togliatti Esce una raccolta di documenti inediti degli archivi russi, con inaspettati giudizi del dirigente comunista sul fascismo Mussolini aiuta chi lavora ve lo dice Togliatti Pubblichiamo l'interventp del «compagno Ercoli», ossia Palmiro Togliatti, al Segretariato dell'Internazionale Comuni�sta (il Comìntem), il 7 marzo del 1941. Il testo è tratto dal volume Togliatti negli anni del Comintern (1926-1943) di Aldo Agosti, edito da Carocci. Agosti ha raccolto documenti inediti dagli archivi russi, che permettono di ricostruire l'attività del leader comunista all'interno dell'organizzazione internazionale e di evidenziare alcuni punti al centro dei suoi interessi: oltre alla «questione italiana», il problema della lotta contro la guerra e di quella contro il trotzkismo. Palmiro Togliatti SONO d'accordo con le osser�vazioni fatte dai compagni Varga e Marty circa le cause delle sconfitte militari dell'Italia. Non sono d'accordo con il compa�gno Varga sul fatto che noi abbia�mo sottolineato con troppo vigo�re i lati positivi del fascismo. Dobbiamo osservare che gli ele�menti di forza del fascismo non stanno solo nella violenza e nel�l'apparato. Questa dittatura ha fatto qualcosa non solo tramite la violenza, ma anche a favore di determinati strati della popola�zione. Essa ha fatto anche qualco�sa per i lavoratori e per i giovani. Non possiamo negare il dato di fatto dell'introduzione dell'assi�curazione sociale. È vero che i salari della maggior parte dei lavoratori so�no un po' più bassi rispetto a quanto non fossero prima della dittatura fascista. Ma c'è una differenza. I salari dei lavorato�ri qualificati non sono poi cos�male. Prima della dittatura fasci�sta non esisteva nessuna legisla�zione sociale fuorché l'assicura�zione per la disoccupazione. Sot�to questo aspetto il fascismo non ha portato nessun migliora�mento. Non rientrava nel suo progetto politico. La politica del fascismo è volta a dividere i lavoratori per poterli influenza�re meglio. Per questo il fascismo sviluppa una particolare politi�ca sociale, cercando di influenza�re le masse attraverso nuovi metodi. Esso cerca di dimostraM'ehé il Yégiriiè fascista è diver�so dal vecchio sistema capitali�stico democratico. Questa in Italia è la base fondamentale della propaganda e dell'ideolo�gia fasciste e della loro penetra�zione nelle file della classe ope�raia. Non sarebbe corretto afferma�re che già oggi assistiamo in Italia ad una Crisi generale del fasci�smo. Questo era solo l'inizio. Tutti i processi chfe qui si verifica�no sono solo all'inizio. Il fascismo ha commesso il gravissimo errore di aver trascurato all'inizio della guerra la propria azione sociale. Oggi i fascisti mobihtano l'intero apparato del partito, dei sindaca�ti, delle organizzazioni sociali, della gioventù, dello Stato e agi�scono in questa direzione senza ricorrere all'uso della violenza. Per quanto riguarda le parole d'ordine e l'attività del nostro partito, io non pongo al centro la lotta per far cadere Mussolini. Bianco ha detto che dovremmo assumere un orientamento tatti�co che ci permetta di riunire le diverse correnti dell'opposizione che oggi si stanno formando e di orientarle in questo modo con una tattica ed una strategia cor�rette, attraverso un'azione appro�priata del partito. Quando il com�pagno Varga ci domanda verso quali gruppi ci orientiamo, gli spiego dunque che ci dobbiamo rivolgere a tutti gli scontenti. Il nostro slogan contro la guer�ra ci offre la possibilità di orienta�re le masse. Ci sarà possibile entrare in contatto con i diversi strati della popolazione che sono scontenti. Dobbiamo sfruttare il malcontento generale provocato dalla sconfitta militare dell'Ita�lia, in particolare il malcontento diffuso nelle organizzazioni fasci�ste. Per farlo è però necessario che il partito comunista sia in grado di svelare alle masse tutte le colpevoli responsabilità del regi�me e di collegare a ciò la questio�ne della pace. Contemporanea�mente dobbiamo anche rivolger�ci agli elementi antifascisti che cominciano ora a muoversi. Al�l'estero si sono già formati due comitati democratici, che si pre�sentano come il governo italiano in partibus. La nostra tattica deve essere volta a costruire un ponte fra i diversi elementi. È compito del partito realizzare questo lavoro, questo orienta�mento del partito. Non possiamo farlo se ne parliamo soltanto senza attuare alcuna linea politi�ca. Purtroppo sappiamo che si sta lavorando in questo senso, ma non sappiamo come, con quali difficoltà, con quali risulta�ti, quali errori vengono commes�si. Questo rappresenta un grave errore. Ne siamo pienamente re�sponsabili. Dobbiamo aiutare di più il partito a costruire la pro�pria struttura organizzativa con un apparato e una direzione adeguate. Ci viene posta anche la que�stione della prospettiva: che co�sa vogliono i compagni italiani dopo la dittatura di Mussolini, vogliono un governo popolare o un fronte popolare? Si tratta di una questione di lotta, di vedere se il partito riuscirà a collegare le battaglie per la pace, per i diritti e per il socialismo con le richie�ste degli scontenti e degli elemen�ti dell'opposizione, se riuscirà a dare a tutta la lotta un orienta�mento del genere o se altri ele�menti riusciranno a prendere il sopravvento. Si tratta dunque di una questione di lotta. Da parte della borghesia ci sono molte riserve. Ma spetta al partito proletario, al partito co�munista, di impegnare tutte le sue forze per riso vere tali que�stioni. «Dobbiamo osservare che gli elementi di forza del regime non sono solo nella violenza» Palmiro Togliatti (al centro) fotografato a Mosca tra gli altri membri del Comintern. Si riconoscono in prima fila da sinistra il segretario del Comintern Georgi Dimitrov, Togliatti, il tedesco Fioriti. In alto da sinistra il finlandese Kuusinen. il ceco Gottwald, il tedesco Piede. Nella foto a sinistra Benito Mussolini

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